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Apocalisse di Paolo

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Termina la visione di san Paolo - Conclusione del testo copto  

[52] "Dio ricompensa doppiamente i travagli che uno sopporta per amore suo. Benedetto te, Paolo, e benedetta la gente che crederà per opera tua".

Stava ancora parlando quando giunse Enoc, mi salutò e mi disse: "Colui che soffre per amore di Dio, non sarà afflitto da Dio allorché lascerà il mondo".

Stava ancora parlando, allorché apparvero due angeli dietro dei quali ve n'era un terzo che li chiamava dicendo: "Aspettate che giunga io pure a vedere Paolo, amico di Dio, del quale preannunciammo la salvezza potendolo vedere mentre si trova ancora nel corpo".

Domandai all'angelo: "Chi sono costoro, mio signore?". Mi rispose: "Costui è Zaccaria con suo figlio Giovanni". Domandai ancora: "E l'altro che corre dietro a loro?". Egli rispose: "E' Abele, quello che fu ucciso da Caino".

Mi salutarono e dissero: "Te benedetto, Paolo, uomo giusto in tutte le tue opere!". Giovanni seguitò: "Io sono colui al quale tagliarono la testa mentr'ero in carcere a motivo della donna che danzò durante il banchetto". Zaccaria disse: "Io sono colui che fu ucciso quando innalzavo l'oblazione a Dio: allorché gli angeli giunsero per l'oblazione, presero il mio corpo e lo portarono davanti a Dio, e nessuno trovò il luogo ove fu posto". Abele disse: "Io sono colui che fu ucciso da Caino mentre stavo offrendo un sacrificio al cospetto di Dio. Le sofferenze sopportate per Dio sono poca cosa; abbiamo dimenticato quanto abbiamo fatto per amor suo".

Intanto io ero circondato da tutti i giusti e dagli angeli che si congratulavano con me, avendomi visto nel mio corpo.

Guardai e vidi una persona più grande e molto più bella di tutti gli altri. Domandai all'angelo: "Signore, chi è mai costui?". Mi rispose: "E' Adamo, padre di tutti voi".

Giunto da me, Adamo mi salutò pieno di gioia, e disse: "Coraggio, Paolo, prediletto da Dio! Hai condotto alla fede e alla penitenza molta gente! Anch'io mi pentii e ricevetti la mia gloria dal misericordioso e compassionevole".

__________

L'angelo del Signore mi prese e mi portò sul monte degli Ulivi ove io, Paolo, incontrai gli apostoli radunati. Li salutai e narrai loro quanto m'era accaduto e ciò che avevo visto: la gloria che è serbata per i giusti e il disastro e la catastrofe dei peccatori.

Gli apostoli ne furono contenti ed esultarono benedicendo Dio; poi a me, a Marco e a Timoteo, discepolo di Paolo e dottore della Chiesa, ordinarono di scrivere questa santa apocalisse per il bene e l'utilità di chi l'ascolterà.

Mentre si discorreva con gli apostoli, sul carro dei cherubini apparve Cristo nostro salvatore, e ci disse: "Salve, santi discepoli ch'io scelsi dal mondo! Salve, Pietro, corona degli apostoli! Salve, apostoli tutti! Sia con tutti voi la pace del mio Padre buono!".

Rivoltosi poi al nostro padre, disse: "Salve, Paolo, glorioso portatore di lettere! Salve, Paolo, mediatore del testamento! Salve, Paolo, propugnacolo e fondamento della Chiesa! Hai attinto coraggio dalle cose viste? Sei tu pienamente convinto delle cose udite?".

Paolo rispose: "Sì, mio Signore! La tua grazia e il tuo amore hanno operato in me cose meravigliose". Il Salvatore rispose, dicendo: "Prediletto del Padre, in verità in verità ti dico che le parole di questa apocalisse saranno annunziate in tutto il mondo a vantaggio di quanti le ascolteranno. In verità in verità ti dico, Paolo, che a quanti avranno cura di questa apocalisse, la scriveranno e la tramanderanno come una testimonianza per le future generazioni, io non farò vedere gli inferi, con il suo amaro pianto, fino alla seconda generazione della sua discendenza. Io benedirò, con la sua casa, colui che la legge con fede. Io castigherò colui che disprezza le parole di questa apocalisse.

Non la si deve leggere che nei giorni sacri, giacché io vi ho rivelato, mie sante membra, tutt'intero il mistero della mia divinità. Ecco, io vi ho già annunziato ogni cosa! Andate ora, partite, predicate il vangelo della mia sovranità, giacché è ormai vicina (al termine) la vostra corsa e la vostra santa battaglia. Tu, Paolo, mio eletto, compirai la tua corsa con il mio amato Pietro, il cinque del mese di epep, e poi sarai nel mio regno, nell'eternità. Sarà con voi la mia forza".

E subito comandò alla nube di prendere i discepoli e di trasportarli nei paesi ai quali egli li aveva destinati. Essi dovevano predicare in ogni luogo il vangelo del regno celeste per sempre, a motivo della grazia e dell'amore verso gli uomini del Signore nostro Gesù Cristo, al quale con il suo buon Padre e con lo Spirito santo sia gloria per tutta l'eternità. Così sia.

Questo bene fu procurato dal fratello filoteo Psate, della città di Mekra del nomo di Ermont. Il Signore Dio del santo arcangelo Raffaele e del santo apostolo Paolo benedica Psate, sua moglie, i suoi figli, la sua attività, e lo faccia erede con i santi del regno celeste per sempre. Così sia.

 




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