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Atti di Andrea IntraText CT - Lettura del testo |
V
[5, 1] Insegnamento di Andrea. Massimilla, però, alla solita ora, andò con Efidama da Andrea, pose le mani di lui sul suo viso, le baciò e cominciò a riferirgli integralmente le condizioni di Egeate.
Andrea le rispose: "So, Massimilla, figlia mia, che tu sei spinta a resistere a tutta la seduzione del rapporto matrimoniale, desiderosa di allontanarti da un genere di vita disdicevole e contaminato. Questo appunto occupa da tempo la mia mente; ma ora desidero testimoniare qual è la mia intenzione. Ti scongiuro, Massimilla, non lo fare. Non dare ascolto alle minacce di Egeate, non darti vinta alle sue parole, non temere i suoi disdicevoli disegni, non cadere vittima delle sue lusinghe, non cedere ai suoi impuri discorsi, resisti a tutti i tormenti guardando a noi per breve tempo e vedrai che sarà colpito da una paralisi totale, si infiacchirà e abbandonerà te e tutti i tuoi congiunti.
Quanto io stimavo necessario dirti mi è sfuggito: io infatti non mi adagerò fino a quando non avrò portato a compimento l'opera vista, che si avvererà per mezzo tuo.
[2] Vedo che veramente in te si compie il pentimento di Eva, e in me il ritorno di Adamo. Ciò che essa subì inconsciamente tu ora, con il ritorno, lo porti a lieto fine, e quanto subì l'intelligenza, da essa avvilita ed espulsa, io raddrizzo con te, che sei cosciente di essere innalzata. Tu hai riparato le sue deficienze, senza essere succube come lei; e rifugiandomi in Dio, io ho reso perfetto quanto in lui era imperfezione. Lei fu disobbediente, tu hai obbedito; io fuggo ciò a cui egli acconsentì; noi siamo coscienti di ciò in cui essi si illusero. È, infatti, stabilito, che ognuno corregga i propri errori.