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Pius PP. IX
Iamdum cernimus

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X.

Pertanto, essendo così le cose, prima di porre fine al Nostro discorso, dichiariamo innanzi a Dio ed agli uomini, in modo chiaro e solenne, non esservi affatto ragione alcuna, per cui Noi dobbiamo riconciliarci con chicchessia. E poiché Noi, quantunque immeritevoli, teniamo in terra il luogo di Colui che pregò per i suoi crocifissori e chiese venia per essi, ben sentiamo di dovere perdonare a quelli che Ci offesero, e pregare per loro, affinché con l’aiuto della grazia divina si convertano, e si meritino la benedizione di Colui che quaggiù fa le veci di Cristo stesso. Volentieri dunque preghiamo per essi e, appena si siano ravveduti, siamo pronti a perdonare loro e a benedirli. Frattanto però non possiamo restare inerti, come se non Ci preoccupassimo delle umane calamità; né possiamo non commuoverci veementemente ed addolorarci e stimare come Nostri i grandissimi danni e i mali iniquamente fatti a coloro che soffrono persecuzioni per la giustizia. Quindi, mentre siamo macerati da intimo dolore e volgiamo calde preghiere a Dio, non omettiamo d’adempiere il gravissimo dovere del supremo Nostro Apostolato, di parlare, d’insegnare, di condannare tutto ciò che Dio e la sua Chiesa insegnano e condannano, acciocché in tal modo consumiamo il corso Nostro e il ministero della parola, che ricevemmo da Gesù Signore, per testimoniare il Vangelo della grazia di Dio.




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