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Atti di Tomaso

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VI - Atto sesto: del giovane che uccise una donna e dell'Eucaristia

 

[51] Un giovane che aveva commesso un'odiosissima azione, si accostò, prese l'Eucaristia e se la stava mettendo in bocca allorché le sue mani rimasero inaridite e non poterono giungere alla bocca. Appena videro ciò, quelli che erano con lui andarono a comunicare all'apostolo quanto era accaduto.

L'apostolo lo chiamò e gli disse: "Dimmi, figlio, non avere vergogna di me! Che cosa hai fatto prima di venire qui? Ecco, infatti, che il dono di nostro Signore ti ha smascherato: esso che guarisce così tante persone che si accostano con amore, con verità e con fede, ti ha palesemente inaridito. Ciò non ti è accaduto senza un motivo".

Visto che era stato smascherato dall'Eucaristia di nostro Signore, il giovane andò a prostrarsi ai piedi dell'apostolo supplicandolo di intercedere per lui e dicendogli: "Ho compiuto un'azione cattiva! Amavo una donna che viveva fuori della città, in un albergo, e lei pure m'amava. Ma avendo udito da te la verità che insegni e la fede nel Dio che tu predichi, ben sapendo che sei veramente l'apostolo di Dio, io pure ricevetti il segno con gli altri. E siccome tu dicesti: "Chiunque indulge al sordido connubio, ed in specie all'adulterio, non avrà la vita con il Dio ch'io predico", pur amandola, la supplicai e cercai di convincerla a vivere con me una vita innocente, pura, tranquilla, casta e modesta, come predichi tu, ma lei non ne volle sapere. Quando mi accorsi che non mi ascoltava, dormii con lei e l'uccisi giacché non avrei potuto sopportare di sapere che avesse relazioni con altri uomini".

[52] Udite queste cose, l'apostolo disse: "O amore corrotto e spudorato, che hai incitato quest'uomo a compiere queste cose! O compagno della corruzione, alla quale quest'uomo non è stato capace di resistere! O connubio lascivo, che corrompe le menti degli uomini e le aliena dalla purezza di Cristo! Opera ingannatrice che infurii contro i tuoi!".

L'apostolo ordinò che gli si portasse in un catino dell'acqua da lavare; e quando gli fu presentata perché su di essa recitasse la preghiera, egli glorificò Dio e la benedisse, dicendo: "Acqua dataci dall'acqua viva! Luce inviataci dal glorioso sussistente! Grazia inviataci dalla grazia! Gesù, nostro datore di vita, venga la tua forza vittoriosa e curativa, discenda la tua grazia e dimori in quest'acqua sulla quale ho invocato il tuo nome". Poi disse: "Il dono dello Spirito santo sia in voi perfetto!". E rivolto al giovane disse: "Lava le tue mani in quest'acqua!". Appena se le lavò, le mani ritornarono come erano prima che fossero inaridite.

L'apostolo gli domandò: "Credi tu nel Signore nostro, al quale è possibile ogni cosa?". Il giovane rispose: "La fede non mi manca! E' appunto perché credo in Dio ch'io ho compiuto quell'azione, pensando di fare bene. Io, infatti, l'avevo supplicata, come ti dissi, ma lei non volle ascoltarmi e mantenersi nella purità e nella castità: è per questo ch'io agii così".

[53] Giuda gli disse: "Vieni, andiamo nell'albergo dove hai compiuto questa azione". Egli precedette l'apostolo, mentre una grande moltitudine lo seguiva. Giunti all'albergo, entrarono e trovarono la donna morta; a tale vista l'apostolo ne fu addolorato, trattandosi di una ragazza. Ordinò che fosse presa e portata al centro dell'albergo; dopo che la presero e portarono in un letto, Giuda Tomaso le impose le mani e prese a dire:

"Gesù, nostro datore di vita, che non ci trascuri ogni volta che a te ci rivolgiamo! Gesù, che vieni a noi sempre che ti cerchiamo! Gesù, il cui orecchio è rivolto a noi che ti cerchiamo! Gesù, che non solo ci hai concesso di chiedere, ma ci hai pure insegnato come pregare! Gesù, che ora non vediamo con questi nostri occhi corporei, ma che mai ti allontani dagli occhi della nostra intelligenza! Gesù, il cui aspetto ci è nascosto, ma è rivelato a noi per mezzo della tua grazia, delle tue opere e delle tue gesta! Tu, che noi conosciamo secondo la nostra capacità e in conformità della nostra misura, eppure ci hai dato il tuo dono superiore alla nostra misura! Tu, che hai detto: "Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto", pur timorosi a causa dei nostri peccati e delle nostre trasgressioni, ti domandiamo di versare su di noi la tua grazia per mezzo della tua misericordia. Non cerchiamooroargento, né ricchezzepossedimenti, né benivestiti né nessun'altra di queste cose terrene di questo mondo, che da esso vengono e ad esso ritornano, bensì domandiamo e supplichiamo dalla tua benevolenza di voler fare risorgere, nel tuo nome santo, questa donna che è davanti a te, a tua grande gloria, a lode della tua divinità e a conferma della fede in te di tutti i presenti".

[54] E rivolto al giovane, disse: "Volgi la mente al Signore nostro". Lo segnò poi con il segno della croce, e proseguì: "Va', prendila per mano e dille: "La mia mano ti ha colpito con il ferro, Gesù con la sua grazia ti risuscita per mezzo della mia fede"".

Il giovane andò, le si avvicinò e disse: "Mio Signore Gesù Cristo, io ho creduto veramente in te, che sei il dono del Padre tuo, ho creduto che in te c'è ogni genere di aiuti e di favori, che in te c'è ogni genere di guarigioni, che in te c'è la vita per chiunque si pente, per chi a te si rivolge con tutto il cuore. Supplico la tua misericordia, Signore, affinché venga in aiuto alla mia conversione e per mezzo delle mie mani dia a questa donna la vita, dal momento ch'io oso compiere ciò". Rivoltosi a Giuda, disse: "Prega per me, apostolo di Dio, affinché il mio Signore al quale mi rivolgo venga in mio aiuto!". Posta la mano su di lei, disse: "Vieni, mio Signore Gesù Cristo, e a costei la vita e a me un pegno della fede".

Non appena afferrò la sua mano, lei s'alzò ritta in piedi, guardò la folla circostante, vide l'apostolo di nostro Signore che le stava di fronte e, andatasi a gettare ai suoi piedi, si aggrappò alle sue vesti e gli disse: "Ti prego, signore, dov'è quell'altro che era con me e che non permise ch'io restassi nel luogo ch'io vidi, ma mi consegnò a te, dicendoti: "Portala via con te, affinché divenga perfetta nel suo amore per mezzo della fede e raggiunga poi il mio luogo?"".

[55] L'aldilà. Giuda le rispose: "Dimmi donde sei venuta e che cosa hai visto". Lei rispose: "Tu che eri con me e al quale egli mi affidò, vuoi sentire da me questo?". E prese a raccontare: "Un uomo dall'aspetto brutto, dal corpo nero e dalle vesti sordide, mi prese e portò in un luogo pieno di voragini, e con un diffuso odore puzzolente; mi fece guardare in ognuna delle voragini. Nella prima vidi un fuoco ardente e ruote di fuoco che vi giravano nel mezzo; mi disse: "A questo tormento sono destinate le anime di coloro che trasgrediscono la legge, quelle che mutano l'unione del connubio stabilito da Dio. Altre anime destinate a questo tormento sono quelle che non hanno conservato la loro verginità e si sono date ad atti vergognosi: verranno in questo tormento perché trasgredirono la legge di Dio; saranno abbandonate agli spiriti cattivi, saranno disprezzate e derise, ed avranno così la loro retribuzione; poi andranno in un altro luogo di tormenti peggiore di questo, ove saranno torturate".

[56] Mi mostrò un'altra voragine Vi guardai dentro e vidi cose spaventose alle quali sono destinate le anime dei malfattori: osservai molte torture destinate a uomini e donne, a giovani e a ragazze; gli uomini che, abbandonata la loro moglie, hanno relazioni con le donne dei loro compagni, giovani che non si attengono alle loro leggi, bensì soddisfano lascivamente la loro libidine con le prostitute, e ai quali non basta il violare la legge con le prostitute, ma tendono insidie alle vergini e indulgono lascivamente al peccato, le ragazze che non hanno conservato lo stato verginale a motivo della loro lasciva libidine e hanno così attirato la vergogna sui loro genitori; tutti costoro verranno in questi tormenti e saranno ripagati secondo le loro opere.

[57] Mi prese nuovamente e mi fece vedere un antro oscuro, dal quale veniva un odore puzzolente, e mi disse: "Guarda e osserva! Questa è, infatti, la prigione per le anime delle quali ti parlai allorché ti dissi che al termine del primo castigo ne sarebbe seguito un altro: alcune saranno qui consumate interamente, mentre altre saranno dirette ad altri tormenti"". I custodi di quei tormenti dissero all'uomo che mi guidava: "Dacci costei affinché la leghiamo al suo posto in attesa che vada tra i suoi tormenti". Ma l'uomo che mi guidava rispose: "Non ve la consegnerò perché ho timore di colui che me l'ha affidata, senza darmi l'ordine di lasciarla qui; la riporterò su con me fino a quando riceverò ordini a suo riguardo". Mi prese e mi portò nel luogo ove c'erano gli uomini. Egli, che era come te, mi affidò a te, dicendoti: "Prendi costei, giacché è una pecora smarrita!". Tu m'hai ricevuto da lui ed ecco che ora mi trovo davanti a te supplicandoti di essere condotta, per mezzo tuo, alla fede, di poter trovare la grazia per mezzo della tua preghiera, e di potere anche andare a quei tormenti che ho visto".

[58] Giuda Tomaso disse allora: "Avete udito, figli miei, quanto ha detto questa donna. E i tormenti non sono soltanto questi, ma ce ne sono altri ancora peggiori. Voi pure, dunque, se non vi convertite alla verità ch'io predico e se non vi asterrete dalle azioni cattive, da ogni opera che non vi è di giovamento e dai pensieri sprovvisti di conoscenza, finirete in mezzo a questi tormenti. Credete, dunque, in Gesù Cristo ed egli farà svanire le vostre azioni precedenti, vi purificherà da ogni pensiero terreno proprio della terra, vi purificherà da tutti i vostri peccati, che senza il pentimento davanti a Dio vi accompagnerebbero, andrebbero con voi e resterebbero innanzi a voi. Ognuno di voi si svesta perciò del suo vecchio uomo e si rivesta del nuovo, si svesta cioè del suo modo di vivere e delle sue opere corporali. Quelli che rubavano, non rubino più, bensì si diano da fare e lavorino per vivere. Quelli che si davano all'adulterio non commettano più adulterio, non si abbandonino più a un momentaneo piacere per non incorrere in un perpetuo tormento; l'adulterio, infatti, davanti a Dio è più odioso di ogni altra opera cattiva. Tenetevi lungi dalla menzogna, dall'oppressione, dall'ubriachezza, dalla calunnia e non rendete male per male. Tutte queste cose sono odiate dal Dio ch'io predico e davanti a lui sono impure. Camminate, invece, con tutta umiltà, temperanza e purezza; abbiate fiducia in Dio, diverrete suoi servi e riceverete da lui quei doni che sono dati solo a pochi".

[59] La moltitudine credette, si arrese obbediente al Dio vivo e a Gesù Cristo e si rallegrava delle opere benedette dell'Altissimo e del suo santo servizio. Ognuno portava molto denaro per il sollievo delle vedove, che l'apostolo radunava in ogni città, a ognuna delle quali egli provvedeva per mezzo dei suoi diaconi trasmettendo per il vitto e il vestito ciò che era stato offerto per loro.

Egli non cessava mai di predicare e di parlare loro, di additare in Gesù il Messia del quale parlarono le Scritture e i cui tipi, misteri e similitudini sono palesi nella Legge e nei Profeti; il quale fu dato come alleanza al popolo di Israele affinché per amor suo si astenessero dal culto degli idoli, come luce ai popoli delle genti per opera del quale è discesa su di esse la grazia di Dio sicché tutti coloro che osservano i suoi comandamenti avranno requie nel suo regno e saranno onorati nella gloria. Egli venne, fu crocifisso e, dopo tre giorni, risorse.

Esponeva loro e spiegava loro, da Mosè fino agli ultimi profeti, perché tutti predicassero lui e come egli fosse venuto portando veramente tutto a compimento. La sua esposizione era udita dagli uomini nelle città e nei villaggi, e chiunque aveva un infermo, un posseduto da spirito cattivo, un lunatico o un paralitico, lo portava sul letto e lo poneva ai lati della strada dove sapeva che sarebbe passato, ed egli li curava tutti per opera del suo Signore Gesù. I malati affetti da gravi infermità, erano guariti; i paralitici si alzavano completamente sani; tutti glorificavano Dio con una sola voce, dicendo: "Sia gloria a te, Gesù Cristo, che ci hai dato la salute per opera del tuo servo e apostolo Giuda. Completamente sani e pieni di gioia ti preghiamo affinché noi pure possiamo divenire figli del tuo ovile ed essere annoverati tra le tue pecore. Accoglici, Signore nostro, e non imputarci i precedenti nostri peccati, commessi nell'ignoranza".

[60] Allorché Giuda Tomaso li vide, alzò la sua voce e disse: "Sia gloria a te, vivente dal vivente! Sia gloria a te, datore di vita a molti! Sia gloria a te, aiuto e sostegno di coloro che vengono al tuo luogo di rifugio! Sia gloria a te, insonne da tutta l'eternità, ridestatore degli uomini, vivente e datore di vita! Tu sei Dio, Figlio di Dio, salvatore e aiuto, rifugio e riposo di tutti coloro che si affaticano nella tua opera. Datore di riposo a quanti, per amore del tuo nome, hanno sopportato il peso di tutto il giorno, nel meriggio. Ti lodiamo per il dono che ci hai dato, per i soccorsi alla nostra debolezza, per la provvidenza alla nostra povertà.

[61] Perfeziona in noi, fino in fondo, la tua grazia e la tua misericordia! Concedici il coraggio che è in te! Guarda, Signore! Amiamo solo te! Abbiamo abbandonato le nostre famiglie e le famiglie dei nostri parenti e, per amor tuo, siamo divenuti stranieri, senza alcuna costrizione. Guarda, Signore! Per amor tuo abbiamo abbandonato i nostri possedimenti, per guadagnare te, possedimento della vita che non può essere tolto Guarda, Signore, nostro! Per amor tuo abbiamo abbandonato tutti i nostri parenti, per potere essere incorporati alla tua parentela. Guarda, Signore nostro! Abbiamo abbandonato i nostri padri, le nostre madri e i nostri tutori, per potere vedere il tuo Padre sublime ed essere ripieni del tuo cibo divino. Guarda, Signore nostro! Abbiamo abbandonato le nostre mogli carnali e i frutti terrestri per essere uniti a te con un'unione verace e produrre quei frutti celesti che vengono dall'alto, che nessun uomo ci può togliere, che saranno sempre con noi e noi con essi".

Qui terminano i sei atti.

 

 

 

 




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