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Pio XII
Benignitas et humanitas

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III. Il problema della democrazia.

 

Inoltre – e questo è forse il punto più importante – sotto il sinistro bagliore della guerra che li avvolge, nel cocente ardore della fornace in cui sono imprigionati, i popoli si sono come risvegliati da un lungo torpore. Essi hanno preso di fronte allo Stato, di fronte ai governanti, un contegno nuovo, interrogativo, critico, diffidente. Edotti da un’amara esperienza, si oppongono con maggior impeto ai monopoli di un potere dittatoriale, insindacabile e intangibile, e richieggono un sistema di governo, che sia più compatibile con la dignità e la libertà dei cittadini.

Queste moltitudini, irrequiete, travolte dalla guerra fin negli strati più profondi, sono oggi invase dalla persuasionedapprima, forse, vaga e confusa, ma ormai incoercibile – che, se non fosse mancata la possibilità di sindacare e di correggere l’attività dei poteri pubblici, il mondo non sarebbe stato trascinato nel turbine disastroso della guerra e che affine di evitare per l’avvenire il ripetersi di una simile catastrofe, occorre creare nel popolo stesso efficaci garanzie. In tale disposizione degli animi, vi è forse da meravigliarsi se la tendenza democratica investe i popoli e ottiene largamente il suffragio e il consenso di coloro che aspirano a collaborare più efficacemente ai destini degli individui e della società?

E’ appena necessario di ricordare che, secondo gli insegnamenti della Chiesa, "non è vietato di preferire governi temperati di forma popolare, salva però la dottrina cattolica circa l’origine e l’uso del potere pubblico" e che "la Chiesa non riprova nessuna delle varie forme di governo, purché adatte per sé a procurare il bene dei cittadini".4

Se dunque in questa solennità, che commemora ad un tempo la benignità del Verbo incarnato e la dignità dell’uomo (dignità intesa non solo sotto il rispetto personale, ma anche nella vita sociale), Noi indirizziamo la Nostra attenzione al problema della democrazia, per esaminare secondo quali norme deve essere regolata, per potersi dire una vera e sana democrazia, confacente alle circostanze dell’ora presente; ciò indica chiaramente che la cura e la sollecitudine della Chiesa è rivolta non tanto alla sua struttura e organizzazione esteriore, - le quali dipendono dalle aspirazioni proprie di ciascun popolo, - quanto all’uomo, come tale, che, lungi dall’essere l’oggetto e un elemento passivo della vita sociale, ne è invece, e deve esserne e rimanerne, il soggetto, il fondamento, il fine.

Premesso che la democrazia, intesa in senso largo, ammette varie forme e può attuarsi così nelle monarchie come nelle repubbliche, due questioni si presentano al Nostro esame: 1 Quali caratteri debbono contraddistinguere gli uomini, che vivono nella democrazia e sotto il regime democratico? Quali caratteri debbono contraddistinguere gli uomini, che nella democrazia tengono il pubblico potere?




4 Leone XIII, Encicl. Libertas, 20 giugno 1888, in fin.




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