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Vangelo di Nicodemo

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[1] (20) Alterco tra Satana e l'Ade. E mentre tutti si godevano questa gioia, venne Satana, l'erede delle tenebre, e disse all'Ade: "O tu che divori tutto e sei insaziabile, ascolta le mie parole! Per un mio artifizio gli Ebrei hanno messo in croce un certo Gesù della stirpe degli Ebrei; egli chiama se stesso figlio di Dio, ma è un uomo, ed ormai che è finito è pronto per essere qui rinchiuso. So infatti ch'egli è un uomo e l'ho udito affermare: "L'anima mia è terribilmente triste fino alla morte". Nel mondo di sopra, allorché viveva con i mortali, mi ha fatto molto male. Ovunque trovava dei miei servi, li perseguitava, e quelli che io avevo reso storpi, ciechi, lebbrosi, zoppi, o simili, li guariva solo con una parola e diede vita a molti che erano ormai pronti per essere sepolti, solo con la parola".

[2] L'Ade disse: "E' proprio così possente da poter fare, con la sola parola, cose del genere? E se è così, gli puoi tu resistere? A me pare che nessuno potrà resistergli. Tu dici di avere udito che era timoroso della morte: ma egli disse ciò per ridere e giocarsi di te, volendo afferrarti con mano forte. E guai, guai a te in eterno, per sempre!".

Satana rispose: "O tu che divori tutto e sei insaziabile, hai tanta paura per quanto hai udito a proposito del comune nostro nemico? Io non ne ebbi paura, ma lo consegnai in mano agli Ebrei che lo misero in croce e l'abbeverarono con aceto e fiele. Preparati dunque ad afferrarlo fortemente allorché verrà".

[3] L'Ade rispose: "O erede delle tenebre, figlio della perdizione, diavolo, tu mi hai detto or ora che, con la sola parola, egli ha dato la vita a molti che erano ormai pronti per essere sepolti: se ha liberato altri dal sepolcro, come e con quale forza potrà essere egli trattenuto presso di noi?

In verità, poco tempo addietro io inghiottii un morto di nome Lazzaro e dopo poco tempo uno di tra i vivi lo strappò dalle mie viscere con la sola parola. Penso che costui sia quello di cui tu hai parlato. Temo dunque che se lo riceviamo qui, metteremo in pericolo anche gli altri. Io ho inghiottito tutti gli uomini fin dall'inizio; ma ecco che sono agitati, ed io ho male alla pancia. Per me non è un buon segno quel Lazzaro che mi è stato strappato: egli infatti fuggì da me non come morto, ma come un'aquila; la terra lo respinse fuori istantaneamente così. Ti scongiuro, perciò, per tutto ciò che è caro a te e a me, di non condurlo quaggiù. Penso, infatti, che verrà qua per risuscitare tutti i morti. Questo ti dico: in verità, per le tenebre che ci circondano, non portarlo quaggiù se no in me non rimarrà più alcun morto".




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