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Atti di Tomaso

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VIII - Atto ottavo: il branco degli asini selvatici

 

[68] L'apostolo dunque si avviò sulla strada per andarsene, mentre tutti l'accompagnavano piangendo e scongiurandolo per il Signore di ricordarsi di loro nelle sue preghiere e di non dimenticarli.

Salito sul carro del generale, l'apostolo si sedette, mentre i fratelli rimasero dietro di lui. Si accostò allora il generale e disse all'auriga: "Ch'io sia degno, ti prego, di sedere ai piedi del Figlio di Dio, Gesù Cristo, di essere il suo auriga lungo questa strada conosciuta da molti, affinché egli sia la mia guida lungo quella strada che solo pochi percorreranno".

[69] Dopo avere percorso circa un miglio, Giuda Tomaso supplicò il generale, lo fece alzare e sedere a fianco a lui, e ordinò poi all'auriga di andarsi a sedere al suo posto. Mentre percorrevano la strada e Giuda conversava con il generale, le bestie, stanche per la lunghezza del percorso, si fermarono rifiutandosi di proseguire. Il generale, gravemente rattristato, pensava di correre a piedi alla ricerca di altre bestie, oppure altri cavalli, ovunque avesse potuto trovarle, avendo ormai solo più poco tempo.

Visto ciò, l'apostolo gli disse: "Non temere, non agitarti, credi soltanto in Gesù, come già ti dissi, e vedrai grandi meraviglie". Il generale rispose: "Io credo in lui, e credo che a lui è possibile tutto ciò che gli si chiede".

Giuda vide allora un branco di asini selvatici che stavano pascolando a una certa distanza dalla strada principale e disse al generale: "Se credi in Gesù, va' dal branco e dì: "Giuda, l'apostolo di Gesù Cristo Figlio di Dio ordina che vengano quattro di voi perché io ne ho bisogno"".

[70] Pieno di paura perché erano molti, il generale andò e più si avvicinava più essi gli venivano incontro; quando gli furono vicini, disse loro: "Giuda Tomaso, apostolo di Gesù Cristo, ordina: "Quattro di voi vengano con me perché ne ho bisogno"". A queste parole si affrettarono a correre da lui tutti e, per disposizione del Signore, appena giunti gli si prostrarono davanti. Allora Giuda Tomaso, apostolo del Signore, alzò la sua voce di lode dicendo:

"Tu sei glorioso, Dio di verità e Signore di tutti gli esseri, giacché tu con la tua volontà hai voluto e hai fatto tutte le tue opere, hai perfezionato tutte le tue creature, le hai inquadrate nell'ordine della loro natura e hai posto su di loro il tuo timore affinché siano sottoposte al tuo comando. La tua volontà ha preso il sentiero che conduce dal tuo nascondimento alla manifestazione e, provvedendo a ogni anima da te creata, fu manifestata dalla bocca di tutti i profeti con ogni genere di visioni, di suoni e di voci; ma a motivo della sua cattiva inclinazione, Israele non obbedì. Ma tu, essendo il Signore di tutto, hai cura delle creature e spandi su di noi la tua misericordia per opera di colui che, per tuo volere, è venuto e si è rivestito del corpo, tua creatura, da te voluto e formato secondo la tua gloriosa sapienza. A colui che nel tuo segreto hai designato e nella tua manifestazione hai stabilito, hai dato il nome di Figlio: egli era la tua volontà e la potenza del tuo pensiero. Così voi siete in vari nomi, Padre, Figlio e Spirito santo, per il governo delle tue creature, per nutrire tutti gli esseri, ma siete una sola persona nella gloria, nella potenza e nella volontà, siete divisi senza essere separati, siete una persona sebbene siate divisi; tutto sussiste per opera tua e ti è soggetto, perché tutto è tuo. Io confido in te, Signore, che con il tuo comando hai assoggettato, nella necessità, queste mute bestie per manifestare la potenza del tuo governo su di noi e su di esse affinché il tuo nome fosse glorificato in noi e in queste bestie senza parola".

Dette queste cose, rivolto agli asini selvatici, proseguì: "Pace a voi che avete obbedito alla parola sovrana. Vengano quattro di voi e si lascino aggiogare in luogo di queste bestie che si sono fermate e non possono più proseguire". Ogni asino selvatico si avvicinò e pressava per essere aggiogato: tra di essi ce n'erano alcuni più forti degli altri, e questi furono aggiogati, mentre tutti gli altri presero a seguire o a precedere l'apostolo. Dopo un breve tratto di strada, egli disse loro: "Mi rivolgo a voi, abitatori del deserto! Fermatevi e andate ai vostri pascoli; se infatti avessi avuto bisogno di voi tutti so che sareste venuti tutti con me; ora però ritornatevene al luogo ove eravate". Gli asini selvatici se ne andarono tranquillamente e scomparvero dalla vista.

[71] L'apostolo, il generale e gli asini. Sulla carrozza sedeva l'apostolo con il generale e l'auriga, gli asini selvatici procedevano poco alla volta tranquillamente e con dolcezza per non dare scossoni all'apostolo di Dio; raggiunta la porta della città, individuarono la casa e si arrestarono davanti al cortile del generale. Stupito, il generale esclamò: "Sono incapace di parlare e di raccontare ciò che è accaduto; se avverrà ancora un prodigio, allora io racconterò tutto". Avendo visto gli asini selvatici aggiogati alla carrozza e avendo udito la fama dell'apostolo che era giunto là, tutti gli abitanti della città si facevano avanti. L'apostolo disse al comandante: "Dov'è casa tua? Dove ci conduci?". Il generale rispose: "Sai che ti trovi alla porta del tuo servo, e queste bestie, che per tuo ordine sono venute con te, lo sanno meglio di me".

[72] Ciò detto, l'apostolo prese a dire: "Gesù, conoscenza di colui che in questo paese è sconosciuto; Gesù, voce di colui che in questa città è straniero; Gesù, che in questa gente sei straniero; Gesù, che hai inviato il tuo apostolo in ogni paese e in ogni città; che sei glorificato in lui e che per mezzo suo sei manifestato a tutti coloro che ne sono degni; Gesù, che ti sei rivestito del corpo, sei divenuto uomo e sei apparso a tutti noi affinché non ci potessimo allontanare dal tuo amore; Signore nostro, che ci hai dato te stesso, che ci comperi con il tuo sangue e ci acquisti per te quale proprietà acquisita a caro prezzo. E che cosa noi gli possiamo dare per la sua vita? Egli diede, infatti, a noi la sua vita. Non c'è nulla che ci appartenga né egli chiede a noi qualcosa, eccetto che noi lo preghiamo per poter vivere".

[73] Quando egli ebbe finito di dire queste cose, molti erano giunti da ogni parte per vedere l'apostolo del nuovo Dio, che era venuto. Giuda disse: "Perché restiamo qui oziosi? Che cosa vuoi tu, Gesù? Ordina al tempo e porta l'opera a compimento!".

La donna, la figlia e il demone. Dieci demoni stavano infierendo sulla donna e sulla figlia, e i servi del generale ritenevano che non avrebbero resistito giacché non le lasciavano mangiare mantenendole continuamente stese sul letto, irriconoscibili a tutti fino al giorno in cui venne l'apostolo. L'apostolo disse allora a uno degli asini selvatici che stavano aggiogati alla destra: "Entra nel cortile e chiama quei demoni e dì loro: "L'apostolo Giuda, discepolo di Gesù Cristo ordina di venire fuori di lì, essendo stato io mandato per voi e contro la vostra genia, per condurvi al vostro posto fino a che venga il tempo della consumazione e ve ne andiate nel vostro abisso"".

[74] Alla presenza di una folla di persone, l'asino selvatico entrò e disse: "Mi rivolgo a voi, nemici dell'umanità! Mi rivolgo a voi, che chiudete gli occhi alla luce per non vedere, perché la natura del male non può restare con il bene! Mi rivolgo a voi, progenie della Geenna e dell'Abbaddon, figli di colui che fino a oggi non è mai sazio del male, che produce continuamente dei servi maligni secondo la sua natura! Mi rivolgo a voi, audaci perversi che perirete di vostra propria mano! Che dire a proposito della vostra fine? Non lo so! Quello che vorrei dire sono incapace di esprimerlo; tali cose sono gravi per essere udite e sorpassano ogni misura giacché, per quanto grandi siano i vostri corpi, sono ancora troppo piccoli per le vostre retribuzioni. Mi rivolgo a te, demone, e a tuo figlio che ti accompagna, essendo stato ora mandato contro di voi. Ma perché prolungo il mio dire sulla vostra natura? Voi la conoscete più di me e siete sfrontati. Giuda Tomaso, discepolo di Gesù Cristo, egli che mi ha inviato qui con misericordia e grazia, ordina: "Uscite fuori davanti a questa folla qui presente e ditemi di quale razza siete"".

[75] In quel momento uscirono la donna e sua figlia dall'aspetto simile a un morto, nude e sfigurate. Appena le vide, l'apostolo ne fu rattristato e disse: "Non v'è stata usata pietà alcuna, perciò avete una conoscenza limitata! Nel nome di Gesù Cristo allontanatevi da esse e mettetevi al loro fianco".

Allorché l'apostolo si espresse con queste parole, le donne caddero a terra e parvero morte: in esse non v'era più respiro né emettevano più alcun suono. Il demone alzò la voce e gridò: "Sei nuovamente qui, tu che rimproveri la nostra natura? Sei nuovamente qui, distruttore della nostra razza? Sei nuovamente qui, tu che cancelli le impronte dei nostri piedi? A quanto vedo, non vuoi proprio lasciarci sulla terra, ma per ora tu non riesci a fare questo".

[76] L'apostolo capì che quello era il demone che aveva scacciato da quell'altra donna; e quello proseguì: "Lasciami andare, te ne prego! Andrò e dimorerò dove tu vuoi, prenderò gli ordini da te e non avrò paura di colui che ha autorità su di me, giacché tu sei venuto a visitare e a fare il bene, così come io sono venuto per distruggere. Come tu sei riprovato se non adempi la volontà di colui che ti ha mandato, così anch'io se non eseguisco la volontà di colui che mi ha mandato seguirò prima del tempo il destino della mia natura. Come il tuo Signore ti aiuta nelle cose che tu compi, così il padre mio mi sostiene nelle cose che faccio. Come egli ti prepara degli strumenti degni ch'egli abiti in essi, così egli mi fa conoscere degli strumenti che gli siano obbedienti, in modo ch'io compia in essi la sua volontà. Come egli nutre e provvede a te e a quanti ti obbediscono, così tortura e tormenta me e quelli nei quali io dimoro. Come a te egli dà la ricompensa del tuo lavoro, cioè la vita perpetua, così anche a me dà la ricompensa per le mie azioni, cioè la perdizione perpetua. Come tu godi per le tue preghiere, per le tue opere buone e per l'Eucaristia, per i canti di lode a lui, per i salmi e gli inni, così io godo per gli omicidi, per gli adulteri, per i sacrifici e le libazioni di vino sugli altari. Come tu indirizzi gli uomini alla vita perpetua, così io indirizzo gli uomini a me, alla perdizione e al tormento perpetui. Tu ricevi la tua ricompensa, io la mia".

[77] Dopo che il demonio ebbe finito di dire queste cose, l'apostolo rispose: "Per mezzo mio, Gesù dice a te e a tuo figlio che non entrerete più in una abitazione umana; uscite e andate a dimorare lungi da qualsiasi abitazione umana". I demoni gli risposero: "Obbediamo a quanto ci hai comandato, ma a quelli che ti sono nascosti che cosa farai? Essi gioiscono nei loro strumenti più di te: sono venerati dalla gente che compie la loro volontà sacrificando loro, versando loro libazioni di vino e offrendo sacrifici". L'apostolo rispose: "Alla fine periranno anch'essi con i loro adoratori".

Inutilmente si cercarono i demoni; di loro non v'era più traccia, mentre le donne giacevano come morte, senza parola.

[78] Gli asini selvatici se ne stavano l'uno a fianco all'altro senza staccarsi; ma quello al quale la potenza di nostro Signore aveva dato la parola se ne stava davanti ai suoi compagni, e allorché tutta la gente lo guardava in silenzio nell'attesa di vedere quanto avrebbe fatto l'apostolo, l'asino selvatico, guardando la gente, disse all'apostolo: "Perché te ne stai lì ozioso, apostolo dell'Altissimo? Al tuo fianco c'è il Paraclito in attesa di ciò che gli chiederai per dartelo. Perché indugi, buon discepolo? Il tuo Maestro desidera mostrare grandi cose per mezzo tuo. Perché te ne stai immobile, predicatore di colui che è nascosto? Il tuo Maestro desidera svelare, per mezzo tuo, la sua nascosta natura a quelli che sono degni di udire queste cose. Perché te ne stai quieto, tu che nel nome del tuo Signore operi prodigi? Il tuo Signore è a fianco a te per infonderti coraggio. Non temere! Egli non ti abbandonerà, la sua divinità non permetterà che la tua umanità sia tormentata. Inizia, dunque, a invocarlo ed egli ti ascolterà come è solito fare in ogni tempo. Perché ti attanaglia lo stupore davanti alle sue molteplici opere? Le cose operate per mezzo tuo sono piccole. Se vuoi enumerare i suoi doni non sarai capace di giungere alla fine. Perché ti stupisci a proposito delle guarigioni corporali che hanno un termine, mentre tu ricordi quella sua guarigione che non ha fine? Perché valuti l'amore temporale, mentre puoi riflettere ogni giorno sulla vita perpetua?

[79] Voi gente qui presente nell'attesa di vedere la risurrezione di costoro che sono prostrate, credete nel Maestro della verità, credete in colui che vi incammina verso il vero, credete nel rivelatore dei segreti, credete nel dimostratore della vita, credete all'apostolo eletto di Gesù, credete al Figlio, Gesù Cristo, che è nato affinché coloro che sono nati vivano in virtù della sua nascita, è cresciuto affinché per mezzo suo apparisse la crescita perfetta; è andato a scuola affinché per mezzo suo fosse nota la sapienza perfetta, insegnò al suo maestro perché egli era il Maestro della verità e l'insegnante dei saggi, andò nel tempio e offrì un sacrificio affinché apparisse manifesto che tutti i sacrifici sono santificati da lui. Questo è il suo apostolo, questo è l'apostolo della verità, questo è colui che compie la volontà di colui che l'ha mandato.

Ma verrà un tempo nel quale appariranno falsi apostoli, profeti bugiardi la cui fine sarà come quella delle loro azioni, e vi diranno: "Attenti ai peccati", mentre essi non faranno che commettere peccati, indosseranno la veste dell'agnello mentre dentro sono lupi rapaci, non si accontenteranno di prendere legalmente una moglie, ma con le loro parole e con le loro azioni corromperanno molte donne, non genereranno bambini, ma corromperanno molti bambini e per questo ne sconteranno la pena, saranno addolorati a motivo della felicità degli altri e godranno della loro angustia, ai quali non basta quanto possiedono e desidereranno che tutto sia al loro servizio ed essere considerati come discepoli di Cristo; nella loro bocca c'è una cosa e un'altra nel loro cuore; esortano a evitare le cose odiose, ma intanto non compiono una sola azione buona; davanti a loro l'adulterio, il furto, l'oppressione e l'avidità sono odiosi, ma, segretamente, compiono tutto ciò che predicano di non fare"

[80] Invocazione. Mentre esso diceva queste cose, tutti gli asini selvatici lo stavano osservando e, quando rimase zitto, Giuda disse: "Che cosa debbo pensare del tuo servo Gesù? Come ti debbo invocare, non so! Tu sei dolce e silente, sei quieto e loquace! Tu vedi quanto c'è nel cuore, indaghi ciò che c'è nella mente! Gloria a te, misericordioso! Gloria a te, Parola viva' Gloria a te, nascosto e multiforme! Gloria a te, misericordia che ha abbondato su di noi! Gloria a te, grazia discesa su di noi! Gloria a te, grandezza divenuta piccola per noi! Gloria alla tua sublimità divenuta umile per noi! Gloria alla tua forza, divenuta debolezza per noi! Gloria alla tua divinità, che per noi si è rivestita di umanità! Gloria alla tua divinità che fu fatta nuova per noi, e morì per dare a noi la vita! Gloria alla tua risurrezione dal sepolcro, affinché noi possiamo risorgere e salire in alto! Gloria alla tua ascensione in cielo con la quale tu ci hai preparato la strada verso l'alto, dopo averci promesso e giurato che saremo seduti alla tua destra e alla tua sinistra, e saremo giudici insieme a te! Tu sei la Parola del cielo, tu sei la luce nascosta dell'intelligenza, lo studio del sentiero della verità, colui che disperde le tenebre e distrugge l'errore!".

[81] Dopo avere detto queste cose l'apostolo andò dalle donne che stavano là, e disse: "Mio Signore e mio Dio Gesù Cristo, io non dubito di te, bensì ti invoco giacché in ogni tempo tu ci hai dato aiuto, conforto e coraggio. Datore della franchezza di parola e della gioia al tuo servo e apostolo, fa' che queste donne siano guarite, si alzino e tornino a essere come erano prima che fossero colpite dai demoni". A queste parole, le donne si volsero in su e si sedettero guarite. Giuda ordinò al generale di farle accompagnare a casa dai suoi servi e di dare loro da mangiare.

Dopo che esse furono prese e portate via, egli disse agli asini selvatici: "Seguitemi". Gli andarono dietro ed egli li condusse fuori della porta; appena usciti, disse loro: "Andate in pace ai vostri pascoli!". Gli asini selvatici se ne andarono tranquilli, mentre l'apostolo restava a guardarli, badando che nessuno facesse loro del male, fino a quando scomparvero dalla vista e non furono più visibili.

 

 




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