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Vangelo di Nicodemo

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[12]

[1] Le autorità contro Giuseppe e Nicodemo. Gli Ebrei, udito che Giuseppe aveva chiesto il corpo di Gesù, cercavano lui, quei dodici uomini che avevano affermato che non era nato da fornicazione, Nicodemo e molti altri che erano stati davanti a Pilato e avevano manifestato le sue opere buone.

Essendo tutti nascosti, apparve loro soltanto Nicodemo, poiché era principe degli Ebrei, e domanda a essi: "Come siete entrati nella sinagoga?". Gli Ebrei gli rispondono: "E tu come sei entrato nella sinagoga, essendo d'accordo con essi? Abbi la sua parte nel secolo futuro". Disse Nicodemo: "Amen, amen, amen!".

Anche Giuseppe, uscito fuori, disse loro: "Perché vi rattristate contro di me, per il fatto ch'io ho chiesto il corpo di Gesù? Ecco che l'ho posto nella mia tomba nuova, dopo averlo avvolto in un lenzuolo mondo, poi ho rotolato la pietra all'ingresso della caverna. Non vi siete comportati bene verso un giusto, poiché crocifiggendolo e perforandolo con la lancia non vi siete ricordati quanto è stato profetato a suo riguardo".

[2] Gli Ebrei, dunque, trattennero Giuseppe, ordinarono di custodirlo, a causa del sabato, e gli dissero: "Sappi che l'ora non permette che si faccia qualcosa contro di te giacché spunta il sabato. Sappi però che non sei neppure degno della sepoltura, ma daremo le tue carni in pasto ai volatili del cielo e alle bestie della terra".

Giuseppe rispose loro: "Questo è il parlare superbo di Golia che bestemmiò il Dio vivo contro il santo David. Ma Dio disse: "A me la vendetta, io ricompenserò", dice il Signore. Con una stretta al cuore, Pilato prese dell'acqua e si lavò le mani davanti al sole, dicendo: "Io sono innocente del sangue di questo giusto; vedrete voi". Rispondendo a Pilato, avete detto: "Il suo sangue su di noi e sui nostri figli! Ed ora temo che venga l'ira di Dio su di voi e sui vostri figli come avete detto".

All'udire queste cose, il cuore degli Ebrei si amareggiò e, preso Giuseppe, lo chiusero in una camera senza finestra, alla porta misero delle guardie e posero i sigilli alla porta del luogo ove era stato chiuso Giuseppe.

[3] Il sabato mattina fecero un consiglio con i sacerdoti e i leviti per radunarsi poi tutti dopo il giorno di sabato. Svegliatasi presto, tutta la moltitudine prese consiglio, nella sinagoga, con quale morte l'avrebbero ucciso. Durante la seduta ordinarono che, con molte ingiurie, fosse introdotto; ma, aperta la porta, non lo trovarono. Tutto il popolo ne fu spaventato e preso da un enorme stupore giacché i sigilli furono trovati intatti, e le chiavi le aveva Caifa. E non osarono più mettere le mani su coloro che, davanti a Pilato, avevano parlato in favore di Gesù.




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