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Atti di Pietro IntraText CT - Lettura del testo |
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[1] Pietro da Gerusalemme a Roma. Mentre essi piangevano e digiunavano, a Gerusalemme, Dio preparava Pietro per l'avvenire. Terminati i dodici anni che gli erano stati imposti dal Signore Cristo, gli fece vedere questa scena e gli disse: "Pietro, il mago Simone che tu hai smascherato e scacciato dalla Giudea mi ha ancora preceduto a Roma. In poche parole: tutti coloro che avevano creduto in me sono stati trascinati dall'astuzia e dalla decisa azione di Satana del quale egli manifesta la potenza. Non tardare più: domani va' a Cesarea ove troverai una nave pronta diretta in Italia. Tra pochi giorni ti manifesterò la mia grazia che si offre generosamente".
[2] Avvertito da questa visione, Pietro ne parlò subito ai fratelli, dicendo: "E' necessario ch'io salga a Roma per sconfiggere un nemico e avversario del Signore e dei nostri fratelli". Discese a Cesarea e si imbarcò immediatamente, senza prendere provvigioni, dato che era già stata tolta la scala.
[3] Il nocchiero, che si chiamava Teone, si rivolse a Pietro e gli disse: "Tutto ciò che abbiamo è cosa tua! Quale grazia potremmo noi avere se nell'imbarazzo che sentiamo ricevendo te, nostro simile, non ti mettessimo a disposizione tutte le cose che abbiamo? Che la nostra navigazione sia felice!".
Pietro ringraziò dell'offerta, ma sulla nave egli digiunò con l'animo a volte triste a volte rasserenato, al pensiero che Dio l'aveva ritenuto degno di essere un ministro al suo servizio.
[4] Dopo qualche giorno, all'ora di pranzo, il nocchiero si alzò e pregò Pietro di gustare qualcosa, dicendo: "Chiunque tu sia, io ti conosco poco; che tu sia Dio o che tu sia un uomo, a mio parere tu sei un ministro di Dio. Infatti, mentre nel cuore della notte guidavo la mia nave mi addormentai, udii una voce umana che mi parve venire dal cielo e mi disse: "Teone! Teone!". Mi chiamò per nome due volte, ed aggiunse: "Tra coloro che navigano con te, quello che più devi onorare è Pietro, giacché per mezzo suo, contro ogni aspettativa, tu e gli altri compirete questa attraversata sani e salvi, senza alcun danno"".
Persuaso che Dio avesse voluto manifestare sul mare la sua provvidenza ai passeggeri della nave, cominciò ad esporre a Teone le grandezze di Dio, come il Signore lo aveva scelto tra gli apostoli e il motivo per cui navigava verso l'Italia. Ogni giorno gli comunicava la parola di Dio; ed osservandolo nella conversazione s'accorse che partecipava alla sua fede e che sarebbe stato un degno ministro.
[5] Mentre erano nell'Adriatico la nave si trovò in bonaccia e Teone facendoglielo notare gli disse: "Se tu mi vuoi ritenere degno di essere intinto nel segno del Signore, ne hai l'opportunità". Tutti quelli che erano sulla nave si erano infatti addormentati ubriachi. Pietro allora discese per mezzo di una fune e battezzò Teone nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo; ed egli uscì dall'acqua allegro per la grande gioia. Anche Pietro divenne più sereno per il fatto che Teone era stato considerato degno del suo nome.
E avvenne che nel luogo ove fu battezzato Teone apparve un giovane dall'aspetto splendente e disse loro: "Pace a voi!". Pietro e Teone salirono ed entrarono in cabina. Preso del pane, Pietro ringraziò il Signore d'averlo giudicato degno del suo santo ministero e dell'apparizione del giovane che disse loro: Pace a voi!
[6] "Sei tu che ci sei apparso, ottimo e solo santo, Dio Gesù Cristo, nel tuo nome è stato or ora lavato e segnato con il tuo santo segno. E così nel tuo nome lo rendo partecipe della tua Eucaristia, affinché sia per sempre un tuo servo perfetto e senza biasimo". Mentre mangiavano e godevano nel Signore, un vento non violento, ma moderato, prese la nave a prua e non smise per sei giorni e altrettante notti fino a quando non giunsero a Pozzuoli.