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Epistola di Tito Discepolo di Paolo

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VII

[7, 1 (316-386)] Pensa alla ricostruzione della città di Gerusalemme. Durante questo duro lavoro ogni operaio lavorava a mano armata: con una mano lavoravano e con l'altra tenevano la spada per combattere contro il nemico. Comprendi dunque i misteri, come si abbia da edificare la continenza volontaria con tutte e due le mani, ognuna secondo il suo compito, affinché si possa portare a compimento la bellissima città in onore di Dio: una mano sia perciò sulla spada per lottare contro il diavolo.

[2] Questa è un'immagine: l'accordo delle due mani, cioè la carne e lo spirito, è chiaro che può portare a termine l'edificio. Lo spirito sempre attento contro il nemico e la carne intenta all'edificio della buona condotta. Perciò nel Vangelo è detto: "Risplendano le vostre azioni davanti agli uomini e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli". Ecco in quale modo eccellente è costruita l'illustre e celeste Gerusalemme.

Giustamente in questa città si lotta in uno stato singolare, è esclusa ogni unione carnale, come dice il Vangelo: "Nel secolo futuro, dice il Signore, non ci si ammoglia, non ci si marita, ma si è come angeli celesti". Dobbiamo tendere, con una condotta pura, al secolo futuro per godere della dignità eterna.

[3] Uomo, che non capisci proprio per nulla i frutti di giustizia, perché Dio ha creato l'uccello fenice e non gli ha dato alcuna femmina, ma lo lasciò solitario? E' chiaro! Per manifestare che i santi devono rimanere nello stato giovanile di eunuchi volontari senza alcuna comunione con la femmina, e la sua risurrezione è protesa alla vita. In questo contesto, nei salmi, David dice: "Riposerò e dormirò in pace, poiché tu mi hai fatto abitare nella speranza nella condizione di scapolo". Felice pace, senza scandalo! O perfetta sicurezza di colui che resta corporalmente solo!

Non avere l'ingenuità di legare tizzoni ardenti ai tuoi abiti, non dare fuoco alle tue vesti! Se così farai, rimarrai nudo ed apparirà la tua vergogna.

[4] Il profeta afferma: "Tutta la carne è fieno". Dunque, per non bruciare, l'uomo si tenga lontano dal fuoco. Perché rischiare la salvezza eterna per una piccolezza! Non hai letto quanto ti dice la legge: "Il popolo si dette a mangiare e a bere, si diede poi a divertimenti e perirono ventitremila persone". Si erano uniti, infatti, con le figlie degli uomini lasciandosi trascinare a sacrifici impuri e i "figli di Israele si consacrarono a Baal-Peor". Ecco in quale empio gioco si sono lasciati impegolare e perirono.

[5] Cristo, salvatore, a forza di vedere queste azioni scellerate alla fine ne ebbe dolore e disse: "Guai, guai alle anime che disprezzano il loro destino! Vedo alcuni che sollazzano le loro anime nella vanità e si offrono al secolo immondo. E posso constatare che ciò torna a gran vantaggio del nemico. Perciò dico loro: "O anime che vi date alla lussuria e non avete il timore di Dio!"".

[6] Anche i Gabaoniti, all'epoca dei giudici, suscitarono, con un gioco empio, l'indignazione di Dio. Dodicimila uomini forti si levarono per distruggere la città e non poterono sfuggire che trecentodue vergini aventi il corpo mondo dal contatto con i maschi. Il nome Gabaoniti, infatti, significa "figli della confusione": essi videro il corpo di Cristo nelle sembianze di una donna: in lui si divertirono e lo fecero oggetto di onta e di scherno. Non fai, forse, anche tu la stessa cosa, tu che in una vergine disprezzi le membra di Cristo?

[7] Quanti siamo stati battezzati in lui, sia gli uomini che le donne, ci siamo rivestiti di Cristo. Non macchi dunque una carne comune, ma contamini il corpo di Cristo. Giustamente quella città fu occupata dalle dodici legioni insorte contro di lei: esse erano un'immagine dei dodici apostoli. Giustamente hanno dato origine a una stirpe forte: sono detti, infatti, figli del tuono. Nell'ultimo giorno, costoro, su dodici troni, verranno rivestiti dell'autorità di operare prodigi contro le genti, per giudicare le dodici tribù di Israele.

Anche tra quanti appartengono alla Chiesa nessuno sfuggirà all'infuori di quelli che hanno una vera verginità consacrata a Dio, le cui membra non furono contaminate dal nemico con la macchia di una volontà perversa.

[8] Il loro numero è manifestato dal segno della passione: trecento è scritto, infatti, con la lettera greca T, e Tao è il segno della croce che si manifesta nella forma di vita verginale.

Giustamente sono cinque le vergini che entrano nel regno dei cieli: egli intende così indicare che le promesse possono durare soltanto per opera dell'integrità e della sapienza. Perciò anche Abramo ricevette la benedizione non in virtù di una generazione carnale, bensì ottenne la benedizione per opera di una ispirazione divina.




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