Prefazione
L’opera manoscritta Metafisica classica e metafisica
cristiana incompiuta, non rivista, non divisa in capitoli, per la prematura
morte dell’autore Giordano Bruno Cavagna, avvenuta il 17 maggio 1966, viene
presentata integralmente in formato digitale. Sono state trascritte col
programma di scrittura le parti inizialmente dattiloscritte a macchina, ed è
stato trasferito su Windows quanto inizialmente scritto con l’Apple.
Vengono qui richiamate alcune note messe alla fine dell’opera, in
occasione della prima pubblicizzazione dell’opera, avvenuta nel 1987. Ad esse
si fa riferimento per una informazione più completa. Si aggiungono inoltre
altre precisazioni sulle modalità della trascrizione.
L’autore, Giordano Bruno Cavagna, nato a Bologna il 26 gennaio del
1921, morto prematuramente a Bologna il 17maggio 1966, era docente molto
stimato di Filosofia e Storia nel Liceo Classico Minghetti di Bologna.
In vita aveva pubblicato due opere,
La soluzione kantiana del problema epistemologico fondamentale
(1961),
La dottrina della conoscenza in Enrico Bergson (1965).
Alla stesura dell’opera Metafisica classica e metafisica cristiana,
il filosofo si è dedicato negli anni dal 1961 al 1966 e già nell’Avvertenza
della Soluzione kantiana del problema epistemologico fondamentale si può
trovare un accenno all’intenzione di trattare tali problematiche.
L’opera Metafisica classica e metafisica cristiana è manoscritta su 375 fogli protocollo di 4
facciate ciascuno, cui seguono numerosissimi foglietti con appunti di lavoro.
Sono stati trascritti sul CD i 375 fogli protocollo, alla cui
numerazione progressiva fanno riferimento i numeri di pagina e di facciata
riportati fra parentesi quadra a sinistra, ad es.[pag. 66 F2] o tra parentesi
tonda entro parentesi quadra, ad es. [pag. 161 (200 F2/3)]. In quest’ultimo
caso il foglio protocollo cui si fa riferimento è il 200, la pagina 161 invece
corrisponde alla numerazione data alla seconda parte del testo scritto
originariamente con l’ Apple.
Ciò per rendere possibile un
eventuale controllo sul manoscritto, visto che non sarebbe possibile altrimenti
muovercisi per la mancanza di divisione in capitoli e in paragrafi.
Si fa presente che il testo è
stato trascritto nel pieno rispetto dell’originale, senza alcun intervento
critico, e scansione o risistemazione su cui si potranno eventualmente
cimentare gli studiosi.
Tra due parentesi tonde con doppio punto interrogativo sono messe le
parole che presentavano difficoltà all’interpretazione ((??)). Tra le due
parentesi tonde si trova a volte la parola dubbia del testo, a volte la parola
corretta ipotizzata. Va scelta quella più funzionale al senso. Ad es. una ((ma??)); inoltre, resta(no),
intelligibile (i), ecc., quando si
abbiano problemi di concordanza.
Tra due parentesi quadre sono poste brevi parole supposte mancanti, ad
es. un pronome relativo [che??] o una
preposizione [di], ma questo
intervento è stato rarissimo.
Così pure, raramente, sono state aggiunte virgole, aggiunte indicate
ponendo la virgola tra parentesi tonda (,).
Quanto alla complessità del periodare, va detto che, secondo la mia
valutazione di insegnante di lettere, il periodo è corretto e il significato
tiene, nonostante la avarizia di punteggiatura (al posto di un possibile punto
fermo c’è spesso il punto e virgola; la virgola spesso non c’è quando c’è una
successione di membri con la stessa funzione sintattica, o quando connettivi
semantici e testuali, ad es. da una parte....
dall’altra, dall’uno... dall’altro,
concordanze, ecc., siano sufficienti a rendere le connessioni logiche e il
respiro del testo).
La ricchezza di proposizioni incastonate le une nelle altre, l’ampiezza
del periodare, che supera modelli possibili come quello del Guicciardini, se da
una parte rende inizialmente più difficile l’accesso al testo, dall’altra è una
buona palestra per l’esercizio del pensiero che deve affrontare percorsi
dialettici più ardui, spesso all’interno di un linguaggio che per la natura
dell’argomento trattato sfiora l’aridità e il grigiore matematico, linguaggio
il cui merito sta tuttavia nella puntigliosità denotativa, e che a volte
richiama invece nelle immagini la grande poesia di Dante e mostra il travaglio
e l’entusiasmo del pellegrino che si confronta e si cimenta.
Un periodare, dunque, o meglio, un respiro complesso e potente che il
lettore deve cercare di fare proprio.
La presente trascrizione, rispetto a quella del febbraio 2001, porta
correttamente trascritte le formule matematiche, col pedice e l’apice, e
utilizza i caratteri greci per l’alfabeto greco.
Inoltre, in seguito a un’ulteriore lettura e controllo, sono stati
corretti errori fatti nella trascrizione precedente (ad es. fraintendimenti: per al posto di pur, prosillogisimi al
posto di polisillogismi; a volte una
riga mancante), per cui la presentazione del testo nella forma più rispondente
all’originale è la presente, datata aprile 2001.
La pubblicizzazione dell’opera non vuole solo essere un omaggio alla
memoria dell’autore, ma soprattutto un contributo al progresso degli studi
filosofici.
Trascrizione riveduta e corretta
Bologna, aprile 2001 la vedova, Anna Romagnoli Cavagna
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