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Plinio Corrêa de Oliveira
Trasbordo ideol. inavvertito e Dial.

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j) La rivolta, elemento emotivo tipico dell'utopista irenico
Dato che pensa in questo modo, il vero cattolico è il contrario dell'utopista. Questi, lontano dalla luce della fede, considera l'errore, il male e il dolore come contingenze assurde dell'esistenza umana che lo indignano. E' inerente all'uomo il ribellarsi a questa triade di avversari. E, siccome l'utopista non prende in considerazione l'esistenza di un'altra vita, è portato a giudicare evidente, necessario, indiscutibile, che si possa giungere a eliminare il dolore, il male e l'errore. Perché in caso contrario dovrebbe ammettere che il proprio modo d'essere è assurdo.

In ciò sta essenzialmente il fondamento della sua utopia. E' spiegabile che per l'utopista la vita non possa avere normalmente un significato legittimo di lotta, di prova e di espiazione, ma soltanto di pace tenera e gratuita. Egli è così, e per definizione, pacifista "a oltranza", ultraecumenico, ultrairenico. E nessuno dei suoi sogni avrebbe coerenza interna, nessuno sarebbe capace di soddisfarlo interamente, se non includesse la soppressione di tutte le lotte e di tutte le controversie. E' chiaro che il paradiso terreno a base scientifica e tecnica sognato dall'utopismo, importa il soddisfacimento delle passioni umane, non solo in ciò che esse hanno di temperato e legittimo, ma anche in ciò che esse hanno di più scomposto, sregolato e illegittimo. Dunque la mortificazione delle passioni è incompatibile con questo "paradisismo".

Tra le passioni scomposte, l'orgoglio e la sensualità occupano un luogo preminente. Esse imprimono all'utopista due caratteristiche essenziali: il desiderio di essere al vertice del suo mondo, senza accettare almeno un Dio trascendente, e la tendenza a una piena libertà nel soddisfacimento di tutti gli istinti e gli appetiti sregolati.

L'utopista, dato che crede solo in questa vita, giudica inerente alla natura delle cose la possibilità di ottenere da questo mondo il soddisfacimento di tutto ciò che il può essere desiderato. Egli spera effettivamente di conseguire ciò mediante i propri sforzi. E' il mondano per eccellenza, dato che ripone in questo mondo tutte le sue speranze.




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