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Atti di Andrea

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XIV

[14, 1] Il giovane soffocato. Un cittadino che aveva un figlio colpito da uno spirito immondo, pregava il beato apostolo dicendo: "Uomo di Dio, guarisci, te ne prego, mio figlio, tormentato malamente dal demonio". Ma il demonio, saputo che sarebbe stato scacciato, spinse il figlio in una cella segreta e lo soffocò strozzando con il laccio l'anima sua. Il padre del fanciullo, trovatolo morto, pianse molto e disse ai suoi amici: "Portate il cadavere al teatro. Confido, infatti, che potrà essere risuscitato dall'ospite che predica il vero Dio".

[2] Quando fu trasportato e posto davanti all'apostolo, egli raccontò come fosse stato ucciso dal demonio, e disse: "Uomo di Dio, credo che, per opera tua, egli potrà risorgere". L'apostolo rivoltosi al popolo, domandò: "A che giova, uomini di Tessalonica, che vediate queste cose, se poi non credete?". Ma gli risposero: "Non dubitare, uomo di Dio! Quando costui sarà risorto, noi tutti crederemo". A queste parole l'apostolo disse: "In nome di Gesù Cristo, alzati, fanciullo!". E subito risorse.

Tutto il popolo, stupefatto, gridava: "Basta! Ora crediamo tutti al Dio che tu, servo di Dio, predichi". Siccome era già calata la notte, lo accompagnarono a casa con fiaccole e lucerne, l'introdussero a casa sua ove per tre giorni li istruì sulle cose di Dio.




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