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Atti di Andrea

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XII

[12, 1] La domanda del giovane Essuo. A Tessalonica c'era un giovane molto nobile e ricco, di nome Essuo. All'insaputa dei suoi parenti, andò dall'apostolo e, prostratosi ai suoi piedi, lo supplicava dicendo: "Servo di Dio, indicami, ti prego, la via della verità. Ho saputo, infatti, che tu sei un vero ministro di colui che ti ha mandato". Il santo apostolo gli predicò il Signore Gesù Cristo: il giovane credette, si aggregò al santo apostolo, più non ricordò i parenti né ebbe cura delle ricchezze.

Ma i parenti lo cercavano e, saputo che si trovava a Filippi con l'apostolo, andarono con doni pregandolo che si separasse da lui; ma egli non voleva. Diceva: "Volesse Iddio che non aveste neppure queste ricchezze, bensì conoscendo l'autore del mondo, che è il vero Dio, liberaste le vostre anime dall'ira futura".

[2] Il santo apostolo, lasciato il ritiro, prese a predicare loro la parola di Dio. Ma essi non volevano ascoltare. Ritornò allora al giovane e chiuse la porta di casa. Ma essi radunarono una coorte e poi andarono a incendiare la casa in cui si trovava il giovane, dicendo: "Perisca il giovane che abbandonò parenti e patria!".

Con fascine e fiaccole incominciarono a dare fuoco alla casa. Quando già le fiamme erano alte, il giovane prese un'ampolla d'acqua, e disse: "Signore Gesù Cristo, tu che hai in tuo potere la natura di tutti gli elementi, tu che abbeveri quanto è arido e fai seccare quanto è bagnato, tu che estingui quanto è infuocato e accendi quanto è spento, spegni questi fuochi affinché i tuoi non si raffreddino, ma si accendano alla fede". Così dicendo, sparse l'acqua dell'ampolla e subito tutto l'incendio si spense quasi che non fosse mai stato acceso.

[3] A questa vista, i parenti del giovane, dicevano: "Ecco che nostro figlio è già divenuto mago!". E, presa una scala, volevano salire fino al ritiro per ucciderlo con la spada. Ma il Signore li accecò, tanto che non vedevano i gradini della scala. E mentre persistevano in questa perversità, un cittadino di nome Lisimaco, disse: "Perché, uomini, vi affaticate per nulla? Dio, infatti, combatte in favore di queste persone e voi lo ignorate? Desistete da questa follia affinché l'ira celeste non vi distrugga".

Allora, con il cuore pentito, tutti presero a dire: "Colui che questi venerano e che noi abbiamo tentato di perseguitare, è il vero Dio!".

Mentre essi così parlavano e già calavano le ombre della notte, improvvisamente risplendette una luce e illuminò gli occhi di tutti. Salirono dunque ove si trovava l'apostolo di Cristo e lo trovarono in preghiera; prostrati anch'essi a terra esclamavano: "Ti preghiamo, Signore, di pregare per i tuoi servi sedotti dall'errore".

[4] Era tanto il pentimento del cuore di tutti, che Lisimaco disse: "Cristo, predicato dal suo servo Andrea, è veramente Figlio di Dio!". Rialzati poi dall'apostolo, furono corroborati nella fede: soltanto i parenti del giovane non vollero credere; maledicendo l'adolescente se ne ritornarono in patria e presentarono i loro averi alle pubbliche autorità. E dopo cinquanta giorni morirono tutti e due nello spazio di un'ora. Ma siccome gli uomini di quella città volevano bene al giovane a causa della sua bontà e dolcezza, la pubblica autorità gli concesse tutto il patrimonio e così venne a possedere tutto quanto avevano posseduto i suoi parenti. Con ciò però non si allontanava dall'apostolo, bensì distribuiva i proventi dei campi per i bisogni dei poveri e per le cure degli indigenti.




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