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è necessariamente tale che, una volta disarticolata nelle eterogenee
denotazioni, sia l’intera sua comprensione sia ciascuna delle denotazioni sia
infine ciascuno dei rapporti che connettono denotazione a denotazione sono
sussumibili sotto la nozione dell’essere e con ciò si pongono come un tutto di
cui l’essere è una parte, avesse il diritto di fornire la rappresentazione
della legittima sussunzione di questa o quella denotazione, di questo o quel
rapporto tra le denotazioni, e quindi questa
o quella comprensione di nozione sotto il concetto di essere; se ciò si
desse la teoria delle categorie soggettive conoscerebbe un univoco sistema di
nozioni, o piuttosto per ogni definizione della connotazione del concetto di
essere si darebbe un univoco sistema di
nozioni costituente la teoria delle categorie soggettive, in forza della
dipendenza funzionale della connotazione degli intelligibili immediatamente
sussunti sotto il concetto di essere dalla connotazione di questo concetto
stesso; di fatto ciò non si verifica, e sarebbe interessante ricercarne le
ragioni sufficienti; di fatto, da un lato si dà che la relazione di dipendenza
funzionale tra le connotazioni del
concetto di essere e dei concetti che
di diritto si sussumono sotto di lui, è biunivoca non soltanto sotto il punto
di vista operativo, nel senso che il processo dialettico fra la nozione
sussumente e la nozione sussunta va da questa a quella al fine di fissare la
connotazione del primo e dal sussumente al sussunto al fine di costituire la
sfera di conosciuti legittimamente intelligibili, ma anche sotto il punto di
vista cognitivo o rappresentativo, nel senso che, una volta assunti uno o
alcuni dei trascendentali come indici
fondamentali di riferimento, o l’uno o il vero o l’universale e il
necessario o tutti questi o una coppia di questi, il pensiero dimostra in un
modo o in un altro la necessità di ritrovarli come denotanti la comprensione o
totale o parziale di una rappresentazione, donde inferisce la necessità da un
lato di estendere il generico della comprensione denotata dal trascendentale
alla connotazione del concetto di essere, dall’altro di sussumere la comprensione denotata dal
trascendentale sotto il concetto di essere
con la conseguente legittima sua intelligibilità, dall’altro infine di ampliare
l’estensione del concetto di essere fino a farne la classe di tutti gli
intelligibili che hanno il diritto di esser sussunti sotto la sua nuova
comprensione; questa considerazione, lo svolgimento delle cui conseguenze qui
non ci interessa,
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ma di cui ci pare che ci sia consentito negare la necessaria
conclusione in uno scetticismo totale, che sarebbe ineluttabile solo alla
condizione, che non ci pare verificata, che le ragioni sufficienti, assunte a
principi della dimostrazione della apodittica sussunzione di certe comprensioni
sotto i trascendentali, siano necessarie e inescludibili per il pensiero, di
condizione umana, offre qui lo spunto per un triplice ordine di considerazioni:
è giustificata, anzitutto l’eterogeneità delle teorie delle categorie
soggettive, non solo nella loro struttura totale dipendente dalla connotazione
della nozione di essere e quindi dalle sue modificazioni, ma anche nella
enumerazione e definizione dei concetti addittivi che complementarmente ne debbono articolare la struttura; è
offerto il principio della rappresentazione dei concetti complementari; è
fornita la fonte per una particolare valutazione dei reciproci rapporti in cui
i concetti complementari si pongono; nei concetti sussunti sotto la nozione di
essere perché denotati da questa in tutta ((la??)) loro comprensione, nelle
note di questa, nei rapporti tra le note, si osserva che tra la connotazione dell’essere e la
connotazione di ciascuna nota mediano nozioni
che da un lato sono denotanti della seconda e dall’altro danno
completezza a ciò che di insufficiente
la prima racchiudeva: dunque
mediano come generi della
connotazione di ciascuna nota e come specie della nozione di essere; se tra
questi intelligibili se ne dà uno il quale abbia i tre caratteri di essere genere di una delle denotanti la
connotazione dell’essere e quindi di
immanere immediatamente in essa, di rappresentare, denotato com’è dalle note
proprie del concetto di essere e dalle note a queste sovraggiunte, l’essenza o
il sottofondo apodittico alla cui rappresentazione si connettono le immagini
sovraggiunte che complementarmente costituiscono la connotazione della nota
analizzata, di assumere la portata di una costante immutabile cui si collegano le rappresentazioni
sovraggiunte come variabili destinate a completare la parzialità cognitiva
della costante, siffatto intelligibile ha il diritto di presentarsi come il
predicato dei predicati di una classe di intelligibili di cui fa parte la nota
analizzata; d) incompleta e insufficiente giustificazione è stata data sopra
della varietà delle teorie od elenchi delle categorie soggettive quale di fatto è conosciuta nei pensieri che si son
succeduti nel tempo; ma nonostante le differenze che le distinguono, un
carattere è comune a tutte: nessuna riscontra nell’elenco o serie delle
categorie che offre in successione quel
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rapporto di specie a genere con cui spontaneamente si è portati a
collegarle con la nozione di essere; il fatto che, come comunemente si dice,
esse siano determinazioni o classi del pensiero (=intelligibile in generale) e
dell’essere, o, come piuttosto convien dire, completamente esaustivi
dell’insufficienza rappresentativa della nozione di intelligibile o di essere,
ossia di ontico intelligibile, istituisce tra la nozione di ontico
intelligibile e la nozione di categoria
il rapporto di genere a specie, proprio delle relazioni da determinato a determinante, da parziale a
completo; ora, un rapporto tra un genere e le sue specie coinvolge non solo i
caratteri materiali e formali fin qui considerati, ma anche altri aspetti
altrettanto essenziali: quando di più concetti uno si pone come sussumente
sotto di sé tutti i restanti, la rappresentazione di uno dei sussunti serbato
nel rapporto di sussunzione originario esclude la necessità della
rappresentazione degli altri, in quanto il completamento del generico
insufficiente ad opera della denotante specifica appaga l’intelligibilità
lasciata insoddisfatta dalla rappresentazione generica, e se alla
rappresentazione della sussunzione in esame
vengono giustapposte le altre sussunzioni la necessità dell’allineamento
è da ricercarsi o a posteriori, nella conoscenza in atto delle specie del
genere, o a priori, nella conoscenza della liceità di altre denotazioni
specifiche dedotte dai rapporti in cui la nozione generica necessariamente si
pone con gli intelligibili già noti e relazionabili; donde deriva che
l’apodissi della totale serie delle specie di un genere non è posta da nessuna
delle specie, bensì dal genere stesso, relativamente a un pensiero di
condizione umana, dai dati che esso pensiero riesce ad ottenere con l’analisi intorno alla sua connotazione,
cosicché una linea di specie ritrova la propria necessità fuori di sé, nel
genere che le sussume; e ancora quando al pensiero di condizione umana è data
la rappresentazione di una specie in sussunzione sotto il suo genere, nessuna
necessità grava su di esso di procedere alla rappresentazione di un’altra
sussunzione differente nel sussunto, ad eccezione di quella che gli impone di
giustapporre alla prima la negazione di essa, in forza non tanto del presunto
canone kantiano che di ogni pensato si dia il pensato contraddittorio contrario
per negazione, quanto della suaccennata imposizione che al pensiero proviene a
posteriori o a priori, con la conseguenza anzitutto che, se la negazione della
sussunzione non si pone in equazione
con una sussunzione affermativa, lo stato gnoseologico del pensiero rimane inalterato
sia che persista a
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associare la sussunzione originaria col suo contraddittorio negativo
sia che escluda dalla sua attenzione quest’ultimo in quanto rappresentazione
eminentemente problematica che nulla dice
né dell’esistenza né della connotazione di qualche nuovo intelligibile,
poi che, se è data l’equazione tra la sussunzione negativa e una o più
sussunzioni affermative, la rappresentazione della sussunzione originaria, nel caso di elisione dall’attenzione cognitiva in atto dell’altra
o altre sussunzioni collaterali, patisce modificazione per ciò che riguarda la
conoscenza non della specie
ma del genere, come dimostra il fatto che le sussunzioni collaterali in
forma negativa possono tranquillamente venir escluse senza che lo stato
cognitivo patisca alterazioni; infine, quando si consideri una serie totale di
intelligibili specie nei loro rapporti reciproci e non nel comune rapporto di
sussunzione sotto lo stesso genere, l’unico tipo di unità che consenta al pensiero di accoglierle nella sintesi di un unico atto cognitivo, è
l’ordine per giustapposizione irrelata, cui la necessità sovraggiunge non già
dalla dialettica in sé contingente da intelligibile ad intelligibile o da
denotazione specifica a denotazione specifica, ma dall’identità e permanenza in
tutte di un solo essenziale e generico
e dall’identità e permanenza della complementarità che caratterizza in tutte la
denotazione specifica nei suoi rapporti
col generico: l’ordine unitario di una serie di intelligibili speciali, pensati ciascuno in una sintesi
che ignori l’analisi, è paratattico o enumerativo, aritmetico diremmo, e in sé,
fuor da qualunque connessione con operazioni di analisi, di sussunzione, di
confronto fra le denotanti parziali, è contingente relativamente alla materia
di ciascuna specie, necessario solo relativamente alla sua natura formale di
intelligibile; si prenda, ora, ciascuna delle differenti serie di categorie
soggettive che in differenti momenti il pensiero ha elencato, e si osservi se
siffatti attributi sono riscontrati quando ogni categoria viene inserita come
sussunta in un rapporto di sussunzione con l’essere; il fatto che in qualche
caso l’essere sia stato connotato con l’esclusione totale di qualunque
conosciuto materiale e con l’accettazione solo di dati della sfera formale,
mentre in altri nella delineazione della nozione di essere ci si sia dati il
diritto di fare dei dati formali gli aspetti per cui una certa rappresentazione
ricca di tutta la sua materialità ha
assunto il ruolo di ontico intelligibile generico, non reca differenza: una
volta posta la struttura delle varie sussunzioni, si nota
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