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Vangelo di Nicodemo

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[6]

[1] (22) Cristo nella sede dell'Infero e della morte. A questa vista, l'Infero e la morte, e gli empi loro ministri con i crudeli ufficiali, constatando un così grande splendore nel loro regno, allorché videro improvvisamente Cristo nella loro sede, ebbero paura ed esclamarono: "Siamo stati vinti da te!".

Chi sei tu, mandato dal Signore per nostra confusione?

Chi sei tu, che senza essere soggetto alla corruzione, nell'integra testimonianza della tua maestà, condanni con furore il nostro potere?

Chi sei tu, piccolo e grande, umile ed eccelso, soldato e imperatore, lottatore mirabile sotto l'apparenza di servo, morto e vivo, re della gloria, che la croce sostenne ucciso?

Tu che giacesti morto nel sepolcro, sei disceso a noi vivo! Alla tua morte tremò tutto il creato e sono state scosse tutte le stelle. Ed ora ecco che, libero tra i morti, perturbi le nostre legioni.

Chi sei tu che assolvi quanti, legati dal peccato originale, sono tenuti prigionieri, e li restituisci alla primitiva libertà?

Chi sei tu che con la tua splendida luce divina inondi coloro che sono accecati nelle tenebre dei peccati?".

[2] Anche tutte le legioni dei demoni scosse da una identica paura, nel terrore della loro confusione, gridarono ad una sola voce: "Donde vieni tu, Gesù, che sei un uomo così forte e così splendido nella maestà, così eccellente e senza macchia e così immune da peccato? Il mondo terrestre, infatti, che finora ci è sempre stato soggetto e pagava i tributi in nostro favore, non ci ha mai trasmesso un uomo morto di questo genere, mai ha destinato agli inferi doni di questo genere.

Chi sei dunque tu che hai passato i nostri confini così intrepido, che non soltanto non temi i nostri supplizi, ma cerchi pure di liberare tutti dalle nostre catene? Forse tu sei quel Gesù del quale diceva il nostro principe, Satana, che, dopo la tua morte in croce, avresti ricevuto il potere su tutto il mondo".

[3] Allora il re della gloria, calpestando la morte, afferrò il principe Satana e lo consegnò in potere dell'Infero, e attrasse Adamo al suo splendore.




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