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Atti di Andrea

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XXV

[25, 1] A Corinto da Calliope. C'era una donna di nome Calliope che, sposata con un omicida, rimase illecitamente incinta. Quando giunse il momento del parto era avvinta da grandi dolori, ma non riusciva a partorire. Disse allora a sua sorella: "Va', ti prego, a invocare la nostra dea Diana affinché abbia pietà di me". Lei, infatti, aveva amore per la partoriente.

Mentre la sorella compiva quanto le era stato comandato, di notte andò da lei il diavolo e le disse: "Perché mi supplichi inutilmente, dato che non ti posso essere utile? Va' piuttosto dall'apostolo di Dio Andrea, in Acaia: egli avrà misericordia di tua sorella". La donna allora s'alzò, andò dall'apostolo e gli raccontò tutte queste cose. Ed egli, senza indugio, andò a Corinto in casa della donna malata; con lui c'era anche il proconsole Lisbio.

[2] Alla vista della donna torturata dal tormento dei dolori lancinanti, il beato apostolo, disse: "Giustamente soffri! Malamente ti sei sposata, con inganno hai concepito, e perciò soffri intollerabili dolori. Sei andata inoltre a consultare i demoni che non possono giovare né a se stessi né ad alcun altro. Credi, ora, in Gesù Cristo, Figlio di Dio, e partorisci! Tuttavia quello che indegnamente hai concepito sarà morto". La donna credette e, usciti tutti dalla camera, partorì un morto e fu così liberata dai dolori.




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