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Atti di Andrea IntraText CT - Lettura del testo |
VI
[6, 1] Ho parlato come ho parlato, ma potrei anche aggiungere ciò che segue:
Felice te, o natura, che sei stata salvata perché sei stata forte e non ti sei nascosta!
Felice te, o anima, che gridi ad alta voce quanto hai patito, e ritorni in te stessa!
Felice te, o uomo, che riconosci ciò che non è tuo e aspiri a ciò che è tuo!
Felice te, che ascolti quanto è detto perché sei più grande delle cose pensate o dette!
[2] Riconosci che tu sei più potente delle cose che sembra ti sorpassino, più bello di quelli che ti gettarono nell'ignominia, di quelli che ti portarono in prigione. Comprendendo, o uomo, tutto ciò in te stesso, e cioè che tu sei immateriale, santo, luce, affine a colui che non è generato, che sei ragionevole, celeste, limpido, puro, al di sopra della carne, al di sopra del mondo, al di sopra dei capi, al di sopra delle potestà, sui quali tu stai in tutta verità, allora tu comprendi la tua condizione e ricevi quella piena comprensione per la quale tu eccelli: vedendo il tuo volto nel tuo essere, spezza tutte le catene (non parlo solamente di quelle che sono in relazione con la tua origine, ma anche di quelle che sono al di sopra dell'origine per le quali abbiamo coniato nomi straordinariamente grandi) e brama ardentemente di vedere colui che ti è rivelato, colui che non è generato, colui che, con piena fiducia, tu solo conoscerai presto.