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Atti di Pietro IntraText CT - Lettura del testo |
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[1] Primo scontro tra Pietro e Simone. Simone, in casa, così parlava al cane: "Dì a Pietro ch'io non sono in casa". Ma il cane in presenza di Marcello, rispose: "Scelleratissimo e sfrontato nemico di tutti coloro che vivono e credono in Gesù Cristo! Ecco che io, animale muto, mandato a te, ho ricevuto la parola umana per confonderti e provare la tua impostura e le tue menzogne; e tu hai riflettuto tante ore per dire: "Dì a Pietro ch'io non sono in casa". Non ti vergogni di elevare, contro Pietro, ministro e apostolo di Cristo, la tua voce debole e inutile quasi che tu possa nasconderti da colui che mi ha ordinato di parlarti di presenza? E questo non per te, ma per coloro che tu seducevi conducendoli alla rovina Sarai dunque maledetto, nemico e corruttore della via della verità di Cristo, il quale punirà con il fuoco eterno le iniquità da te commesse, e tu sarai nelle tenebre esteriori".
[2] Dopo avere detto queste parole, il cane se ne andò seguito dalla folla, mentre Simone fu lasciato solo. Il cane andò da Pietro che stava tra la folla, venuta per vedere la sua faccia, e gli riferì quanto aveva fatto con Simone. All'angelo e apostolo del vero Dio, il cane disse: "Tu, Pietro, avrai un grande combattimento contro Simone, nemico di Cristo e dei suoi servi, ma convertirai alla fede anche molti di coloro che sono stati sedotti da lui. Riceverai perciò da Dio la ricompensa della tua opera".
[3] Dopo aver parlato così, il cane si gettò ai piedi dell'apostolo Pietro e spirò. Alla vista del cane che parlava, la folla fu piena di ammirazione: alcuni si prostrarono ai piedi di Pietro, mentre altri dicevano: "Mostraci ancora un miracolo, e noi crederemo in te come ministro del Dio vivo. Simone ha compiuto davanti a noi molti miracoli, ed è per questo che l'abbiamo seguito".