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o la
premessa maggiore pone a soggetto un intelligibile di cui deve negarsi la
predicazione del predicato della minore che si erige a medio
dell'episillogismo, e in questo caso il sillogismo in Cesare che ne risulta
ripete quanto su si è detto per il sillogismo in Camestres, e precisamente che
la sua conclusione non fa conoscere nulla di più di quanto già era noto
attraverso la catena polisillogistica articolabile sul sillogismo B G dato, o
la premessa maggiore riprende come suo soggetto, e quindi come medio
dell'episillogismo, il soggetto della minore, e in questo caso il conseguente
sillogismo in Darapti dimostra una conclusione già inferibile immediatamente da
una proposizione dell' intero polisillogismo; se il soggetto della premessa
minore dell'episillogismo è una specie infima del predicato, delle tre l'una o
la premessa maggiore assume a soggetto proprio e a medio dell'episillogismo il
predicato della minore, nel qual caso si ripetono le conseguenze del primo
corno del trilemma suddetto, o la premessa maggiore pone a suo predicato
proprio e a medio dell'episillogismo il predicato della minore, nel qual caso
per il sillogismo in Cesare che ne risulta vale quel che si è detto su per
l'altro sillogismo in Cesare, o la premessa maggiore riprende a suo soggetto il
soggetto della minore che è medio della minore ((unione???)), e in questo caso
del sillogismo in Darapti che ne risulta si ripete quel che già si è detto; VI)
se s'articola su di un prosillogismo da cui riprenda l'illazione come propria
premessa maggiore, poiché questa è un giudizio categorico universale
affermativo avente a predicato la connotante generica assoluta del soggetto,
cioé un giudizio A G, il prosillogismo è necessariamente un sillogismo B G, il
quale deve avere ad S l' S del sillogismo dato, a P il P del sillogismo dato,
ad M un intelligibile nella cui connotazione P immanga come connotante generica
assoluta e la cui connotazione immanga in S come connotante generica relativa,
secondo un rapporto tale tra i quattro concetti in forza del quale l'inerenza
del predicato S nel soggetto della conclusione del sillogismo di partenza
risulta ulteriormente necessaria per la sua inerenza nella connotazione che
immane nella connotante immanente nel soggetto, sicché il prosillogismo esplica
effettivamente le funzioni che da esso si attendono quando lo si componga in
polisillogismo con il sillogismo dato; VII) se il suo soggetto è la specie
immediatamente sussunta sotto il generico della connotante generica relativa,
qualora si pretenda articolare su di un prosillogismo della cui conclusione
faccia la propria premessa minore, poiché il prosillogismo deve essere un
sillogismo in Barbara, sia nel caso che il soggetto del sillogismo di partenza
e quindi della conclusione del prosillogismo sia una specie infima del
predicato dei due sia che non coincida con una specie infima, si dà una
struttura dialettica che necessariamente presenta due caratteri formali:
anzitutto il polisillogismo considerato dal punto di vista qualitativo, ossia
come un sottoordinato alla formulazione kantiana del dictum de omni et nullo, o
è una tautologia, priva di alcuna portata argomentativa che non sia quella del
risultato immediato di una mera analisi direttamente operata su di un tutto,
come quello nella cui premessa maggiore si enuncia a soggetto una connotazione
contemplata
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