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Apocalisse siriaca di Baruc IntraText CT - Lettura del testo |
XXXVI
[1] E dopo aver detto queste cose mi addormentai lì e vidi, di notte, una visione. [2] Ed ecco una foresta di alberi, piantata in una pianura, e la circondavano alti e duri monti, di rupi; e quella foresta occupava una grande regione. [3] Ed ecco, contro di lei salì un'unica vite, e da sotto ad essa usciva una fonte, in quiete. [4] E quella fonte giunse fino alla foresta e divenne grandi onde, e quelle onde inondarono la foresta e in un attimo sradicarono la moltitudine di quella foresta e abbatterono tutti i monti intorno ad essa. [5] E l'altezza della foresta era umiliata, e il capo dei monti fu umiliato, e quella fonte divenne assai forte, da non lasciare alcunché di quella grande foresta, se non solo un cedro. [6] Quand'ebbe tolto anche lui ed ebbe fatto perire e sradicato la moltitudine di quella foresta, così che nulla ne restasse (e) neppure il suo luogo si conoscesse, allora la vite veniva con la fonte, in silenzio e in grande quiete, e venne fino ad un luogo non lontano dal cedro, e avvicinarono ad essa il cedro gettato (a terra).
[7] E vidi: ed ecco quella vite aprì la sua bocca e parlò e disse a quel cedro: "Non sei tu il cedro che è rimasto della foresta del male? E per tua mano il male era continuo ed è stato fatto (per) tutti questi anni, ma mai il bene. [8] E tu ti sei fatto forte su (quel) che non (era) tuo, ma estendevi il tuo dominio su coloro che erano lontani da te e tenevi nelle reti dell'empietà coloro che ti (erano) vicini e innalzavi sempre la tua anima, come chi non può essere sradicato. [9] Ora si è affrettato il tuo tempo ed è giunta la tua ora. [10] Segui dunque anche tu, cedro, la foresta che ti ha preceduto e sii con essa polvere e la vostra terra si mescoli insieme. E ora dormite nel dolore e tacete nel tormento, finché non venga il tuo tempo ultimo, in cui verrai di nuovo e sarai (ancor) più tormentato".