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Pius PP. IX Maxima quidem IntraText CT - Lettura del testo |
Oltre a ciò, giungono a tale eccesso di empietà e di impudenza che si rivolgono anche contro il cielo e si sforzano di togliere di mezzo lo stesso Dio. Infatti con insigne scelleratezza ed uguale stoltezza non temono di affermare che non esiste un supremo Essere divino, sapientissimo e provvidentissimo, che sia distinto dall’Universo, e che Dio è la stessa cosa con la natura, e perciò va soggetto alle mutazioni, e nel fatto si viene formando nell’uomo e nel mondo, e che tutte le cose sono Dio ed hanno la stessissima sostanza di Dio, e sono una medesima cosa Iddio ed il mondo, e per conseguenza lo spirito e la materia, la necessità e la libertà, il vero ed il falso, il bene ed il male, il giusto e l’ingiusto. Di che per certo non può immaginarsi né fingersi maggiore stoltezza ed empietà, né cosa più ripugnante alla stessa ragione. Per rispetto poi all’autorità ed al diritto con pari impudenza danno ad intendere che l’autorità è costituita dal numero e dalla somma delle forze materiali, che il diritto consiste nel fatto materiale, e che tutti i doveri degli uomini sono un vuoto nome, che i fatti umani, quali che siano, hanno forza di diritto.