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Giuseppe il falegname IntraText CT - Lettura del testo |
[31, 1] Il Salvatore nostro ci rispose dicendo: "La sentenza che mio Padre ha emanato contro Adamo non sarà invalidata, poiché disobbedì ai suoi ordini. Allorché mio Padre decreta che l'uomo sia giusto, questi diviene suo eletto. Allorché l'uomo, desiderando fare del male, ama le opere del diavolo, se egli lo lascia vivere a lungo, non sa forse che qualora non faccia penitenza, cadrà nelle sue mani? Ma quando una persona raggiunge un'età avanzata compiendo opere buone, queste opere fanno di lui un vegliardo. [2] Ogni volta che egli (Dio) vede qualcuno pervertire le sue vie, gli abbrevia la vita. Egli così interviene nei loro giorni. Ogni profezia pronunziata da mio Padre sul genere umano deve compiersi e realizzarsi interamente.
[3] Mi avete parlato anche di Enoc e di Elia, dicendo: "Vivono nella carne in cui sono nati", e a proposito di Giuseppe, mio padre secondo la carne: "Perché non l'avete lasciato vivere nella carne fino al presente?". Avesse pur vissuto duemila anni, gli era pur sempre necessario morire.
[4] Mie sante membra, vi assicuro che ogni qualvolta Enoc ed Elia pensano alla morte vorrebbero non avere più nulla da fare con essa ed essere ormai liberi dalla grande angoscia nella quale si trovano. Costoro, infatti, devono morire in un giorno di terrore, di tormento, di clamore, di minaccia e di afflizione. Questi due uomini saranno uccisi dall'anticristo e, per un bicchier d'acqua, verseranno il loro sangue sulla terra, a causa della vergogna che gli faranno subire rimproverandolo".