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Epistola di Tito Discepolo di Paolo

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XI

[11, 1 (622-661)] La casa di Dio è ora diventata una scoria di questo genere. O ingannatori di femmine, inventori di nuove dottrine, sconvolgitori delle case altrui, corruttori di fanciulle, violatori della continenza volontaria, traditori della fede, impenetrabili alla verità, alienanti dalla disciplina di Dio! O scoria perfida!

Tu sei diventato argento, cioè sei stato posto nella continenza volontaria: tutto sarà dunque bruciato nella fornace del giudizio ardente ed il Signore allora, in quella Gerusalemme celeste, fonderà dell'argento prezioso, sincero, adatto e puro per prepararsi il trono nella dimora del Padre. Tutti gli altri, che sono alieni dalla fedeltà, dei quali abbiamo parlato, andranno ai tormenti eterni.

[2] "Felici, dunque, coloro che vivranno santi nel corpo e sottomessi nello spirito, giacché parleranno spesso con Dio. Felici coloro che avranno rinunciato alle femmine di questo mondo, giacché saranno graditi a Cristo, Figlio di Dio, al Padre e al Signore. Felici coloro che avranno custodito il Battesimo della salvezza, giacché troveranno riposo eterno". Chi ha le orecchie del cuore pronte ad udire le cose che Dio promette? "A colui che vince - dice - darò a mangiare dell'albero della vita, che è nel paradiso del mio Dio".

[3] O cibo incorruttibile, derivante dall'albero della sapienza, le cui foglie sono destinate a guarire tutte le genti, dove non giungerà più maledizione alcuna, dove non entrerà più carne immonda, né vi sarà più odio causato da azioni ingiuste, dove non avrà più luogo la menzogna, ma vi sarà esclusivamente il trono di Dio e dell'agnello e i suoi servi lo serviranno nei secoli dei secoli.

[4] Quelli che servono Dio sono coloro che compiono la sua volontà e quindi gli sono graditi. Non vivono secondo la carne, ma secondo lo Spirito santo. Costoro non saranno preda della seconda morte: sarà data loro una manna segreta, di origine celeste, una pietra bianca, uno scudo per la salvezza eterna sul quale sarà scritto l'ineffabile nome di Dio, che nessuno conosce all'infuori di colui che l'ha ricevuto.

[5] O malizia candidissima e legioni sante a Dio care e da Cristo abilitate a giudicare tutti e ad infrangere tutti gli inutili vasi di terracotta. "Darò loro - egli disse - l'eterna stella del mattino, che io ho ricevuto dal Padre".

Così pure ai vincitori darà da indossare abiti splendenti e il loro nome mai sarà cancellato dal libro della vita. "Li riconoscerò - egli disse - davanti al Padre mio e davanti alle sue forze che sono nei cieli".

[6] Beati dunque coloro che adesso sono perseveranti fino alla fine, secondo la parola del Signore: "Colui che vince lo farò sedere alla mia destra sul mio trono, così come anch'io ho vinto e mi sono seduto alla destra del Padre mio sul trono di evo in evo e di secolo in secolo. Amen".

Così termina la Lettera di Tito, discepolo di Paolo, sullo stato di continenza volontaria.

 

 




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