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[pag 151
F3-4]
la
formulazione kantiana del dictum de omni, mentre rileva il diritto che il
pensiero ha di affermare parte di un tutto o parte della parte di un tutto o
parte della parte della parte di un tutto la connotante che onticamente sia o
in una connotazione totale o in una connotazione inerente come connotante in
una connotazione totale o in una connotazione che sia connotante in una
connotazione a sua volta inerente in una connotazione totale,
contemporaneamente pone la necessità del polisillogismo, avente a sua ragione
la necessità del sillogismo, la necessità del sillogismo avente a sua ragione
la necessità del giudizio, la necessità del giudizio avente a sua ragione la
necessità della rappresentazione del concetto legittimitata dalla sua analisi;
è naturale che la simultaneità apodittica dei cinque atti, la rappresentazione
di un intelligibile, la sua analisi, la sua erezione a soggetto di un giudizio,
la sua erezione a soggetto di un sillogismo, la sua erezione a soggetto di un
polisillogismo, porti seco come
corollari la
apoditticità o della funzione dimostrativa o probativa delle due premesse nei
confronti della conclusione del sillogismo o della funzione dimostrativa o
probativa della conclusione di un sillogismo nei confronti delle due premesse
di un altro sillogismo in cui la conclusione del primo è ripetuta come premessa
nel secondo; e così pure è naturale che la simultaneità dei cinque atti dialettici
comporti come corollario il rapporto reciproco in cui le varie connotanti
riportate l'una all'altra come un contenuto a un contenente, la funzione di
principio di intelligibilità che ogni connotante esplica verso la connotazione
cui inerisce e quindi l'ordinamento gerarchico da genere a specie in cui le
varie connotazioni vanno a inserirsi, ordinamento non univoco, ma equivoco in
forza della differente funzione che l'intelligibile, genere di una specie,
esplica come generico o come specifico entro la connotazione della sua specie;
il pensiero di condizione umana viene allora a trovarsi di fronte a tre suoi
modi, l'automatica dialettica del giudizio, del sillogismo, del polisillogismo,
la rilevante forza rappresentativa e cognitiva acquistata da un giudizio che
sia conclusione di un sillogismo e a maggior ragione di un polisillogismo,
l'ordine gerarchico degli intelligibili che necessariamente siano entrati in
una catena sillogistica e polisillogistica, e, una volta resosi conto da un
lato che il rapporto naturale da principio di esistenza a conseguenti che
connette in continuità il primo dei suoi modi al secondo è lecito interpretarlo
anche secondo un rapporto di principio e condizione di validità e legittimità a
conseguenti e condizionati, dall'altro che, essendo un condizionato la
necessaria conseguenza del darsi della sua condizione, è sempre lecito valersi
della condizione come di uno strumento artificialmente e volontariamente
realizzabile quando si tenda a dar esistenza artificiale e volontaria al suo
condizionato, capovolge l'ordine in cui naturalmente stanno i tre modi e fa
delle due automatiche conseguenze, la
dimostrazione di un giudizio e la gerarchizzazione degli intelligibili, due
fini primari da perseguirsi autonomamente pel medio dell'analisi di un
qualsivoglia intelligibile che da atto primario e naturalmente autonomo si fa
fine secondario e voluto; ma se è vero che il pensiero di condizione umana ha
tutti i diritti di fare ciò, è altrettanto vero che non ha il diritto né di
trattare la dimostrazione e la gerarchizzazione degli intelligibili come i fini
pei quali esso in quanto contemplatore e analizzatore dei concetti esiste, né
tanto meno di fare delle dimostrazione la necessità prima del conoscere e
quindi il fine primo in vista del quale esso pensiero si strutturerebbe in
intelletto e in ragione; lo stato naturale e primario del pensiero è il
polisillogismo e l'evidenza dell'utilità nel polisillogismo implicita, una
volta portata alla luce della consapevolezza, fa della dimostrazione, e in
linea secondaria della gerarchizzazione dei concetti, un fine primario e
autonomo di cui il polisillogismo è semplice strumento;
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