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Plinio Corrêa de Oliveira Trasbordo ideol. inavvertito e Dial. IntraText CT - Lettura del testo |
b) L'era
della buona volontà, l'utopismo anarchico inerente al comunismo, e la
repubblica universale
Presupposta tale "evoluzione"
dell'umanità, dallo stato attuale verso quest'era della buona volontà, i
relativi effetti non si limiterebbero soltanto alla sfera della convivenza
privata, ma passerebbero logicamente alla sfera giuridica e persino politica.
Uomini che non sbagliano, né intellettualmente né moralmente, o nei quali
l'errore è tanto lieve che un chiarimento cordiale li pone immediatamente sulla
strada giusta, hanno necessariamente una vita politica senza scontri né
frizioni. Tra essi le rivoluzioni e anche i crimini sono impossibili. Partendo
da queste considerazioni, si apre una nuova prospettiva nelle relazioni
giuridiche. E, di effetto in effetto, all'estremo limite dell'orizzonte appare,
a rigore di logica, un tale indebolimento delle funzioni della legge e della
giustizia, che il potere pubblico resta ridotto ad un ambito meramente
amministrativo, e trasformato più o meno in una cooperativa. E' l'ordine di
cose anarchico e cooperativistico vagheggiato dal comunismo come ideale
susseguente alla dittatura del proletariato.
Per un'analoga concatenazione di conseguenze che si susseguono ineluttabilmente le une alle altre, l'evoluzione umana dovrebbe proiettare i propri effetti in una sfera di convivenza ancora più alta, cioè in quella della convivenza delle nazioni tra loro. Le rivalità di interessi e le tensioni di carattere ideologico scomparirebbero dalla vita internazionale. La stessa ONU sparirebbe in quanto inutile. Una supercooperativa collegherebbe sul piano mondiale gli sforzi dei popoli, così come, sul piano nazionale, ciò avverrebbe ad opera delle cooperative minori. Sarebbe una forma anarchica di repubblica universale.
E così in tutti i tipi di relazioni tra individui e tra popoli regnerebbe la concordia, del tutto inalterabile, sulla terra rigenerata e abitata esclusivamente da uomini di buona volontà.
Non semplifichiamo eccessivamente le cose. Il dialogo, nell'era della buona volontà, e soprattutto nel suo nascere, quando restasse ancora qualcosa dell'epoca precedente, forse non sarebbe né facile né breve. Esigerebbe, non raramente, dall'una e dall'altra parte, una grande pazienza. Ma la certezza del positivo risultato finale darebbe forza agli uomini per sbrogliare lentamente e pacificamente tutti gli equivoci e le confusioni, e per sopportare le noiose perdite di tempo inerenti a questo compito.