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Ciclo di Pilato

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Lettera di Tiberio a Pilato  

[1] Contestazioni di Cesare Augusto mandate a Ponzio Pilato governatore della provincia orientale. Egli scrisse la sentenza di suo pugno e la mandò per mezzo del messaggero Raab al quale aveva dato duemila soldati.

[2] Avendo tu osato condannare a morte Gesù Nazareno in un modo violento e totalmente ingiusto ed ancor prima della sentenza condannatoria avendolo tu consegnato nelle mani degli insaziabili e furiosi Ebrei; non avendo tu avuto compassione di questo giusto, gli desti anzi una canna e l'hai sottoposto ad una orribile sentenza e al tormento della flagellazione e, senza alcuna colpa da parte sua, l'hai consegnato al supplizio della crocifissione, non senza aver ricevuto dei regali per la sua morte; avendo tu manifestato sì della compassione, con le parole, ma con il cuore l'hai affiancato ad un Ebreo senza legge: per tutto questo dunque, tu stesso sarai condotto in mia presenza carico di catene per presentare le tue scuse e rendere ragione della vita che tu senza motivo alcuno hai consegnato alla morte.

Che crudeltà e che vergogna!

[3] Appena ho udito queste cose ne soffrì molto l'anima mia e le mie viscere andarono a pezzi. Venne, infatti, da me una donna che si dice sua discepola - è Maria Maddalena dalla quale, a suo dire, mandò via sette demoni - e attestò che egli fece moltissime guarigioni: fece vedere i ciechi, camminare gli storpi, udire i sordi, purificare i lebbrosi e, come essa attesta, guarì soltanto con la parola.

[4] Come hai acconsentito che costui fosse crocifisso senza motivo alcuno? Se, infatti, non potevi accertarlo come Dio, dovevi almeno comprenderlo come medico.

Ma la stessa astuta relazione che tu mi hai mandato esige, per te, un castigo: tu affermi che era superiore a tutti gli dèi che noi veneriamo. E come dunque hai potuto consegnarlo alla morte?

Come tu, ingiustamente, hai condannato costui e l'hai consegnato alla morte, così io, e giustamente, ti abbandonerò alla morte. E non soltanto te, ma anche tutti i tuoi consiglieri e complici, dai quali hai ricevuto regali di morte.

[5] Consegnò poi questa lettera ai messaggeri, e con essa anche la sentenza con cui Augusto ordinava, per scritto, di passare a fil di spada tutto il popolo ebraico e condurre Pilato a Roma come prigioniero e con lui gli Ebrei notabili che in quel tempo comandavano: Archelao, figlio dell'odiosissimo Erode, il suo complice Filippo, il pontefice Caifa e con lui Anna, suo suocero, e tutti gli altri notabili ebrei.

[6] Raab partì con i soldati e fece quanto gli era stato ordinato: passò a fil di spada tutti gli Ebrei maschi ed espose alla violazione dei gentili le impure loro mogli, donde germogliò una discendenza abominevole essendo una generazione di satana.

[7] Il messaggero prese poi Pilato, Archelao e Filippo, Anna e Caifa e tutti i notabili ebrei, e li condusse prigionieri a Roma.

Ed avvenne che passando per una certa isola chiamata Creta, Caifa perdette la vita in modo miserabile e violento. Ma quando fu preso per essere sepolto, la terra non volle riceverlo nel suo seno, e lo scacciò fuori. Visto questo, la folla dei presenti prese in mano delle pietre e le gettò sul cadavere dandogli sepoltura in questo modo. Gli altri giunsero a Roma.

[8] Nell'antichità c'era la consuetudine che un reo di morte fosse liberato dalla condanna qualora avesse visto la faccia del re. Perciò, affinché non sfuggisse alla condanna a morte, Cesare vietò che Pilato fosse condotto in sua presenza. Secondo gli ordini dell'imperatore, lo posero invece in una caverna e lo lasciarono .

[9] Anna fu avvolto in una pelle fresca di bue e posto a seccare al sole: restringendosi, essa opprimeva le sue viscere che gli salirono in bocca e così perse violentemente la sua miserabile vita Gli altri ebrei furono uccisi passati a fil di spada. Ma Archelao; l'odiosissimo figlio di Erode, e il suo complice Filippo furono condannati a essere impalati.

[10] Un giorno il re, andato a caccia, stava inseguendo una gazzella; ma, allorché questa giunse davanti alla porta della caverna, si fermò. Pilato era sul punto di perire per mano del Cesare intento a mirare la sua preda; Pilato si spinse a vedere quanto stava succedendo e la gazzella andò a mettersi proprio davanti a lui. Cesare lanciò subito una freccia per colpire l'animale, ma essa attraversò l'ingresso della caverna ed ammazzò Pilato.

[11] Tutti voi che credete che Cristo è il vero Dio e salvatore nostro date a lui gloria e magnificenza. Egli, infatti, è degno di gloria, onore e venerazione con il suo principio, il Padre, con lo Spirito, a lui consostanziale, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

 

 




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