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Apocalisse siriaca di Baruc IntraText CT - Lettura del testo |
LXVII
[1] E le undicesime acque nere che hai visto, questo è il male che ora capita a Sion. [2] Oh! pensi che gli angeli non provino dolore davanti al Potente perché così è stata consegnata Sion e perché, ecco, i popoli si vantano nei loro cuori e le assemblee davanti ai loro idoli e dicono: "E' stata calpestata quella che per molto tempo aveva calpestato ed è stata sottomessa quella che sottometteva?". [3] Pensi che di ciò gioisca l'Altissimo o (che) il suo nome (ne) sia glorificato? [4] Ma cosa sarà del suo giusto giudizio?
[5] Tuttavia, dopo ciò, coloro che furono dispersi tra i popoli saranno tenuti nella tribolazione e dimoreranno nella vergogna in ogni luogo, [6] perché, finché Sion è consegnata e Gerusalemme devastata e gli idoli prosperano nelle città dei popoli e il fumo della nube dei profumi di giustizia, che (procede) dalla legge, è estinto in Sion, ecco, vi sarà nella regione di Sion, dovunque, la nube dell'empietà. [7] Pure, si leverà il re di Babilonia, quegli che ora abbatte Sion, e si vanterà del popolo e dirà cose grandi nel suo cuore davanti all'Altissimo. [8] Anche lui però da ultimo cadde. [9] Queste sono le acque
nere.