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Apocalisse siriaca di Baruc IntraText CT - Lettura del testo |
LXIII
[1] E le ottave acque luminose che hai visto, questa è la giustizia e la rettitudine di Ezechia, re di Giuda, e la sua buona (sorte), che venne su di lui. [2] Quando, infatti, Sennacherib fu mosso a perire e la sua ira lo agitava: come sarebbe perita infatti anche la moltitudine dei popoli che erano con lui?, [3] quando (dunque) udì il re Ezechia le (cose) che pensava il re assiro - di venire e impadronirsi di lui e far perire il suo popolo, le due tribù e mezzo che erano rimaste... ma pure Sion voleva distruggere -, allora Ezechia confidò nelle sue opere e sperò nella sua giustizia e parlò con il Potente e disse: [4] "Vedi che, ecco, è pronto Sennacherib a farci perire e a vantarsi e ad insuperbire per aver fatto perire Sion".
[5] E lo udì il Potente era sapiente infatti Ezechia , e guardò alla sua invocazione perché era giusto. [6] E allora il Potente comandò a Ramaele, il suo angelo, (questi) che parla con te, [7] e io uscii e feci perire la loro moltitudine, il numero dei cui principi, da solo, era di centoottantacinquemila, e ciascuno di loro così in numero ne aveva (sotto di sé). [8] E in quel tempo facevo bruciare i loro corpi di dentro, mentre custodivo, di fuori, le vesti e l'arma, perché si vedessero meglio le meraviglie del Potente e affinché si parlasse del suo nome in tutta la terra. [9] Fu salvata Sion e Gerusalemme fu preservata. Anche Israele fu liberato dalle tribolazioni, [10] e gioirono tutti coloro che si trovavano in terra santa e fu glorificato il nome del Potente, così che se ne parlò. [11] Queste sono le acque luminose che hai visto.