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di qui a poco che cosa questo porti per l’interpretazione hegeliana
della negazione. Consideriamo, invece, quel che dalla struttura formale
aristotelica si inferisce per la negazione: nella scalare gerarchia degli
intelligibili, lungo i gradi generici che relazionano le specie infime alle o
alla categoria suprema, in linea di diritto si ha la predicazione di tutto il
generico ad ogni speciale in quanto ogni elemento di un livello inferiore è
sempre quantitativamente identico a uno qualsiasi dei generi sovraordinati,
dandosi o allo stato potenziale o allo stato attuale, in entrambi la stessa
comprensione ricca delle stesse note; ma allo stato di fatto le cose non stanno
così, in primo luogo perché lo stato potenziale non è né un reale né un
direttamente noto bensì una mera attitudine ad esistere nei modi della
conoscibilità in genere e nei modi in particolare propri di un ente che verrà
conosciuto per quel che è altrove, e precisamente là dove sarà allo stato di
atto, attitudine o capacità che, propri di un tutto attuato secondo certe
modalità, affetta il tutto assieme alla serie di condizioni che nella regione
del tutto già attuata e conoscibile si danno come ragioni provocanti la
traslocazione del meramente attitudinale nell’esercizio o realizzazione di se
stesso, sicché il moto di attuazione dell’attitudine o il processo di
autorealizzazione del funzionale inizia non appena le ragioni effettrici si
fanno cause immediate di realizzazione in concomitanza e in simultaneità con
l’assenza di una qualsivoglia degli indefiniti fattori ostacolanti che possano
impedire ad una funzione di esercitare se stessa, in secondo luogo perché la
specie, assunta in sé fuor da ogni simultanea cognizione con altri
intelligibili complanari ed entro soltanto i rapporti di denotazione con gli intelligibili suoi generi, manifesta
in atto e con ciò in manifestazione direttamente intuibile l’attuale dei generi
e quanto del potenziale generico ha trovato nell’attuale ragioni immediate di
funzionamento fuor dall’impedimento di ogni causa ostacolante - siano A la
categoria somma con la comprensione A1 A2 A3...An
in cui solo A1 e A2 sono in atto di contro al resto
connotante meramente potenziale, B C D E...P specie di A con le rispettive connotazioni
B1 (=A1) B2 (=A2) B3 (=A3)...Bn
(=An), C1 (=A1) C2 (=A2)
C3 (=A3)....Cn (=An), ecc, e sia Q,
cogenere di R S T U...Z, la specie considerata di A con la sua connotazione Q1
(=A1) Q2 (=A2) Q3(=A3)...Qn
(=An), in linea di diritto si avrà A= B = C =D...=Q...=Z, in linea
di fatto Q ≠ A, essendo Q1 (=A1), Q2(=A2),
Q3(=A3), (Qn-5 = An-5) in atto, ed
essendo Q n-4, Qn-3...Qn in potenza e come
tali identiche a An-4, An-3.... An ignote
perché pure potenziali, di contro alla potenzialità di A3,... An-5 rese
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manifeste dalla loro attuazione o in B C D E...P, o in Q; il passaggio
dalla mera capacità di essere all’essere di A3 A4 A5...An
-5 An-4...An è avvenuto in B C D E...P e in Q con
l’attuazione e manifestazione di B3 (=A3) B4 (=A4)...C5(=A5)...Qn-5
(= An-5) essendo B2 (=A2) → B3
(= A3)... C4 (=A4) → C5 (=A5)...Qn-6
(=An-6) → Q n-5(=An-5), e non dandosi né
in B b (beta)
→ [B2 (=A2) ≠ B3 (=A3)]
né in C g
(gamma) → [C4 (=A4) ≠ C5 (=A5)]
né in Q un {→ [Qn-6 (=An-6) ≠ Qn-5
(=An-5)]-. D’altra parte, la situazione di fatto si fa ancora più
complessa quanto più ci allontaniamo dalla categoria somma verso le specie
infime: al primo livello subgenerico, il gruppo degli intelligibili
immediatamente subordinati al primo, qualunque sia il loro numero, ha ogni
membro della sua classe con una comprensione che ha attuali le note in atto del
genere primo e quella o quelle note che potenziali nella comprensione del
genere primo si son fatte attuali per la causalità di cui le note generiche in
atto debbon ritenersi dotate; ma questa causalità deve ritenersi polivalente o
per una polivalenza in atto o per una polivalenza potenziale e indeterminata,
onde poter spiegare l’attuazione di questo potenziale in questa specie
immediata e di quel potenziale in quella specie immediata, essendo il
discriminante fra l’attuazione di questo potenziale e l’attuazione di quel
potenziale o l’effetto di questa o di quella fra le molteplici causalità
dell’atto generale oppure l’intervento di questa e non di quella fra le
causalità impedienti e di quella e non di questa fra le causalità impedienti -
dati A il genere primo A con la sua connotazione A1 A2 attuali
e A3 A4...An potenziali e B C specie
immediatamente subordinate con le rispettive connotazioni [B1 (=A1)
B2 (=A2) B3 (=A3) in atto e B4
(=A4)...Bn(=An) in potenza] e [C1
(=A1) C2 (=A2) C3(=A4)
in atto e C4 (=A3)...Cn (=An) in
potenza], bisogna attribuire alla connotazione attuale A1 e A2
di A una causalità effettrice bivalente e diversa per cui 1) A1 A2
→A3 e 2) A1 A2 →A4 e
insieme (A1 A2 → A3) ≠ (A1
A2 →A4) sia che 1) escluda naturalmente ed
essenzialmente 2), nel qual caso la bipolare causalità effettrice è di per sé
ricca di contrarietà, sia che nel movimento da A a B si dia b (beta)
{→ [(A1 A2) → A3] ≠ [(A1
A2) → A4] } e nel movimento da A a C si dia g (gamma)
{→ [(A1 A2) → A4] ≠ [(A1
A2) → A3] } nel qual caso
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la bipolare causalità effettrice in sé non è affetta né da contrarietà
né da diversità ma trova la propria ragione nell’intervento di due differenti e
contrarie cause impedienti -.
Ma questo discorso è da ripetersi per ciascuno dei livelli
immediatamente subordinati sicché entro l’interpretazione aristotelica dello
scalare ordinamento gerarchico degli intelligibili si danno le seguenti
condizioni: 1) che in ogni specie l’attuale è identico all’attuale delle altre
specie meramente complanari e non cogeneri solo in parte e precisamente in ciò
che di attuale si dà nel genere comune a tutte che è il genere sommo - siano R
S T U V specie complanari ma non cogeneri se non relativamente ad A genere
sommo, l’atto identico per tutte è l’atto del genere sommo, ossia le note A1
A2 per ipotesi assunte sopra come attuali nella comprensione A1...An
di A -; 2) che in ogni specie l’attuale si dà identico all’attuale delle altre
specie complanari e cogeneri rispetto a un genere altro dal genere sommo, solo
però relativamente a quel che di atto si dà nel genere considerato e altro dal
genere sommo - essendo R S T complanari e cogeneri di N ≠ A, [R1
R2 R3....Rn-5, attuali] = [S1 S2
S3...Sn -5, attuali ]= [T1 T2 T3...Tn-5
attuali ] = [N1 N2 N3...Nn-x,
attuali]-; 3) che l’attuale di una specie a qualsiasi livello avrà come sua
comprensione l’attuale del genere ad essa immediatamente sovraordinato
arricchito di quel potenziale di questo che una delle causalità effettrici del
suo atto ha mosso all’atto, mentre escluderà in quanto potenziale tutto il
potenziale del genere immediatamente sovraordinato - [dato R complanare e
cogenere di S e di T rispetto ad N che è loro genere immediatamente
sovraordinato, R1 R2 R3...R17 R18
attuali della comprensione di R si identificheranno con N1 N2
N3...N17 attuali in N, in quanto (N1....N17)
→ N18 (=R18), escludendo la potenzialità di N19
divenuta attuale in S come S18 per (N1...N17)
→ N19 (= S18) e N20 divenuta attuale in
T come T 18 per (N1...N17)→ N20
(= T18) e, insieme, escludendo rispettivamente S R 18 e T18
come potenziali e T R18 e S18 pure come potenziali -; 4)
che il potenziale del genere sommo spasserà ((??)) in atto nelle specie
sottoordinate con un processo né uniforme né regolare ma secondo una strozzatura
che si farà tanto più stretta via via che si scende verso la specie infima la
quale al tempo stesso che raggiunge il massimo di atto esclude da sé il massimo
di potenza, dandosi così una sorta di legislazione nei rapporti tra il
potenziale e l’attuale per la quale nell’universo intelligibile il genere sommo
è il minimo di attuale e il massimo di potenziale attuabile,
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la totalità delle specie infime è la totalità dell’attuale
nell’universo, ogni specie infima è il massimo di attuale e il massimo di
potenziale inattuabile, e gli intelligibili intermedi sono le quantità di
attuale che si susseguono tra il minimo e il massimo, le quantità di potenziale
attuabile che stanno tra il potenziale attuabile massimo e il potenziale
attuabile zero, le quantità di potenziale inattuabile zero e il potenziale
inattuabile massimo, qualsivoglia sia la ragione sufficiente dell’inattuazione del potenziale - essendo a
la connotazione attuata di A, b la connotazione potenziale di A in genere, c la
connotazione potenziale di A in quanto attuabile, d la connotazione potenziale
di A in quanto inattuata e la connotazione potenziale di A in quanto attuata, A
il genere sommo, N O P Q R S T U V Z le specie infime, B C D E F G H I L M gli
intelligibili specie di A e generi delle specie infime, è legislazione
dell’universa piramide aristotelica degli intelligibili, 1) che A = a.b.c, a =
b + c (=o)- e,
2) che [N O P Q R S T U V Z] = a + e + b +c essendo b= o e c = o; 3)
che N = a + [e -d] in cui [e- d] ha il valore massimo, 4) che [O P Q R S T U V
Z] = a + [e-d] in cui [e - d] ha il valore minimo, 5) che [B C D E F G H I L M
] = a + (e-d), in cui ha valori compresi tra lo zero e il valore massimo; 6) D
= a + (e - d) in cui (e - d) è in funzione di d in D-. Se la definizione del
potenziale potesse fondarsi, dal punto di vista aristotelico, non già sul
potenziale ma sull’attuale, se cioè tra potenziale ed attuale non sussistesse
nessuna eterogeneità essenziale ma una
eterogeneità puramente contingente o relativa al soggetto conoscente, nel senso
che il potenziale fosse un ontico determinato da un certo attributo e l’attuale
un ontico determinato da altro attributo senza che i due attributi
modificassero l’identica essenza comune ai ((a??)) potenziale ed attuale, quasi
che l’uno e l’altro attributo potessero ridursi a punti di vista epidermici e
per il soggetto non per i due enti in sé, tutto il discorso da noi fatto
sarebbe costato una vera perdita di tempo senza risultati in quanto la paziente
differenziazione immessa nelle connotazioni del genere sommo e delle specie
infime avrebbe condotto a una varietà degli intelligibili in funzione
dell’intelligente contemplante il quale avrebbe tratto da siffatta varietà la
ragione legittimante un discorso dialettico esigente eterogeneità, ma non la
ragione legittimante una reale dialettica immanente e impossibile per la
sostanziale identità e unicità dei termini - essendo a = b, si dà
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