Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giordano Bruno Cavagna
(n. 1921 - m.1966)
Metaf. class. e metaf. cristiana

IntraText CT - Lettura del testo

  • Prot. 101 -150
    • 106
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 106 -


[pag.106 F1]

attraverso la visione delle operazioni che si compiono sui dati sensoriali o con assoluta indipendenza da queste, con un’indagine che riguardi esclusivamente gli intelligibili; la questione è stata da noi risolta con un voto a favore della prima linea metodica sulla base di questo dato di intuizione interiore: in primo luogo, ogniqualvolta il pensiero di condizione umana rivolge il cuneo della forza attentiva sui propri moti dialettici da intelligibile ad intelligibile a un fine non già di pensamento ma di ripensamento del pensato in vista del possesso delle proprie strutture formali, esso non pare capace di un’intuizione assolutamente pura e sembra piuttosto costretto a valersi di uno strumento sussidiario che pare destinato a porsi come medio tra l’analisi intuitiva e l’intelligibile intuito ed analizzato; lo strumento che sembra a portata di mano  è il linguaggio, sicché il pensiero può essere facilmente portato a fare delle espressioni linguistiche e dei loro rapporti immagini simmetriche e di diritto sostitutive dei concetti e dei loro rapporti; la facile e frequente osservazione che parole e nessi di parole sostituisconointelligibili e nessi tra intelligibili  ma sulla base di pretese di esigenze e di condizioni che non sono quelle di un discorso di razionalità pura, porta ben presto il pensiero ad abbandonare lo schermo del linguaggio; ed allora un altro strumento si fa avanti, quello dell’immaginazione: qui il linguaggio non è abbandonato del tutto, ma è utilizzato solo come avviamento, in quanto dei termini verbali e dei loro rapporti  il pensiero si serve per farsi trasportare, per dir così, in seno agli intelligibili, e per essere più precisi del fatto che l’espressione verbale è fondata su rapporti di ciascuno di questi il pensiero si vale per spostarsi a ciò che è della stessa natura generica del rapporto verbale ma non necessariamente della stessa essenza determinata e speciale, al nesso cioè relazionale tra concetti intelligibili, e una volta preso contatto col particolare nesso razionale si trova ad avere presa anche sugli intelligibili; ma, se il pensiero presta molta attenzione a quanto viene operando in questa autoanalisi, se cioè si rifletta per ripensare il ripensamento orientato al possesso delle sue strutture formali, è costretto a riconoscere che nel momento stesso che lascia da parte il parallelismo tra il rapporto  tra termini e il rapporto fra intelligibili per aderire immediatamente e solamente a quest’ultimo, ancora ciò su cui fa presa non sono né gli intelligibili

[pag 106 F2]

il moto dialettico che si pone a loro nesso relazionale, si rende tosto conto che il suo atto intuitivo aderisce immediatamente a costruzioni sensoriali ricostruite secondo quella particolare attitudine a ripetere una rappresentazione fenomenica esteriore che comunemente chiamiamo immaginazione o fantasia, secondo l’orientamento cui è tesa; siffatte costruzioni che sono fantasmi interiori e che godono di tutti gli attributi cognitivi di cui  son ricche le immagini  giuocanti  nell’immaginazione, sono quanto di più indeterminato possa darsi in questa attitudine, in quanto non assumonoforma geometrica ben precisa, né ripetono colori sfumature parvenze di oggetti esteriori percepiti; sono fenomeni immaginativi indeterminati che dei fenomeni che di solito compaiono nell’immaginazione riprendono alcune caratteristiche, la capacità a suddividersi, a ripetersi, a contenersi l’un l’altro, a simultaneizzarsi e a succedersi, a modificarsi e a lasciarsi modificare o da un ente della loro classe o dal pensiero stesso, a schierarsi secondo un certo ordine spaziale, a scomparire  qui per riprodursi , ad annullarsi definitivamente; sono enti immessi nello spazio e nel tempo che di fenomenico non hanno se non tutti gli attributi che derivano loro dal fatto di esser dati secondo lo spazio o secondo il tempo, enti che l’immaginazione si preoccupa  di rivestire del minor numero di determinazioni fenomeniche possibile; pare che siffatta strumentalità sia quanto di meglio si offra a un’intuizione interiore delle operazioni e strutture formali, come quella che meno deforma i processi di ragione giacché le uniche deviazioni modificanti che essa introduce, ossia la riduzione della acronicità alla simultaneità spaziale e la traduzione della successione dialettica in successione temporale, possono essere facilmente elise dal pensiero - ho cercato di descrivere con oggettività quanto il mio stesso pensiero compie nei suoi processi di autoanalisi, traendo conforto per ritenere di condizione umana siffatto comportamento e per rigettare che sia atto particolare e contingente, dal fatto che chiunque  ha negato l’esistenza di ontici intelligibili effettivamente dati al pensiero ha sempre fornito tra le varie prove

[pag.106 F 3]

l’incapacità per il pensiero di intuire un intelligibile pensato che non sia o immagine di rappresentazione fenomenica o parola, dal fatto che le espressioni comuni con cui si designa l’ordine degli intelligibili, sovraordinazione, subordinazione, genere sommo, specie infima, piramide concettuale, denunciano la traduzione della contemplazione della totalità degli ontici  intelligibili pensati in un quadro di immagini spazializzate e temporalizzate, infine dal fatto che nella descrizione delle operazioni dialettico-formali i logici si servono di termini che di solito son segni di operazioni compiute su ontici giacenti nello spazio e succedentisi nel tempo, si servono cioè di un linguaggio adatto a un mondo di fenomeni, il che  non avverrebbe se quei logici non si valessero di quella strumentalità descritta sopra, della proiezione degli intelligibili  nell’immaginazione, tanto più che gli stessi logici non esitano a dar vita a termini  nuovi come nuovi segni per ontici nuovi - In secondo luogo, lo stato secondo cui il pensiero di condizione umana assume l’intelligibile, la struttura generale che tale pensiero attribuisce all’intelligibile, i rapporti in cui esso deve porre vari intelligibili per poter operare su di essi, si trovan ripetuti  nelle identiche categorie  sotto cui il fenomenico  naturale si presenta; il calco razionale dell’empirico esiste sia nel caso che si voglia ritenerlo preso dall’empiria sul razionale sia nel caso contrario. Infine, il controllo di una nozione formale generica inferita da una particolare struttura secondo  cui intelligibili determinati si ordinano, se vien fatto su una serie di altre strutture particolari ordinanti intelligibili della stessa classe, nulla impedisce che venga attuato su complessi i cui componenti son dati sensoriali. Per tutto ciò riteniamo che la riflessione abbia il diritto di valersi del ricorso a strutture empiriche ricalcate su equivalenti strutture di pura intelligibilità ogni volta che miri ad ottenere rappresentazioni chiare di rapporti razionali puri, senza che sia pregiudiziale una presa di posizione gnoseologica e metafisica a pro di una qualsiasi dottrina astrattistica. Come dimostra un giudizio categorico descrivente una certa situazione empirica, quello, ad es., che ci dice il colore dei capelli di una persona, la condizione preliminare di un giudizio categorico è la rappresentazione di una totalità unitaria la cui intuizione prima fa conoscere un’unità che non è sintesi in quanto di essa non sono

[pag 106 F 4]

ancora date né la molteplicità delle parti che vi si ritroveranno né la composizione che fa di queste un tutto indivisibile; nel dato primo dell’unità della percezione non è ancora presente il concetto di sostanza, come dimostra il fatto che, anteriormente ad ogni analisi è capace di lasciarsi intuire come percezione unitaria  un complesso sensoriale destinato poi a frangersi in varie percezioni; questa nozione di unità assoluta è da principio uno stato psicologico indistinto che colora la rappresentazione e che la compone assieme all’autocoscienza, piuttosto che un intelligibile distinto formalmente categoriale, e rivela la propria presenza come nell’atteggiamento pragmatico uno ed indifferenziato che l’individuo conoscente assume di fronte a una percezione nuova così nel modo con cui il pensiero accoglie un intelligibile nuovo ed ignoto: il senso dell’unità del conosciuto di prima acquisizione è il sottofondo saldo che sottendendosi a tutte le operazioni successive conserva al conosciuto il suo modo d’essere originario e garantisce al pensiero la facoltà di modificare le rappresentazioni ulteriori che potrà darsi del conosciuto senza che questo venga meno e si disperda svanendo nel diverso cui le operazioni l’han ridotto; attraverso ragionamenti sdipanati da principi posti in particolare sarà dato ridurre l’unità a conseguenza di un intelligibile universale, l’autocoscienza o la sostanza, come quella che è una determinazione particolare e appariscente di un motore efficiente che si cela dietro il conosciuto, e con ciò si cercherà di dar soddisfazione al principio di ragione anche nei riguardi di tale stato psicologico, il quale però non ha bisogno di interpretazioni e giustificazioni  per porsi come condizione  prima di tutti i modi di conoscenza del pensiero di condizione umana: dove manca un qualsiasi senso di unità vien meno la conoscenza, può restare una contemplazione che pone la coscienza in uno stato affettivo di turbante insoddisfazione, quale si quando un qualsiasi motivo spinge a spogliare di unità quel che prima era stato accettato come un uno semplice, l’immagine di un caleidoscopio o la nozione di un periodo storico. Basta poi che alla primordiale impressione di unità semplice e perciò indifferenziata subentri la certezza che differenziazioni qualitative compongono l’unitario, basta che alla primitiva intuizione immediata succeda il risultato di una qualsivoglia analisi,




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License