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Pius PP. IX Nullis certe IntraText CT - Lettura del testo |
Ciascuno di Voi, Venerabili Fratelli, intende benissimo che Noi, memori del gravissimo Nostro dovere, non abbiamo potuto tacere dopo aver ricevuto una tale lettera. Perciò, senza frapporre indugio, Ci affrettammo a rispondere allo stesso Imperatore dichiarando limpidamente e apertamente, con apostolica libertà dell’animo Nostro, che in nessun modo affatto Noi potevamo annuire al suo consiglio, "perché esso presenta insuperabili difficoltà, tenuto conto della dignità Nostra e di questa Santa Sede e del Nostro Sacro carattere e dei diritti della stessa Sede, i quali non appartengono alla successione di qualche reale famiglia, ma bensì a tutti i cattolici". Contemporaneamente abbiamo manifestato "non potersi da Noi cedere ciò che non è Nostro, e che comprendiamo che la vittoria, che si vorrebbe fosse concessa ai ribelli dell’Emilia, sarebbe di stimolo agl’indigeni ed ai forestieri perturbatori delle altre province a fare la stessa cosa, vedendo la prospera fortuna toccata a quei primi". Fra le altre cose, allo stesso Imperatore dichiarammo "non potere Noi rinunziare alle dette Province dell’Emilia, appartenenti al Nostro Pontificio dominio senza violare i solenni giuramenti dai quali siamo legati senza suscitare querele e moti nelle altre Nostre Province, senza recare ingiuria a tutti i cattolici; infine, senza debilitare i diritti non solo dei Principi d’Italia, che furono ingiustamente spogliati dei loro domini, ma ancora di tutti i Principi del mondo cristiano, i quali non potrebbero con indifferenza vedere introdotti certi principii".