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Z1 Z2...Zn predicabili a B1 -.
La soluzione di questo problema, che è lecito chiamare della predicabilità
intellettiva delle denotazioni, ha, come è logico, a sua condizione
fondamentale la definizione del concetto di predicazione o, il che è lo stesso,
di intellezione-intelligenza. Dal punto di vista materiale, la predicazione è
sintesi di una molteplicità di concetti particolari analiticamente distinti
sulla base di una loro reciproca eterogeneità, sintesi la cui dipendenza o
funzione dalla particolarità dei concetti rimanda per la definizione alla sua
formalità. Dal punto di vista formale, la predicazione è relazione tra una
dualità di intelligibili analiticamente distinti per reciproca eterogeneità,
relazione che da un lato consiste in una dialettica dell’attenzione cognitiva
dal primo al secondo e dal secondo al
primo, e dall’altro fonda se stessa su di una struttura determinata dei due
concetti il cui modo è tale che l’uno dev’essere rappresentato in simultaneità
con l’altro nonostante la loro eterogeneità: la simultaneità della
rappresentazione e l’eterogeneità provocano
la dialettica e quindi la relazione. La formalità strutturale è ragione
della formalità relazionale od operativa e dev’essere perciò indagata e
definita onde dalla conoscenza dei suoi modi derivi una conoscenza dei modi
dell’altra: dal punto di vista strutturale, gli intelligibili avvinti in
predicazione sono costituiti in modo tale che le connotazioni di entrambi sono
o direttamente o indirettamente coincidenti, oppure hanno costituzione siffatta
che le loro connotazioni non potranno mai coincidere né direttamente né
indirettamente; abbiamo una coincidenza diretta delle due connotazioni nel caso
che l’eterogeneità delle denotazioni sia formale e non materiale, nel senso che
la connotazione dell’un intelligibile analiticamente spartita nelle sue
denotazioni abbia il diritto di essere predicata ad una rappresentazione
intelligibile identica nella sua struttura materiale alla rappresentazione che
tollera la predicazione della connotazione dell’altro intelligibile pure
analizzata nelle sue denotazioni: abbiamo il diritto di parlare di una
coincidenza diretta quando una sola e
medesima rappresentazione intelligibile assunta nella totalità delle sue
denotazioni materiali ritrova in sé
tutti gli intelligibili denotanti l’uno e l’altro degli intelligibili uniti in
predicazione; è questo il caso della predicazione per identità materiale
esplicita e per identità formale implicita
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sia data la rappresentazione intelligibile X, avente X1 X2
X3...Xn a denotanti materiali e X’1 X’2
X’3...X’n a denotanti formali, la predicazione di B ad A
(A è B) ha una formalità strutturale che è coincidenza diretta delle due
strutturazioni nel caso in cui sia lecito predicare sia A che B ad X in quanto
denotato da X1 X2 X3...Xn; in nome
della liceità di questa duplice predicazione, che si verifica sia nel caso che
A ed X siano una sola e stessa rappresentazione, sia nel caso che A ed X siano
nel rapporto di genere a specie, la identità delle strutture materiali delle
connotazioni di A di B di X è esplicitamente evidente, mentre l’identità delle
rispettive strutture formali è implicita nel senso che le denotazioni formali
di A, nonostante la loro eterogeneità dalle denotazioni formali di B, entrano
pur sempre in un rapporto necessario con queste e si pongono con queste in
sintesi secondo una delle relazioni apodittiche che la ragione può
rappresentarsi; siffatta coincidenza diretta, che pone un vincolo predicativo
che può chiamarsi per identità materiale esplicita e per identità formale
implicita, lo ritroviamo nelle equazioni funzionali quantitative in generale
della matematica e nelle definizioni.La coincidenza indiretta delle due
connotazioni connesse da predicazione ha luogo quando almeno uno dei due
intelligibili viene a identificarsi con la totalità delle denotazioni materiali
della rappresentazione con cui l’altro si identifica, solo però attraverso una
serie di processi dialettici più o meno lunga attraverso gli intelligibili che
sussunti sotto il primo pongono la
continuità intelligibile fra il primo stesso e la rappresentazione assunta
nella sua totale struttura materiale; la coincidenza indiretta, quindi, si dà
di diritto ogniqualvolta una rappresentazione intelligibile viene a
identificarsi con l’intero nucleo delle sue denotazioni materiali direttamente
con l’uno degli intelligibili avvinti da predicazione e indirettamente, pel
tramite di più o meno numerose
sussunzioni, con l’altro, essa pone una predicazione che è per identità
materiale implicita e per identità formale esplicita -sia data la
rappresentazione X, con le denotazioni materiali X1 X2 X3...Xn
e con le denotazioni formali X’1 X’2 X’3...X’n,
la predicazione di B ad A (A è B) è fondata
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su una struttura formale che è di coincidenza indiretta quando sia
dato predicare ad X in quanto denotato da X1 X2 X3...Xn
direttamente A e indirettamente B, il che si attua sia nel caso che A sia
identico ad X sia nel caso che A sia genere di X; una volta posto siffatto
rapporto, è evidente che B si identifica con una delle denotazioni X’1...X’n,
precisamente con quella che fissa una delle rappresentazioni formali sotto cui
l’intera connotazione materiale X1...Xn di X deve essere
pensata, risultando così evidente ed esplicita l’identità formale tra X e B,
mentre per ciò che riguarda la loro identità materiale è necessario per il
pensiero operare la transizione dialettica degli intelligibili che determinano
la sovraordinazione di B alla classe di X; per questo abbiamo il diritto di
parlare di una identità immediata ed esplicita di predicazione per ciò che
riguarda la predicazione di B alla forma di X e quindi alla forma di A, e di
una identità mediata ed implicita di predicazione per ciò che riguarda la
predicazione di B alla materia di X e quindi alla materia di A; tutti i
rapporti predicativi categoriali, in cui il predicato sia un intelligibile
formalmente predicabile dal pensiero con l’intelligibile formale della
categoria, sono del tipo della struttura per coincidenza indiretta e pongono
una predicazione per identità materiale implicita e per identità formale
esplicita.- Tutti gli altri vincoli predicativi, ad esclusione dei due qui
sopra analizzati, indagati nella struttura delle connotazioni degli
intelligibili relazionati, rivelano che delle due connotazioni una sola si
identifica con l’intera denotazione materiale di una rappresentazione, mentre
l’altra si identifica con una parte dell’intera denotazione materiale della
rappresentazione; non si ha quindi il diritto di parlare di nessuna coincidenza
tra i due giacché la sfera di ontico razionale, materiale e formale, dell’uno è
solo una porzione della sfera di ontico razionale, materiale e formale
dell’altro; d’altra parte, siffatto rapporto delle due strutture, al tempo
stesso che impedisce di identificare gli intelligibili predicati, consente
dall’altro di unirli nonostante la loro apparente eterogeneità in un’unica
contemplazione per la quale la distinzione per assenza di identità si annulla
dinanzi alla loro composizione; questa formalità strutturale per assenza di
coincidenza
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pone un rapporto di predicazione per esplicita immanenza materiale e
formale, corrispondente a quel rapporto di parte a tutto di cui più sopra
abbiamo parlato. Se la formalità relazionale è in dipendenza dalla formalità
strutturale, ai due differenti tipi di struttura corrisponderanno due
differenti modi della forma relazionale della predicazione: la predicazione di
identità fonda una dialettica che trova la sua ragione nell’identità della
rappresentazione materiale cui gli intelligibili materiali si riferiscono, la
predicazione di immanenza fonda una dialettica avente la sua ragione nel
rapporto di parte a tutto che vincola l’intelligibile predicato alla
rappresentazione materiale con cui
l’intelligibile soggetto s’identifica. In parole più semplici, si danno
casi di predicazione in cui la rappresentazione intelligibile predicata e o
materialmente identica alla rappresentazione intelligibile cui la predicazione
è riferita o identica a quella delle forme di questa che è valida per l’intera
sua connotazione materiale; si danno invece casi di predicazione, in cui la
rappresentazione intelligibile predicata è identica, sia nella materia che
nella forma, a una sola parte della connotazione della rappresentazione
intelligibile cui la predicazione è riferita; i primi casi rientrano nella classe
delle predicazioni per identità, i secondi nella classe della predicazione per
immanenza. E’ da dirsi anzitutto che, se la predicazione è riguardata sotto il
punto di vista della sua verbalità verbale o espressiva, la uniformità di
questa cela necessariamente per lo meno una ambiguità, non essendo quindi
univoco il segno della copula; in secondo lugo che l’intellezione, come
dipendente funzionale dalla struttura
formale della predicazione, dipenderà, per la prima classe della predicazione,
dal particolare modo di essere sotto cui un intelligibile è riguardato, modo
che assunto esso pure ad intelligibile viene riferito allo stesso ed unico
intelligibile già riguardato sotto differente punto di vista, mentre per la
seconda classe delle predicazioni dipenderà dalla riduzione a molteplicità
disgiunta di una delle denotazioni dell’intelligibile, molteplicità che, eretta
ad intelligibile, viene riferita all’intelligibile stesso come al tutto che la
comprende -
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