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viene
modificato il canone cui sinora la dialettica si è attenuta, e al criterio di
assumere a principio una connotazione posta come integra per isolare in questa
una connotante generica da porre come connotazione integra e da assumere come principio
di una nuova dialettica tesa a ritrovare in essa quella connotante generica in
cui isolare la connotante che vi si dà come generica, allo scopo finale di
rilevare ciò che di generico è dato nella connotazione da cui si son prese le
mosse, si sostituisce il criterio ben diverso di muovere da un intelligibile
già noto nella sua funzione di connotante generica relativa inerente a una
connotazione integra per ritrovarvi quel che di generico vi si ritrova o di
ritornare alla connotazione integra per affermarvi immanente il nuovo generico
ritrovato, sicché dal processo connotazione → connotante →
connotante → connotante si passa al processo diverso connotante →
connotante→ connotazione→connotante -se il sillogismo di partenza è
B è A, C è B, C è A, in cui A è connotante generica relativa di B e quindi di
C, da esso si risale a un prosillogismo D è A, B è D, B è A, la cui conclusione
è premessa maggiore del primo, ed è lecito da esso scendere a un episillogismo A è E, C è A, C è E, in cui E sia connotante generica di A e
quindi di B, di D, e quindi di C; ma la dialettica analitica fondante la
validità del sillogismo di partenza e del prosillogismo è da C, connotazione
integra, a D, connotante generica relativa di B, da D, connotazione integra, ad
A, connotante generica relativa di D, mentre la dialettica analitica fondante
la validità dell'episillogismo è da A, connotazione integra, ad E, connotazione
generica di A, da C, connotazione integra, ad A, connotazione generica di C, e
quindi ad E, connotazione generica di C -; donde si deve concludere che
l'episillogismo avente a premessa minore la conclusione di un sillogismo in
Barbara il cui P sia una connotante generica relativa, è l'operazione
dialettica secondaria e derivata insorgente dalla consapevolezza che la
conoscenza analitica primaria e originaria offerta dal sillogismo di partenza è
insufficiente e parziale e dev'essere integrata con un approfondimento di
analisi che la dialettica finora seguita non consente e che è data solo col
ricorso a una modificazione di dialettica;
IV) che, se viene articolato su di un
prosillogismo, il quale dovrà essere un BG, in quanto la sua premessa maggiore,
destinata a divenire una delle due premesse del sillogismo di partenza,
dev'essere un giudizio universale affermativo a predicato con funzioni di
connotanti generica, relativa, si dà la duplice liceità formale che il
prosillogismo sia vincolato all'episillogismo per l'identità fra la sua
conclusione e la premessa minore dell'altro o che l'episillogismo giaccia in continuità
dialettica con il prosillogismo per l'identità della sua premessa maggiore con
la conclusione di questo: quando la conclusione del prosillogismo sia premessa
minore dell'episillogismo, o il soggetto di questo giudizio è specie
immediatamente sussunta sotto il generico del predicato e il predicato è la
connotante generica su cui immediatamente s'articola la connotante specifica
del soggetto, e il prosillogismo è un sillogismo in Barbara meramente apparente
in quanto tautologico, come quello che deve assumere a medio una connotante che
immane nella connotazione del soggetto e che non può non identificarsi col
predicato,
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o è di fatto
un sillogismo ipotetico che inferisce la sua conclusione dall'ontica inerenza
della connotante specifica nella connotazione del soggetto, inerenza che è
affermata nella minore e della cui esistenza, in quanto meramente supposta, è
conseguenza necessaria l'inerenza del predicato nella medesima connotazione cui
inerisce la connotante specifica; oppure il soggetto del giudizio non è specie
immediatamente sussunta sotto il generico del predicato e il predicato è una
connotante generica su cui s'articola la connotante specifica del soggetto alla
condizione che tra le due medino una o più connotanti specifiche, e allora il
polisillogismo dovrà strutturarsi su tanti prosillogismi l'uno all'altro
sovraordinati quante sono le connotanti medie tra quella generica di principio
e quella specifica; ora, in entrambi i casi la serie sovraordinata dei prosillogismi
riuscirà certo a convalidare la legittimità del sillogismo di partenza, ma non
varrà a legittimare la sua conclusione, come quello che ha dovuto abbandonare
la linea analitica lungo la quale procede la dialettica che conclude in tale
conclusione e come quello che rimanda per la legittimità di questa conclusione
alla precedente linea analitica; quando la conclusione del prosillogismo è
premessa maggiore dell'episillogismo, la dialettica si conserva formalmente
coerente con la corrente analitica dell'episillogismo, e nel prosillogismo in
Barbara il soggetto si pone rispetto al medio e al predicato in un rapporto che
è identico al rapporto in cui col suo medio e col suo predicato si pone il
soggetto dell'episillogismo, con la conseguenza che, data l'identità dei
predicati e dei rapporti tra gli intelligibili dei due sillogismi, il fatto che
il soggetto dell'episillogismo sia la connotazione in cui immane come
connotante generica il soggetto del prosillogismo nella cui connotazione immane
come connotante generica il medio del prosillogismo, e il fatto che il
predicato del prosillogismo immanga come connotante generica nella connotazione
del medio, pongono necessariamente che l'unico intelligibile che fa da
predicato nelle due conclusioni immanga legittimamente come connotante generica
nella connotazione del soggetto del polisillogismo, sicché questo verifica in
modo particolare da un lato la rappresentazione formale generica di cui un
polisillogismo è segno, ossia il rapporto di immanenza successiva di quattro
concetti, dall'altro l'ordine formale generico in cui i concetti di un
polisillogismo si dispongono, e la funzione di principi di legittimità che le
quattro proposizioni di un polisillogismo assumono nei confronti della quinta;
ma questa articolazione di un sillogismo su di un prosillogismo se risulta
l'unica legittima, si rivela anche come parziale e insufficiente in quanto la
funzione di connotante generica relativa del predicato del sillogismo di
partenza costringe la dialettica ad un arresto ingiustificato nell'analisi e
lascia aperta la strada a un'ulteriore riduzione della connotazione del
predicato alle sue connotanti generiche fino a giungere alla connotante
generica assoluta, riduzione la quale potrà essere operata alla condizione di
non ascendere più verso sovraordinati prosillogismi nei quali la dialettica
attui l'univoco processo analitico, ma di discendere dal sillogismo originario
ad episillogismi che abbiano la conclusione di questo a premessa minore e a
premessa maggiore l'analisi del suo predicato, con le conseguenze che già
abbiamo rilevato sopra in V);
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passando al
terzo tipo di sillogismo BG, con P connotante generica assoluta di M e quindi
di S, specie infima di P e denotato da M come da sua connotante generica
relativa, l'analisi dei polisillogismi di cui esso entra a far parte rivela
l'opportunità di distinguere un sillogismo siffatto in cui M sia specie
immediatamente sottoordinata a P in quanto nella sua connotazione la connotante
specifica necessaria s'articola immediatamente sulla connotante generica
assoluta P, dai sillogismi formalmente identici nei quali però M non sia specie
immediatamente sottordinata a P e nei quali quindi la connotante specifica
assoluta di M non s'articoli direttamente sulla sua connotante generica
assoluta: a) del terzo tipo di sillogismo BG con M specie immediata di P è
lecito dire: I) che, se s'articola su di un episillogismo cui offra la propria
conclusione come premessa maggiore, delle tre l'una: o l'episillogismo assume
la specie infima a predicato e si dà nel modo Camestres, e in questo caso
l'episillogismo non fa conoscere nulla di più di quanto già era noto dalla
conclusione del sillogismo di partenza, dalla conoscenza di tutti gli
intelligibili sussunti sotto P e dal confronto fra il dato dell'esclusione di
un certo numero di intelligibili dall'estensione di P e quindi dalla
connotazione della specie infima, o l'episillogismo assume la specie infima a
medio e predica ad essa tanti intelligibili quante sono le connotanti generiche
relative che ineriscono alla connotazione della specie infima e che hanno
inerente la connotante generica assoluta P, e in questo caso risultano
altrettanti sillogismi in Darapti, la cui conclusione ricava la sua validità
per subalternazione dalla conclusione di un sillogismo in Barbara appartenente
al polisillogismo progressivo che trova la premessa maggiore dell'episillogismo
in Darapti come conclusione dell'infimo suo episillogismo, o l'episillogismo
assume la specie infima a medio e predica ad essa l'intelligibile che è
connotante specifica assoluta della sua connotazione, nel qual caso il
conseguente sillogismo in Darapti verifica quel che verificano i precedenti che
hanno a loro predicato la connotante generica relativa; II) che, se s'articola su
di un episillogismo al quale offra la propria conclusione come premessa minore,
delle tre l'una: o la premessa maggiore riprende come proprio soggetto il
predicato della minore che si fa medio dell'episillogismo, e allora il
sillogismo in Barbara che ne risulta deve avere a suo predicato o lo stesso
intelligibile del medio espresso con altro vocabolo e con ciò non dà altra
rappresentazione che quella di una tautologia o un intelligibile che è
rappresentazione di uno stato o modo meramente relativo del medio e, di
conseguenza, non dà a conoscere che della relatività o soggettività, o la
premessa maggiore nega la predicabilità del predicato della minore, che in tal
modo si fa medio, ad uno degli intelligibili della cui connotazione esso
predicato non è lecito sia affermato inerente come connotante generica
assoluta, e allora il conseguente sillogismo in Cesare conclude un'illazione
per la quale si ripete ciò che si è detto della conclusione dell'episillogismo
in Camestres di cui sopra, o la premessa maggiore assume il soggetto della
minore a proprio soggetto e a medio del raziocinio, e allora il risultante
sillogismo in Darapti conclude in un giudizio particolare la cui validità è per
inferenza immediata da un giudizio universale, componente di uno dei polisillogismi
costruibili attorno alla premessa minore stessa; III) che, se pretende
articolarsi su di un prosillogismo dalla cui conclusione ritragga la propria
premessa maggiore, questo prosillogismo che non potrebbe essere se non in
Barbara,
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