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Atti di Andrea

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II

[2, 1] (10, 1-37) "...contro di me. Giacché questa cosa che ho fatto non l'ho compiuta da me, bensì ci sono stato costretto. Ora ti narrerò tutto il significato della faccenda. Questo giovane dal corpo tormentato, ha una sorella vergine, abile combattente e lottatrice. Vi assicuro che, per merito della sua purezza, delle sue preghiere ed elemosine, è vicina a Dio.

[2] Ora, per dirla in breve, presso la sua casa abitava un grande mago ed ecco quanto accadde un giorno: alla sera la vergine salì sul tetto a pregare, il giovane mago la vide mentre pregava e Semmath entrò in lui istigandolo a combattere contro questa abile lottatrice. Il mago disse tra sé: "Ho passato vent'anni sotto la guida del mio maestro fino a quando imparai l'arte! Eccomi dunque ora all'inizio della mia arte. Se non sarò più forte di questa vergine, sarò proprio un buono a nulla".

[3] Il giovane mago invocò dall'alto le grandi potenze contro la vergine indirizzandole contro di lei. Quando i demoni giunsero per tentarla o persuaderla, si comportarono come suo fratello; picchiarono alla porta e, pensando che si trattasse del fratello, lei si alzò e andò ad aprire la porta; ma prima lei fece una lunga preghiera sicché i demoni divennero come... e fuggirono... Piccolo".




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