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Vangelo di Nicodemo

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[14]

[1] Gesù sul monte Mambre. Ma un certo sacerdote, Finee, il maestro Adda e il levita Egia discesero dalla Galilea a Gerusalemme e riferirono agli archisinagoghi, ai sacerdoti e ai leviti che avevano visto Gesù seduto e con lui i suoi discepoli sul monte degli Ulivi, che si chiama Mambre, o Malech, e diceva ai suoi discepoli: ""Andate in tutto il mondo, annunziate a tutte le creature il vangelo del regno. Colui che crederà e sarà battezzato, sarà salvo; colui invece che non crederà, sarà condannato. Questi sono i segni che accompagneranno coloro che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno i serpenti e se berranno qualcosa di velenoso non farà loro male, porranno le mani sui malati e guariranno". Mentre Gesù così parlava ai suoi discepoli, lo abbiamo visto elevato in cielo"

[2] I sacerdoti, i leviti e gli anziani, dicono loro: "Date gloria al Dio di Israele e confessategli se queste cose che avete narrato le avete udite e viste". Quelli che avevano riferito, dicono: "Viva il Signore Dio dei padri nostri, Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe! Abbiamo udito e abbiamo visto". Gli Ebrei gli domandano: "E' per questo che siete venuti a darcene notizia, oppure siete venuti ad elevare una preghiera a Dio;" Essi risposero: "Siamo venuti ad elevare una preghiera a Dio". Gli anziani, i prìncipi dei sacerdoti e i leviti dicono loro: "E se siete venuti ad elevare una preghiera a Dio, che cosa siete andati mormorando davanti a tutto il popolo su questa stravaganza?".

[3] Il sacerdote Finee, il maestro Adda e il levita Egia dicono agli archisinagoghi, ai sacerdoti e ai leviti: "Se le parole che abbiamo detto su quanto abbiamo visto e udito sono un peccato, ecco che siamo al vostro cospetto: fateci quanto è bene ai vostri occhi".

Ed essi, presa la legge, li fecero giurare di non raccontare più a nessuno quelle cose. Poi diedero loro da mangiare e da bere, e li cacciarono fuori della città. Dopo aver dato loro del denaro e tre uomini che li accompagnassero fino in Galilea.

[4] Angoscia delle autorità ebraiche. Allora, mentre quelli salivano nella Galilea, gli Ebrei si consigliarono tra loro, si chiusero nell'archisinagoga e si avvilivano con furore grande, dicendo: "Perché accadde questo segno in Israele?". Anna e Caifa dicono: "Sono tristi le vostre anime? Dobbiamo credere ai soldati che l'angelo del Signore discese dal cielo e rotolò la pietra dalla porta della tomba? I suoi discepoli diedero molto oro a quelli che custodivano il sepolcro e presero Gesù, e li ammaestrarono affinché dicessero: "Dite che un angelo del Signore discese dal cielo e rotolò la pietra dall'ingresso della tomba". Ignorate che agli Ebrei non è lecito credere alcuna parola da stranieri? Quelli stessi che ricevettero da noi oro abbondante, dissero come abbiamo loro insegnato".




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