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Prot. 151 - 200
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i sillogismi CtG e CtS, diventa inutile e forse
illecito porre in un piano di indagine di identico valore i sillogismi Ce G,
CeS, CsG e CsS, che non sono se non variazioni secondarie delle dialettiche
precedenti; un sillogismo Ds, in cui P sia un intelligibile con funzioni di
specifico contingente come quello che definisce non necessariamente un intelligibile che è connotante secifica
entro una connotazione integra, è assurdo ed impossibile: a parte il fatto che
ogni sillogismo in Darii non rispetta totalmente le condizioni fissate dalle
otto regole del sillogismo e dal dictum de omni, sia nell’una che nell’altra
formulazione, ed è costituito da una di quelle dialettiche secondarie cui il
pensiero s’abbandona perché non offendono le condizioni trascurate, un
sillogismo in Darii deve assumere a predicato un connotante generico inerente
ad un certo aggregato di intelligibili assunto come porzione di un aggregato
più vasto, e non è lecito che assuma una connotante specifica né necessaria né
contingente, in quanto il diritto ad affermare P inerente al gruppo assunto
come S è fornito dalla necessaria
inerenza di P entro l’aggregato di cui S è necessariamente parte e poiché la
definizione dell’immanenza necessaria di un aggregato entro un altro come parte
in un tutto è fondata sull’inerenza nella connotazione degli intelligibili del
gruppo-parte della connotante che inerisce alla connotazione degli intelligibili
del gruppo-tutto, la connotante non può non essere generica e M deve contenere
P come sua connotante generica e la deve porre nella connotazione di S o come
generico o come connotante generica di una sua connotante specifica; il
sillogismo Das, in Darapti con P a funzione di specifico contingente, sarebbe
legittimo se potesse assumere a medio la differenza specifica e predicare ad
essa nella maggiore P come differenza specifica e nella minore S come
conclassario -lo schema di un Das sarebbe: M è P (in cui M è l’intelligibile
connotante di S con funzione di specifico necessario e P è l’intelligibile
connotante S con funzione di specifico necessario ), M è S (in cui le classi di
M e di P coincidono in quanto M è connotante specifica di S), dunque alcuni S
son P; ma P dovrebbe essere connotante necessaria di M e non di S, il che è
assurdo -; è legittimo invece un sillogismo DiS, ma inutile, in quanto per
dimostrare la validità della conclusione
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deve riferire ala differenza specifica di S, assunta
come M, P come specifico contingente, il che non fa altro che ripetere quel che
già si sapeva nella conclusione essere cioè il P un contingente entro la
connotazione di S, allo stesso modo che in un sillogismo in Disamis con P
connotante generica ((o??)) specifica
necessaria di S si dimostra la conclusione facendo di P un inerente in
una porzione di M entro la quale è indiscutibile si ritrovi dato che P immane
in tutto M; anche il sillogismo Dts pare sufficiente a fondare un giudizio
categorico a predicato con funzione di specifico contingente, in quanto,
seguendo il canone di muovere dall’inerenza di P nella connotazione specifica
di S, deve poi nella premessa minore rendere particolare il giudizio in cui S è
predicato dell’inerente specifico e che è vero in quanto subalternato del
corrispondente universale, e, poiché la verità del particolare rimanda alla
verità dell’universale, scompare la necessità della particolarità della
conclusione e, con ciò, il valore contingente del suo predicato; il sillogismo
Fs, poiché il suo modello in Ferio è legittimo solo alla condizione di
utilizzare con funzione di P inerenti o generici o specifici necessari, è
incostruibile; un sillogismo Fes potrebbe dimostrare la sua conclusione se
assumesse a premessa maggiore un giudizio categorico universale negativo, ma problematico, nel qual caso il
discorso non varrebbe a dimostrare se non quel che si sa già, e cioè che il
predicato è uno specifico contingente dello specifico del soggetto; un
sillogismo Fes dimostra la sua conclusione muovendo dalla negazione
dell’apoditticità dell’inerenza di P nella differenza specifica di S assunta a
medio e con ciò si limita a confermare che P è uno specifico contingente di S;
dei sillogismi Bas e Bos, questo ripete la consueta relazione di contingenza
tra lo specifico P e l’inerente
specifico necessario di S, mentre il primo è assurdo in quanto deve assumere a
minore il giudizio opposto subcontrario
del subalternato dell’universale, apoditticamente vero, affermante
l’immanenza in S della connotante specifica necessaria; d’altra parte a provare
indirettamente l’illegittimità generica di un sillogismo Ds, Das, Dis, Dts, Fs,
Fes, Bas, Fls, Bos, Frs, sta il fatto che la loro conclusione
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a P con funzione di specifico contingente dovrebbe
farsi premessa maggiore di un sillogismo rispettivamente o in Disamis o in
Bocardo, da cui nulla sarebbe legittimamente inferito data la contingenza del rapporto tra P ed S della maggiore; per
tutto questo, riteniamo di dover prendere in considerazione in vista del
raziocinio polisillogistico solo i sillogismi BG, BS con P inerente a funzione
di generico nella connotazione della connotante specifica necessaria di S, CtG,
Ct S con P inerente a funzione di generico nella connotazione della connotante
specifica necessaria di S; come la funzione analitica del pensiero di
condizione umana coi suoi risultati di una rappresentazione destinata a
rimanere immutata nella sua unità e insieme a riprodursi in una serie discreta
di componenti eterogenee dà luogo al giudizio come dialettica dall’unità alla
serie o a un componente della serie e dalla serie o da un componente della
serie all’unità, così la stessa funzione necessariamente provoca da un lato
quella dialettica più complessa che è dall’unità a un componente della serie e
da questo a un suo componente e che è il sillogismo, dall’altro quella
dialettica ancor più articolata che è dall’unità a un componente della serie,
da questo a un suo componente, da questo a un suo componente e così via e che è
il polisillogismo;
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