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Atti di Andrea IntraText CT - Lettura del testo |
I
[1, 1] Parole di Andrea in carcere. "...in voi non c'è altro che fiacchezza? Non vi siete ancora convinti che non potete più resistere alla sua benevolenza? Rallegriamoci con noi stessi e siamo ossequienti per la abbondante comunione che abbiamo con lui. Diciamo a noi stessi: Benedetta la nostra stirpe! Da chi è amata? Benedetta la nostra esistenza! Da chi ha ricevuto misericordia? Noi che siamo stati riconosciuti da una così grande altezza, non siamo stati gettati al suolo, non apparteniamo al tempo per essere poi dissolti dal tempo, non siamo un congegno del movimento fatto per esser poi distrutto da se stesso, né la nostra nascita è terrena e quindi peritura.
[2] Noi apparteniamo dunque alla grandezza alla quale aspiriamo, siamo sua proprietà; apparteniamo a colui che ha pietà di noi. Apparteniamo al migliore e perciò ci asteniamo da quanto è perverso. Apparteniamo al bene e per suo amore respingiamo quanto è vergognoso, al giusto per mezzo del quale respingiamo l'ingiusto, al misericordioso per mezzo del quale respingiamo il crudele, al salvatore per mezzo del quale abbiamo conosciuto il distruttore, alla luce per mezzo della quale abbiamo bandito le tenebre, all'Uno per mezzo del quale abbiamo allontanato il molteplice, al celeste per mezzo del quale abbiamo imparato a conoscere il terreno, al permanente per mezzo del quale abbiamo visto il transeunte.
[3] Se desideriamo offrire un degno ringraziamento al Dio che ha avuto misericordia di noi oppure esprimergli la nostra gioiosa fiducia oppure presentargli un inno di lode oppure glorificarlo, è perché siamo stati riconosciuti da lui".