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Atti di Pietro IntraText CT - Lettura del testo |
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[1] Una grande folla di donne, supplicavano, in ginocchio il beato Paolo e, baciando i suoi piedi, lo accompagnavano al porto. Intanto, Dionisio e Balbo d'Asia, cavalieri romani e uomini nobili, ed un senatore di nome Demetrio, stringendo forte la mano destra di Paolo, gli dissero: "S'io non fossi magistrato, fuggirei dalla città con te, Paolo, per non separarmi da te". Dissero così anche Cleobio, Ifito, Lisimaco, Aristea della casa di Cesare, le due matrone Berenice e Filostrate e il presbitero Narcisso, dopo che l'ebbero accompagnato al porto.
[2] Siccome era imminente una tempesta marina, egli (Paolo) rinviò a Roma i fratelli affinché discendessero quelli che volevano poterlo ascoltare fino al suo imbarco. Udito ciò, i fratelli salirono nell'Urbe e riferirono il fatto ai fratelli che ivi erano rimasti: la notizia si sparse subito e chi con bestie da soma, chi a piedi, chi attraverso il Tevere, discesero al porto; qui furono confermati nella fede per tre giorni interi, fino all'ora quinta del quarto giorno pregando reciprocamente con Paolo e offrendo l'oblazione. Misero poi sulla nave tutto ciò di cui poteva avere bisogno, gli diedero pure due giovani fedeli affinché navigassero con lui, infine lo salutarono nel Signore e se ne ritornarono a Roma.