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Ioannes PP. XXIII Aeterna Dei sapientia IntraText CT - Lettura del testo |
II.5 Vasta risonanza di mirabile opera
L'opera veramente insigne svolta da san Leone a salvaguardia dell'autorità della chiesa di Roma non fu vana. Grazie, infatti, al prestigio della sua persona, la «cittadella della roccia apostolica» venne lodata e venerata non soltanto dai vescovi dell'occidente, presenti nei concili riuniti a Roma, ma da più di cinquecento membri dell'episcopato orientale riunito a Calcedonia,(44) e dagli imperatori di Costantinopoli.(45) Anzi, prima ancora del celebre concilio, Teodoreto, vescovo di Ciro, aveva tributato nel 449 al vescovo di Roma e al suo privilegiato gregge questi alti elogi: «A voi tocca il primo posto in tutto, a motivo delle prerogative che onorano la vostra sede. Le altre città, infatti, si gloriano o per la loro grandezza o per il numero degli abitanti... Il Datore di ogni bene alla vostra città ne ha elargito in sovrabbondanza. Giacché essa è la più grande e la più illustre di tutte le città, governa il mondo, è ricca di popolazione... Possiede inoltre i sepolcri di Pietro e Paolo, comuni padri e maestri della verità, che illuminano le anime dei fedeli.
Questi due santissimi luminari ebbero bensì origine in oriente e diffusero i loro raggi dovunque; ma per loro spontanea volontà subirono il tramonto della loro vita in occidente, e di là ora illuminano il mondo. Costoro resero nobilissima la vostra sede; qui è il culmine dei vostri beni. Ma il loro Dio anche ora rende illustre la loro sede, mentre in essa fa scaturire dalla vostra santità i raggi della vera fede».(46)
Le esimie lodi che i rappresentanti delle chiese di oriente tributarono a Leone, non vennero meno con la di lui morte. Infatti la liturgia bizantina, nella festa del 18 febbraio a lui dedicata, lo esalta quale «duce dell'ortodossia, dottore ornato di pietà e di maestà, astro dell'universo, ornamento degli ortodossi, lira dello Spirito Santo».(47) Altrettanto significativi sono gli elogi che al grande pontefice tributa il Menologio Gelasiano: «Questo nostro padre Leone, ammirevole per le sue molte virtù, la continenza e la purità, consacrato vescovo della grande Roma, fece molte altre cose degne delle sue virtù, ma rifulse la sua opera soprattutto in ciò che riguarda la retta fede».(48)