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Atti di Andrea

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II

[2, 1] Il mistero della croce. Quando dunque entrò nella città di Patrasso il proconsole Egea, iniziò a obbligare i credenti in Cristo a offrire sacrifici agli idoli. Andò allora da lui sant'Andrea e gli disse: "Sarebbe necessario che tu che hai meritato di essere giudice degli uomini, conoscessi il tuo giudice che è in cielo e, conosciutolo, lo venerassi e, venerando colui che è il vero Dio, distogliessi il tuo animo da coloro che non sono veri dei".

Egea gli rispose: "Sei tu l'Andrea che distrugge i templi degli dèi e spinge gli uomini verso una setta superstiziosa, or ora scoperta, che i prìncipi romani ordinarono di sradicare?".

[2] Andrea rispose: "I prìncipi romani ancora non hanno conosciuto che il Figlio di Dio, venuto per la salvezza degli uomini, ha insegnato che gli idoli non soltanto non sono dèi, ma sono demoni pessimi e nemici del genere umano che insegnarono agli uomini a offendere Dio, affinché, offeso, si allontani e non dia ascolto, ed essendosi allontanato e non esaudendo, essi restino prigionieri del diavolo il quale seguita ad ingannarli fino a quando escano dal corpo colpevoli e nudi portando con sé null'altro all'infuori dei peccati".




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