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Pius PP. IX Multis gravibusque IntraText CT - Lettura del testo |
Del resto da quel condannabile libro, quasi strappata ogni maschera, abbiamo chiaramente inteso quali siano finalmente le intenzioni dell’Autore e di tutti gli altri che tentano di estorcere alla Santa Sede il suo civile Principato. Essi null’altro intendono e tentano se non di rovinare i fondamenti della Santissima Religione. Il che vediamo e deploriamo tentarsi con ogni arte più perfida nelle province iniquamente sottratte dal civile Nostro potere e nelle altre parti d’Italia. A questo fine sono volte le false interpretazioni dei sacri libri disseminate dappertutto al fine di corrompere la fede; a questo mira la colluvie di turpi libretti sparsi a traviare i costumi giovanili; la licenza sfrenata del vivere; la disprezzata e conculcata potestà della Chiesa; la sacra immunità violata; la pubblica istituzione della gioventù e ogni regola di dottrina e di costumi sottratte all’autorità e alla vigilanza dei Vescovi; le persone di male dottrine preposte all’insegnamento; il Decreto promulgato nell’Umbria dell’espulsione di quasi tutti gli Ordini religiosi, dell’estinzione dei Capitoli collegiati, dell’abolizione di tutti i benefici semplici, e dell’ingiustissima occupazione delle opere pie e dei loro beni. A questo sono volte le carcerazioni di ecclesiastici, e anche di Vescovi, fra i quali da poco fu tradotto in carcere in mezzo ai soldati il Venerabile Fratello Arcivescovo di Urbino; e il Venerabile Fratello Arcivescovo di Fermo, Cardinale di Santa Chiesa, fu tolto a forza dalla sua sede e relegato altrove e impedito da ogni cura del suo gregge, e ancora altri Vescovi e Sacerdoti del Regno di Napoli carcerati o costretti alla fuga. A ciò mirano (né senza acerbissimo dolore lo rammentiamo) i templi aperti ai protestanti in alcune città d’Italia, e le pubbliche scuole istituite perché, a danno della Religione cattolica, s’insegni impunemente ogni perversità di dottrina; e il Decreto, infine, promulgato nell’Umbria, con il quale il matrimonio, detto dall’Apostolo magno Sacramento, fu vincolato con leggi civili e tolto quasi pienamente dalla potestà ecclesiastica, forse con l’intenzione di sottoporlo poi alle sole leggi civili e così, ciò che Dio voglia tener lontano, si dia luogo al legale concubinato con estremo danno delle anime. E qui, come richiede il dovere del Nostro Apostolico incarico, condanniamo, riproviamo e dichiariamo di nessuna forza e valore, e invalidiamo pienamente quanto fu finora fatto e si farà contro il diritto e il patrimonio della Chiesa, contro le persone religiose e i loro beni.