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Pius PP. IX
Singulari quadam

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Capp. X-XII

10. Ai principali errori fin qui esposti che soprattutto in questi tempi fanno guerra alla Chiesa, Voi fate in modo di opporre, Venerabili Fratelli, il valore e la costanza vostra; per combatterli e distruggerli pienamente vi è bisogno di Ecclesiastici che vi siano compagni e di aiuto nelle fatiche. Veramente Noi godiamo di gaudio immortale che il Clero cattolico nulla tralasci, da nessun disagio rifugga per adempiere zelantemente il suo ufficio e il suo dovere. Anzi, né gli aspri e lunghi viaggi, né alcun timore di travaglio lo ritardi minimamente dal penetrare fino a regioni remote, oltre lontane terre e lontani mari, per educare salutarmente popoli barbari all’umanità ed alla disciplina della legge cristiana. Parimenti godiamo che il medesimo Clero, affrontando per tanti paesi e tante popolosissime città il flagello di fierissima peste, abbia compiuto con sì grande alacrità tutti gli uffici di carità fino a reputarsi a bella e gloriosa ventura il profondere la vita per la salute dei prossimi. Il che varrà certamente ad affermare sempre più che nella Chiesa Cattolica, la quale sola è vera, arde inestinto quel bellissimo fuoco di carità, che Cristo venne a mettere in terra perché risplenda. E infatti abbiamo veduto donne religiose gareggiare col Clero nel soccorrere gl’infermi, senza che le atterrisse l’aspetto della morte, la quale la maggior parte di loro con fortissimo animo affrontò: esempio d’inusitata fortezza che rese attoniti per meraviglia anche coloro i quali dissentono dalla fede cattolica.

11. Questo a Noi, Venerabili Fratelli, giusto motivo di allegrezza, ma dall’altra parte l’animo Nostro è toccato di grave ed acerba cura perché non mancano in certi luoghi alcuni del Clero che non si comportano sempre come ministri di Cristo e dispensatori dei misteri divini. Quindi avviene che manchi al popolo cristiano il pascolo della divina parola per nutrimento di vita, e che sia raro l’uso dei sacramenti, i quali hanno pur tanta efficacia per acquistare e per conservare la grazia di Dio. Costoro debbono essere ammoniti, Venerabili Fratelli, ed eccitati con più calore ad adempiere bene e fedelmente i compiti del sacro ministero. Vanno illuminati sulla gravità della colpa di cui si rendono rei ricusando di affaticarsi nel campo del Signore, dato che la messe è copiosa. Si debbono esortare a spiegare sovente ai fedeli come sia grande il valore dell’ostia divina per placare Iddio e stornare i castighi delle colpe, affinché gli stessi fedeli procurino di assistere religiosamente al salutare sacrificio della Messa per ritrarne copiosi frutti. Certo è che i fedeli in qualche luogo sarebbero più pronti a praticare gli atti di pietà se ricevessero dal Clero più forti eccitamenti ed aiuti. Di qui Voi ben vedete, Venerabili Fratelli, quanto sia necessario ed opportuno, per ben formare idonei ministri di Cristo, l’avere Seminari, nel governo dei quali devono impiegarsi la sollecitudine e l’industria non già del potere civile, ma solo dei Vescovi. Adoperatevi con diligenza a formare alla pietà ed alla dottrina i giovani ivi raccolti, che sono le speranze crescenti della religione, affinché armati come di doppia spada diventino un giorno soldati valorosi nel combattere le battaglie del Signore. Ed affinché non s’imbevano di nessuna opinione meno conforme alla dottrina cattolica, date loro nelle mani tanto per le discipline teologiche, come anche per le filosofiche, autori di fede sperimentata.

12. In tal guisa Voi avrete provveduto per parte vostra, Venerabili Fratelli, al benessere ed all’incremento della Chiesa. Ma affinché le sollecitudini intraprese per essa riescano a felicissimi successi, occorrono una somma concordia e consenso d’animi, e bandire lontano ogni sorta di dissidi, i quali rompono il vincolo della carità: dissidi che lo scaltrissimo nemico del genere umano suole fomentare come quelle cose che riescono opportunissime al suo intento di nuocere. Bisogna ricordarsi che quegli antichi difensori della fede cattolica trionfarono delle più pertinaci eresie appunto perché, strettamente uniti fra loro e con la Sede Apostolica, quali soldati col loro capitano, discesero con animo saldo ed ardito nel combattimento.




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