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Vangelo dello Pseudo-Matteo IntraText CT - Lettura del testo |
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[1] Il maestro Zachia disse di nuovo a Giuseppe e a Maria: "Datemi il ragazzo e io l'affiderò al maestro Levi affinché gli insegni le lettere e lo istruisca". Allora Giuseppe e Maria, accarezzando Gesù, lo condussero a scuola affinché fosse istruito nelle lettere dal vecchio Levi. Entrato che fu, Gesù taceva. Il maestro Levi diceva a Gesù una lettera iniziando dalla prima, la lettera alef e gli diceva: "Rispondi!". Ma Gesù taceva e non rispondeva. Il precettore Levi, adirato, prese una verga di storace e lo percosse sulla testa.
[2] Ma Gesù disse al maestro Levi: "Perché mi percuoti? Sappi che, in verità, io che sono percosso ammaestro colui che mi percuote assai più di quanto io possa essere ammaestrato. Io, infatti, ti posso insegnare quelle cose che tu stesso dici. Ma tutti costoro che parlano sono ciechi e ascoltano, come bronzo risonante o cembalo squillante, nei quali non ci sono quelle cose delle quali si intende il suono".
Gesù soggiunse poi a Zachia: "Ogni lettera, dall'alef fino al tet, si distingue dalla disposizione. Prima, dunque, tu dì che cos'è la tet, e io poi ti dirò che cos'è l'alef". Disse ancora loro Gesù: "Coloro che non conoscono l'alef, come possono insegnare la tet, ipocriti? Dite prima che cosa è l'alef ed io poi vi crederò quando parlerete della bet". Gesù iniziò così a domandare i nomi delle singole lettere, e chiese: "Il maestro della Legge dica che cos'è la prima lettera, perché ha molti triangoli graduati, subacuti, divisi in mezzo, opposti, allungati, eretti, giacenti e in curva". All'udire questo, Levi restò stupefatto di una così molteplice disposizione dei nomi delle lettere.
[3] Incominciò allora a gridare a quanti l'udivano, dicendo: "Come può vivere sulla terra costui? Al contrario, è degno di essere appeso a una grande croce. Può, infatti, spegnere il fuoco ed eludere altri tormenti. Ritengo che egli esisteva prima del cataclisma, ed è nato prima del diluvio. Qual ventre mai l'ha portato? O quale madre l'ha generato? O quali mammelle l'hanno allattato? Davanti a lui io fuggo, non potendo resistere alla parola della sua bocca, e il mio cuore resta stupito all'udire simili parole. Credo che nessun uomo possa intendere la sua parola, a meno che Dio non sia con lui. Proprio io, infelice, mi sono dato in balia delle sue derisioni. Mentre pensavo di avere un discepolo, ho incontrato il mio maestro, che ignoravo. Che dirò? Non riesco a sopportare le parole di questo ragazzo: fuggirò da questo comune, non riuscendo a comprendere queste cose. Io, vecchio, sono stato vinto da un bambino, poiché non riesco a trovare né l'inizio né la fine delle cose che egli dice. E', invero, difficile, da soli, trovare il principio. Non mento, asserendo che ai miei occhi, l'operare di questo ragazzo, gli inizi del suo parlare e gli scopi delle sue intenzioni non hanno nulla di comune con gli uomini. Non so se questo è un mago o se è un dio; o, certamente, un angelo di Dio parla in lui. Donde sia, donde venga, che ne sarà di lui, non lo so".
[4] Allora Gesù, con il volto sereno, sorrise di lui e disse con autorità a tutti i presenti figli di Israele in ascolto: "Gli infruttuosi fruttifichino, i ciechi vedano, gli zoppi camminino dritti, i poveri godano dei beni, e i morti rivivano affinché ciascuno ritorni al suo stato primitivo e resti in esso, questo è la radice della vita e della dolcezza perpetua". Dopo che il bambino Gesù ebbe così parlato, subito guarirono tutti coloro che erano caduti in maligne infermità. E più non osavano dirgli qualcosa o ascoltarlo.