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Atti di Andrea

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XVII

[17, 1] Per quello che mi accadrà non lasciatevi turbare considerando come un evento insolito e straordinario il fatto che il servo di Dio, colui al quale Dio stesso ha dato molto, sia nelle opere che nelle parole, venga strappato con la forza a questa vita terrena da un uomo malvagio. Non solo, infatti, questo accadrà a me, ma anche a tutti coloro che lo hanno amato, che hanno creduto in lui e l'hanno confessato. Il diavolo, sfrontatissimo, armerà contro di essi i suoi figli affinché diventino esecutori dei suoi disegni, ma non avrà quanto desidera.

[2] Vi dirò ora il motivo per cui egli ordisce queste cose. Fin dall'inizio di tutte le cose e, se così si può dire, da quando colui che non ha principio è disceso a sottoporsi al principio che è sotto di lui, il nemico che è contrario alla pace, allontana da lui (Dio) colui che in realtà non gli appartiene, ma è soltanto un debole: ancora non ha raggiunto la illuminazione totale e non è ancora capace di conoscere se stesso. Siccome anch'egli non lo conosce, ha bisogno di essere da lui combattuto. Credendo di possederlo e di dominarlo per sempre, egli (il nemico) gli si è contrapposto così tanto da fare della sua inimicizia una specie di amicizia. Suggerendogli i suoi propri pensieri, spesso li rappresenta come piacevoli e allettanti ritenendo di poterlo così dominare interamente. Apertamente egli non si mostra come un nemico, finge invece un'amicizia degna di lui.




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