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Plinio Corrêa de Oliveira
Trasbordo ideol. inavvertito e Dial.

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1. - Distorsione di vocaboli al servizio della propaganda comunista
Da molto tempo suonavano falsi al nostro orecchio i molteplici usi che in certi ambienti vengono fatti della parola "dialogo". Intorno all'asse fermo di un significato residuale legittimo, notavamo che quella parola era manipolata, nel linguaggio quotidiano di questi ambienti e in certi commenti della stampa, in modo così forzato e artificioso, con audacie così sconcertanti e significati soggiacenti così vari, che sentivamo la necessità, forte come un imperativo di coscienza, di protestare contro questa trasgressione d'ogni regola di corretto linguaggio.

A poco a poco, impressioni, osservazioni, appunti raccolti qua e , andavano formando nella nostra mente la sensazione che questa multiforme distorsione della parola "dialogo" aveva una logica interna che lasciava intravedere qualcosa di intenzionale, di programmato e di metodico. E che questo qualcosa si estendeva non solo a questa, ma anche ad altre parole consuete nelle elucubrazioni di progressisti, socialisti e comunisti, quali "pacifismo", "consistenza", "ecumenismo", "democrazia cristiana", "terza forza", ecc. Tali vocaboli, una volta sottoposti ad analoga distorsione, andavano a costituire come una costellazione nella quale gli uni erano di sostegno e di complemento agli altri. Ciascuna parola costituiva una specie di talismano per esercitare sulle persone un effetto psicologico specifico. E il complesso degli effetti di questa costellazione di talismani ci appariva atto ad operare nelle anime una trasformazione lenta ma profonda.

Questa distorsione, a mano a mano che si presentava più chiara alla nostra osservazione, si manifestava sempre in un medesimo senso: quello di fiaccare nei non-comunisti la resistenza al comunismo, instillando in essi un atteggiamento propenso alla condiscendenza, alla simpatia, alla non-resistenza e perfino alla resa. Nei casi estremi, la distorsione giungeva fino al punto di trasformare non-comunisti in comunisti.

E a mano a mano che l’osservazione ci andava facendo intravedere una linea di coerenza nitida e una logica interna immutabile, pur nell'uso vario e perfino sconcertante di quelle parole efficaci e sottili come un talismano, si andava rafforzando nel nostro spirito il sospetto che, se alcuno giungesse a scoprire e a spiegare in che consiste questa linea di coerenza o questa logica, avrebbe tolto la maschera ad un artificio nuovo e di grande importanza, usato dal comunismo nella sua incessante guerra psicologica contro i popoli non-comunisti.

Non per questo però pensavamo di dedicarci specificamente allo studio di questo argomento. Un fatto, tuttavia, ci portò a una tale decisione.




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