Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Atti di Andrea

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

XVIII

[18, 1] Il proconsole Virino e i suoi soldati. Mentre accadevano queste cose venne fuori un nemico della predicazione apostolica e andò dal proconsole Virino, dicendo: "A Tessalonica venne un uomo iniquo che predica la distruzione dei templi degli dèi, l'eliminazione delle cerimonie e lo sradicamento di tutte le norme dell'antica legge. Predica il culto di un solo Dio, del quale afferma di essere servo".

Udito ciò, il proconsole mandò soldati con cavalieri affinché lo conducessero in sua presenza. Giunti, costoro, alla porta della casa nella quale avevano saputo che si trovava l'apostolo, entrarono, ma videro il suo volto risplendere di un tale fulgore che ne rimasero atterriti e caddero ai suoi piedi. Il beato apostolo stava proprio raccontando ai presenti quanto, a suo riguardo, era stato detto al proconsole. Giunse intanto una moltitudine con spade e bastoni, nell'intento di uccidere i soldati, ma il santo apostolo lo proibì.

[2] Intanto il proconsole, vedendo che l'apostolo non gli era stato condotto come aveva ordinato, fremette come un leone e mandò altri venti soldati. Anche questi salirono nella casa, ma alla vista dell'apostolo restarono turbati e non dissero nulla. Udito ciò, il proconsole montò sulle furie e inviò un grande numero di soldati affinché lo portassero davanti a lui con la forza.

Appena li vide, l'apostolo disse: "Siete, forse, venuti per me?". Ed essi: "Per te, se tu sei quel mago che predica di non venerare gli dèi". Egli rispose: "Io non sono un mago, ma un apostolo del mio Dio Gesù Cristo, ch'io predico".

Mentre capitavano queste cose, un soldato, trascinato da un demone, estrasse la spada, esclamando: "Che c'è tra me e te, proconsole Virino, che mi hai mandato da un uomo che non solo mi può scacciare da questo vaso, ma può anche bruciarmi con i suoi miracoli? Volesse il cielo che tu gli venissi incontro e non facessi alcun male contro di lui!". Terminato che ebbe di dire questo, il demone si allontanò dal soldato il quale cadde e morì.

[3] Nel mentre giunse il proconsole, tutto furente, e pur stando presso il santo apostolo non riusciva a vederlo. Ma egli disse: "Io sono colui che tu cerchi, proconsole!". Immediatamente gli si aprirono gli occhi, lo vide e disse sdegnato: "Che genere di pazzia è questa? Tu disprezzi il nostro ordine e sottoponi alle tue parole i nostri ministri? È chiaro che tu sei mago e malefico. Ora ti sottoporrò alle fiere per il disprezzo degli dèi e di noi, e allora vedrai se il crocifisso che tu predichi ti potrà liberare". Il beato apostolo rispose: "È necessario che tu creda, proconsole, al Dio vero e a suo Figlio Gesù Cristo da lui mandato, particolarmente vedendo come sia interessato anche uno dei tuoi soldati".

[4] Prostratosi in preghiera il santo apostolo elevò per lungo tempo preghiere al Signore, poi toccò il soldato, dicendo: "Alzati! Ti risuscita il mio Dio Gesù Cristo, ch'io predico". Subito il soldato s'alzò e stette dritto sano e salvo.

Siccome il popolo esclamava: "Gloria al nostro Dio!", il proconsole disse: "Non crediate, gente, non crediate al mago!".

Ma il popolo gridava: "Questa non è magia, ma insegnamento sano e vero". Il proconsole replicò: "Quest'uomo lo darò alle fiere! Ed a vostro riguardo scriverò al Cesare affinché vi faccia perire al più presto, giacché vilipendete le sue leggi". Il popolo voleva coprirlo con pietre e diceva: "Sì, scrivi pure al Cesare che i Macedoni hanno accolto la parola di Dio e, disprezzando gli idoli, adorano il Dio vero".

[5] L'apostolo condannato alle fiere. Allora il proconsole se ne andò adirato al pretorio. Al mattino fece immettere fiere nello stadio e poi ordinò che fosse trascinato il beato apostolo e gettato nello stadio. Fu preso, dunque, tirato per i capelli, spinto con bastoni e, gettato nell'arena. Liberarono un cinghiale feroce e terribile: questo fece, per tre volte, il giro del santo di Dio, ma non gli fece nulla. Alla vista di ciò, il popolo diede gloria a Dio.

Ma il proconsole ordinò nuovamente di liberare un toro: condotto da trenta soldati e spinto da due cacciatori, non toccò Andrea, bensì fece a pezzi i cacciatori, poi mandò un muggito, cadde e morì. Subito, il popolo acclamò dicendo: "Cristo è il vero Dio!".

Mentre accadevano tali cose, fu visto un angelo di Dio discendere dal cielo per confortare il santo apostolo nello stadio.

[6] Finalmente il proconsole, furente, ordinò di liberare un ferocissimo leopardo. Appena liberato, scansò il popolo, salì al sedile del proconsole, afferrò suo figlio e lo soffocò. Ma il proconsole era sotto una tale demenza che di fronte a tutte queste cose né si dolevaparlava.

Allora il beato apostolo disse, rivolto al popolo: "Ora sappiate che venerate il Dio vero, per opera del quale sono state vinte le bestie, mentre il proconsole Virino lo ignora. Ma affinché crediate con più facilità io risusciterò anche suo figlio nel nome di Cristo che predico, e lo stoltissimo suo padre ne resterà confuso". Prostratosi a terra, pregò molto a lungo; poi afferrata la mano del soffocato lo risuscitò. A questa vista, il popolo magnificava Dio e voleva uccidere Virino, ma l'apostolo non lo permise. Virino, confuso, si ritirò nel suo pretorio.




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License