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Epistola di Tito Discepolo di Paolo

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IV

[4, 1 (129-180)] Or dunque, bisogna combattere le opere della carne, tenendo presente la futura vendetta. Perciò, figlie, bisogna lottare contro la carne e il sangue affinché possiate sfuggire ai supplizi eterni, fino a quando è concesso uno spazio, e dato il tempo: i giorni che restano per guadagnarsi la vita sono pochi.

[2] Perché colui che ha rinunciato alla carne, è ancora irretito dalla sua concupiscenza? Perché tu, o vergine, che hai rinunziato all'uomo, sei avvinta dalla sua corporea bellezza? Perché tu (eunuco volontario) dai il tuo corpo a colei per la quale non fu creato, alla donna di un altro? Perché, contro la tua stessa salvezza, ti sforzi di trovare la morte nell'amore?

[3] Ascolta l'apostolo che ti dice: "Non prendete occasione dalla libertà di Dio per una condotta carnale". Ed ancora: "Non appagate le voglie della vostra carne. La carne, infatti, ha voglie opposte allo spirito, e lo spirito desideri opposti alla carne: essi stanno in lotta tra loro. Non fate dunque - egli dice - ciò che volete. Altrimenti lo Spirito di Dio non sarà con voi".

[4] O innata infedeltà che fa disprezzare la legge santa, che con un ingannevole matrimonio fa perdere la vita eterna! O dolce inganno, alimentare il futuro tormento! O sfrenato desiderio di gloria, andare contro la divina promessa! O come sono passi fuori strada quelli che fa una vergine amando la carne di un altro! O schietta cupidità, preda di fuoco, dignità proporzionata al delitto! O fede infranta che fa ardere l'animo verso un estraneo! O pegno di libidine, bellezza pronta al delitto! O segno di inganno vizioso e alimentatore di ludibri! O seminari da membra vicinacio tenebrarum!

[5] o celate opere ladresche che ostentano una parvenza di umiltà e di pudicizia! O tenebrose azioni occulte, distolte per sempre dalla gloria di Cristo! O passeggero ricordo di santità che in nome della bellezza è seguito dalla morte! O argento di rifiuto che, come dice Isaia, non è degno di Dio! O sabato profanato nel quale appariranno, negli ultimi giorni e tempi, le opere della carne! O femore claudicante nel sentiero della santità che non giunge alla dimora sicura! O miserabilissima nave affrontata dai pirati e abbandonata vuota! O casa invasa dai ladri e derubata dei suoi vasi preziosi, mentre i custodi dormivano! O vergine gioventù miseramente caduta dalla giustizia! O abbondanza di fiducia mondana, povera di evo celeste! O conseguenza della lussuria, che attira il morbo della tristezza! O sorgente di dolce veleno che emana dalla carne una complessa seduzione! O misera casa fondata sulla sabbia! O odioso delitto di questo tempo che manda in rovina non le proprie membra, ma quelle degli altri! O piacere passeggero sulle onde della rovina! O complesso di inganni! O inquieto fervore per la perdizione dell'anima! O torre lasciata incompiuta, oggetto di scherno per tutti coloro che passano di lì!

[6] Perché, vergine, non rifletti al prezzo celeste, prima di gettare le fondamenta? Ti sei affrettata a cominciare, ma prima dell'inaugurazione la nuova casa è andata miseramente in rovina! In te ha avuto compimento il proverbio e si è realizzata la profezia: "Edificare molti edifici e lasciarli presto invecchiare, edificare templi e città, e presto abbandonarli".

O fiamme lascive! Con le loro brame gli inferi violano i templi di Dio e li portano a eterna rovina! O corsa nello stadio, dai passi difficili: proprio mentre stava per giungere al traguardo ecco gettare a terra lo scudo! O città spogliata dal nemico e ridotta a un deserto!




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