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Pius PP. IX Tuas libenter IntraText CT - Lettura del testo |
Un fatto, questo, come Tu certamente sai, assolutamente nuovo e fuori di ogni consuetudine nella Chiesa. Pertanto abbiamo voluto farti conoscere, Venerabile Fratello, il Nostro punto di vista, affinché sia Tu, sia gli altri Venerabili Fratelli che sono a capo della Chiesa in Germania, foste in grado di giudicare il vero scopo, esaminando il programma, del Congresso, cioè se fosse effettivamente tale da recare una vera utilità alla Chiesa. Nello stesso tempo eravamo certi, Venerabile Fratello, che Tu, con la sollecitudine pastorale e lo zelo che ti distinguono, ti saresti adoperato in ogni modo perché in quel medesimo Congresso non venissero intaccate minimamente né l’integrità della fede e della dottrina cattolica, né l’obbedienza che tutti i cattolici di qualunque grado e di qualunque condizione debbono prestare all’autorità e al magistero della Chiesa. E non possiamo tacere che siamo stati fortemente preoccupati, perché temevamo che con questo Congresso, indetto senza l’autorizzazione ecclesiastica, si instaurasse a poco a poco un metodo di lavoro che toglie qualcosa ai diritti del potere ecclesiastico e di quell’autentico magistero che per divina istituzione spetta al Romano Pontefice e ai Vescovi uniti e concordi con il Successore di San Pietro; e così, a causa del disordine entrato nella Chiesa, in alcuni cristiani si indebolissero alquanto l’unità e l’obbedienza della fede. Temevamo anche che nello stesso Congresso fossero fatte delle affermazioni e fossero accolte opinioni e teorie che, soprattutto se poste in circolazione, mettessero in pericolo e in discussione la purezza della dottrina cattolica e la dovuta obbedienza. Con grandissimo dolore del Nostro animo, Ci ricordavamo, Venerabile Fratello, che per dovere, in forza del suo altissimo ufficio, la Sede Apostolica in questi ultimi tempi ha dovuto censurare e proibire le opere di alcuni Scrittori della Germania, i quali, per non rinunciare a principi e metodi di una falsa scienza o di una fallace filosofia moderna, (forse inconsapevolmente, così speriamo) sono arrivati ad affermare e ad insegnare dottrine in contrasto con il vero senso e la vera interpretazione di alcuni dogmi della nostra santissima fede; in questo modo essi hanno riproposto errori già condannati dalla Chiesa e hanno gravemente alterato il senso e la natura della divina rivelazione e della fede. Sapevamo anche, Venerabile Fratello, che alcuni cattolici che si dedicano allo studio delle scienze esatte, fidandosi troppo delle capacità della ragione umana, non si sono guardati da un pericoloso errore: quello di oltrepassare, nell’affermare l’ambigua e non sempre oggettiva libertà della scienza, quei limiti che l’obbedienza dovuta al magistero della Chiesa – voluto da Dio per conservare l’integrità di tutto il dato rivelato – non permette di oltrepassare. Ne deriva come conseguenza che questi cattolici, tratti miseramente in errore, si schierino a loro volta con coloro che protestano contro i decreti di questa Sede Apostolica e delle Nostre Congregazioni, blaterando che quei decreti impediscono il libero progresso della scienza; in tal modo si espongono al pericolo di infrangere quei vincoli di obbedienza in forza dei quali sono legati a questa Sede Apostolica, costituita da Dio stesso come maestra di verità e incaricata di difenderla.