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Atti di Tomaso

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III - Terzo atto di Giuda: il serpente nero

 

[30] L'apostolo uscì per andare dove il Signore gli aveva ordinato. Dopo aver camminato circa tre chilometri, si scostò un poco dalla strada, vide che per terra giaceva il cadavere di un giovane di bell'aspetto ed esclamò: "Mi hai dunque condotto qui, nostro Signore, per questa prova? Sia come tu vuoi!". E prese a pregare, dicendo: "Signore nostro, Signore dei morti e dei vivi, dei vivi che stanno in piedi e dei morti che giacciono, Signore, Signore delle anime dimoranti nei corpi, e Padre di tutte le anime che sono uscite dai corpi, vieni, Signore, in questo momento, per amore di quella polvere formata dalle tue sacre mani, dal cielo guarda giù a me che ti invoco e mostra la tua gloria in quest'uomo che giace qui". E proseguì: "Questo fatto non ebbe luogo senza l'istigazione del nemico, che compie queste cose. Ma questo nemico che compie tali cose non avrebbe osato agire così con uno che gli era estraneo, ma solo con uno che gli era soggetto".

[31] Quando egli terminò di pronunciare queste parole, da una fessura venne fuori un serpente nero, che scuotendo fortemente la testa e battendo al suolo la coda, disse ad alta voce all'apostolo: "Ti narrerò per quale motivo io ho ucciso questo giovane. In questo paese, qui sopra davanti a te, c'era una bella donna: mi passò vicino, io la vidi, ne rimasi innamorato, le andai dietro e vidi questo giovane che la stava baciando; costui dormì anche con lei e fece con lei altre cose sconvenienti; benché sarebbe facile per me, a te non oso manifestarle, sapendo che l'abisso di Cristo distruggerà la nostra natura.

Per non spaventare lei, io non l'uccisi in quel momento, ma lo tenni d'occhio e quando, alla sera, mi passò vicino, lo colpii e l'uccisi, soprattutto perché aveva osato compiere una tale azione di domenica". Giuda gli domandò: "Di quale stirpe sei tu?".

[32] Il serpente rispose: "Io sono un rettile figlio di un rettile, danneggiatore figlio di un danneggiatore. Sono figlio di colui al quale è stato dato il potere su tutte le creature, che egli tormenta. Sono figlio di colui che, per coloro che gli obbediscono, si fece simile a Dio affinché compiano la sua volontà. Sono il figlio di colui che governa ogni cosa creata sotto i cieli. Sono il figlio di colui che è al di dell'oceano, e la cui bocca è chiusa. Sono parente di colui che parlò con Eva e, per mezzo di lei, fece sì che Adamo trasgredisse il comando di Dio. Sono colui che incitò Caino ad assassinare suo fratello. Per causa mia, la terra fu maledetta e su di essa crebbero spine: ed è per questo ch'io fui creato. Sono colui che osò buttare giù i giusti dalla loro altezza e li corruppe con la brama delle donne; generarono uomini corpulenti nei quali io compii la mia volontà.

Sono colui che irrigidì il cuore del Faraone affinché uccidesse i figli di Israele assoggettandoli a dura bassa schiavitù. Sono colui che traviò il popolo nel deserto, allorché li persuasi a modellarsi un vitello. Sono colui che eccitò Caifa ed Erode con calunnie contro il Giudice giusto. Sono colui che, dopo avermelo assoggettato, indussi Giuda a ricevere il prezzo per consegnare Cristo alla morte. Sono colui al quale fu dato il potere su questo mondo, e il figlio di Maria mi afferrò con la forza e mi strappò ciò che era suo. Sono parente di colui che verrà dall'oriente, e al quale è stata data la potenza".

[33] Il serpente disse queste cose perché Giuda aveva domandato al Signore che gli desse la parola e che fosse costretto a parlare della sua natura. Una moltitudine udiva tutte queste cose e quando ebbe finito di parlare, nel vedere e nell'udire tutte queste meraviglie, tutti i presenti furono pieni di timore e di fede, e presero a gridare forte e all'unisono: "Uno è il Dio, quello di quest'uomo che ci ha istruito sul suo Dio, la cui parola ha ordinato a questa terribile bestia di manifestare la sua natura".

Allora essi presero a supplicarlo affinché come con la sua parola gli aveva ordinato di parlare come un uomo così con la sua parola volesse ucciderlo. Giuda, fatto loro un cenno con la mano, alzò la sua voce e disse: "Tu sei audace, ma la tua natura è ormai svelata e tu sarai ucciso. La tua impudenza non doveva giungere a tanto da portarti a narrare le cose compiute da quelli che ti erano soggetti: tu non hai temuto che giungesse la tua fine. In nome di nostro Signore Gesù che fino adesso ha combattuto contro la tua natura fino in fondo per gli esseri umani che sono suoi, io ti ordino di succhiare il veleno che tu hai sprizzato contro questo giovane. Il mio Dio, infatti, mi ha mandato a ucciderti e a risuscitare lui davanti a questa moltitudine affinché possano tutti credere in lui: egli è il vero Dio e non ce n'è alcun altro".

Il serpente rispose: "Come tu hai detto, non è ancora giunto il momento della nostra distruzione. Perché, dunque, mi vuoi obbligare a riprendere quanto ho inoculato in questo giovane?

Giacché anche quando mio padre succhierà e riprenderà quanto ha inoculato nel creato, sarà la sua distruzione". L'apostolo gli comandò: "Manifesta, allora, la natura del padre". Il serpente si accostò, pose la sua bocca sulla ferita del giovane e prese a succhiarne il veleno; poco alla volta, a mano a mano che il veleno era espulso, il giovane, che aveva il colore della porpora, acquistava un colorito bianco mentre il serpente si gonfiava. Allorché ebbe finito di estrarre tutto il veleno dal giovane, saltò su e corse ai piedi dell'apostolo, si prostrò e lo riverì. Poi, in conformità alla parola di Giuda, il serpente scoppiò, e nel luogo ove cadde il veleno del serpente si fece una grande voragine. Giuda ordinò al re e a suo fratello di riempire la voragine e gettarvi le fondamenta per edificare delle case per l'alloggio di stranieri.

[34] Il giovane e Tomaso. Il giovane glorificava Dio in grazia del quale aveva riacquistato la vita ed era stato liberato da tutte le sue azioni precedenti per opera dell'apostolo Giuda; sentendo il rimorso della sua coscienza, supplicò pure l'apostolo perché l'aiutasse nella preghiera al Signore. Disse: "Gloria a te, Dio misericordioso, grande e glorioso, che hai fatto e organizzato tutte le cose create.

A tutte le creature che hai creato, tu hai posto un limite e una misura, e hai determinato i cambiamenti stagionali che giovano al benessere delle loro nature. Tu sei colui che ha fatto l'uomo, conforme al volere della tua divinità, l'hai plasmato con le tue mani affinché dominasse sugli altri; per lui tu hai creato un'altra creatura perché lotti contro di essa in forza della libera volontà di cui tu l'hai dotato.

Ma la libera natura dell'uomo si sviò, ed egli divenne suddito della sua compagna la quale si trasformò in suo nemico, essendosi accorto che egli aveva dimenticato la sua libera volontà. Il nemico si rallegrò di avere trovato il modo di infiltrarsi nel suo compagno, e ritenne di essere diventato il padrone di tutti gli schiavi. Ma tu, misericordioso, per mezzo della tua grazia, hai versato su di noi la tua bontà, mandando al genere umano la tua Parola, l'ordinatrice di tutte le cose create, in virtù del tuo glorioso Figlio. Con la libertà che tu gli hai dato, aiutato dalla tua bontà, egli venne e ci trovò in quelle opere che il genere umano compie fin dal suo primo giorno. Tu non hai tenuto conto dei nostri peccati, bensì mi hai portato alla vita per mezzo della tua bontà, mi hai mostrato la mia trascuratezza e hai infuso in me l'amore celeste; hai aperto la mia bocca, che era chiusa, affinché io parlassi di chi mi aveva assoggettato e dell'abbondanza della tua grazia, che non s'adira contro di me per quanto sto dicendo su di lei: è del suo amore, ch'io parlo".

Giuda gli tese la mano, lo rialzò, l'abbracciò e gli disse: "La grazia del Signore sia con te e con tutti quelli che credono in lui".

Il giovane proseguì: "Gloria a te, Dio, che non hai risparmiato il tuo amore verso di me, che ero perduto, e mi hai mostrato come ricercare la mia anima, e a tuo proposito mi ha fatto sapere che tu sei il suo apostolo; a te ha detto: "Per mezzo tuo ho da mostrare tante cose e tu hai da compiere molte opere in grazia di me per le quali riceverai giusta ricompensa; tu dovrai la vita a molti i quali andranno in alto, nella luce dei figli di Dio. Dunque, dai vita a questo giovane, abbattuto dal nemico giacché tu contempli sempre il tuo Signore". Sì, mio signore, apostolo di Dio, tu hai fatto bene a venire qui: tu hai tratto molti a lui ed egli non ti abbandonerà.

Io non ho né affannopena perché, per opera tua, la sua grazia è discesa su di me e perché il suo dono è effuso abbondantemente sulla mia debolezza. Sono stato liberato da affanni malvagi e da opere di perdizione, sono sfuggito a colui che mi spronava e incitava a compiere quelle azioni che tu trovasti in me; tu hai compreso colui che mi suggeriva il contrario, e io ho distrutto colui che per mezzo dell'oscurità, sua parente, mi fece incespicare a causa delle sue opere. Ho trovato la luce, il Signore del giorno, ch'io ancora non avevo visto: ora l'ho visto. Ho distrutto colui che oscurava e ottenebrava tutti quanti lo seguivano e gli obbedivano, tanto da non vedere quello che stavano facendo, da non vergognarsi delle loro azioni di modo che desistano e pongano fine al loro agire. Ho trovato colui il cui agire fa sì che non si pentano mai coloro che compiono la sua volontà. Mi sono liberato da colui che è sostenuto dalla frode, preceduto da un velo e seguito dalla vergogna, da colui che è audace e impudente. Ho trovato colui che elimina i cattivi, il Signore della pace, colui che conferma nella verità, colui che allontana il nemico da coloro che si sono pentiti e tornati a lui, colui che guarisce i dolori e distrugge chi li sconvolge.

Ti supplico, apostolo di Dio, semina in me la tua parola di vita di modo ch'io possa nuovamente udire la voce di colui che mi affidò a te e ti disse: "Questo è uno di coloro che per mezzo tuo vivranno. D'ora in poi egli resterà con te"".

[35] Giuda gli rispose: "Se tu sarai liberato da queste cose che hai imparato, come hai detto, dall'artefice del male, e ascolterai colui che nel fervore del tuo amore tu stai ora cercando, tu lo vedrai e sarai per sempre con lui, riposerai con lui nella sua grazia e sarai con lui nella sua gioia. Ma se tu sarai negligente verso di lui, se ritornerai alle tue prime azioni e disprezzerai colui che ora desideri ardentemente a motivo della sua bellezza e dello splendore del suo volto, non solo tu sarai privato di questa vita che hai visto, ma perderai anche quella alla quale tu aneli".

[36] Giuda andò poi in città, prese la mano del giovane e gli disse: "Le cose che tu hai visto sono soltanto una parte delle molte che Dio ha in suo potere. Egli non ci ha mandato promesse riguardanti queste cose visibili, bensì ci ha promesso cose migliori. Fino a quando siamo in questo mondo non siamo capaci di parlare di ciò che riceveranno quelli che credono in Dio. E, infatti, se diciamo che egli ci la luce, menzioniamo qualcosa che abbiamo visto; se diciamo che ci le ricchezze, menzioniamo qualcosa che è in questo mondo; se parliamo di abiti lussuosi, menzioniamo qualcosa che è indossato dai nobili; se parliamo di cibi raffinati, menzioniamo qualcosa dal quale siamo stati posti in guardia; se parliamo di questo temporaneo riposo, sappiamo che per esso è fissata una sanzione.

Noi dunque parliamo di Dio e di nostro Signore Gesù, degli angeli e degli spiriti custodi, dei santi e del mondo nuovo, del cibo incorruttibile, dell'albero della vita e della bevanda della vita; di ciò che occhio non vide, orecchio non udì né mai entrò nel cuore dell'uomo, di ciò che Dio ha preparato da lungo tempo per coloro che lo amano. Parliamo di questo e predichiamo questo. Perciò credi in lui, figlio mio, affinché tu possa vivere, affidati a lui affinché tu non muoia. Egli, infatti, né accoglie doni qualora tu glieli offrissi, né si compiace di sacrifici qualora tu glieli presentassi. Volgiti a lui, ed egli non ti trascurerà, ritorna a lui, ed egli non ti abbandonerà: la sua bellezza ti spronerà ad amarlo ed egli non permetterà che tu te ne vada lungi da lui".

[37] L'apostolo e la moltitudine. Mentre Giuda diceva al giovane queste cose, si aggiunse a loro una moltitudine L'apostolo sollevò gli occhi e vide che per poterlo vedere si alzavano l'uno sull'altro e andavano su luoghi elevati; rivolto a loro, l'apostolo disse: "Uomini che siete venuti all'assemblea di Cristo, uomini che desiderate credere in Gesù, prendete l'esempio che vi deriva da questa scena: se non vi sollevate in alto, non potete vedere me che sono piccolo. Incapaci di vedere me, che sono come voi, come potrete essere capaci di vedere colui che è in alto e si trova nelle profondità se non vi sollevate al di sopra delle vostre opere precedenti, al di sopra delle vostre azioni che non giovano, dei piaceri inopportuni, della ricchezza corruttibile che resta quaggiù, al di sopra dei beni e dei possedimenti che periscono sulla terra, al di sopra delle vesti che si consumano, della bellezza che invecchia e si sfigura, al di sopra del corpo nel quale tutte queste cose si sintetizzano e che le sostiene tutte, ma poi diventa polvere? Credete, invece, nel Signore nostro Gesù Cristo, che noi predichiamo, affinché la vostra speranza riposi in lui, in lui possiate vivere per sempre, affinché egli diventi la vostra guida in questa terra di errore, affinché in questo mare in burrasca egli sia per voi un porto, affinché nella regione della sete, sia per voi una fonte di acqua viva, affinché nel luogo della fame, sia per voi una cesta piena, affinché sia la quiete delle vostre anime, il medico e il datore di vita per i vostri corpi".

[38] La moltitudine esclamò: "Apostolo del Dio vivo, guida lungo il sentiero della vita, rivelatore della verità, molte sono le cose che sono state fatte per noi, che siamo alieni dal Dio glorioso da te predicato e fino ad ora non abbiamo osato dichiararci suoi, giacché le nostre opere sono lungi da lui e a lui odiose. Ma se egli avrà compassione di noi, ci libererà dalle nostre azioni precedenti e da ogni male da noi compiuto vivendo nell'errore, non richiedendocene conto né più ricordando i nostri anteriori peccati, noi diverremo suoi servi e eseguiremo la sua volontà". Giuda rispose loro: "Egli non ve ne richiederà conto, né ricorderà più i vostri peccati compiuti vivendo nell'errore, egli perdonerà le vostre iniquità, quanto avete compiuto antecedentemente allorché eravate nell'ignoranza".

 




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